ASSOCIAZIONE NAZIONALE

  PARACADUTISTI D'ITALIA

LA SEZIONE DI MANTOVA IN VISITA AL CAPAR

Domenica 17 marzo una delegazione della Sezione ANPdI di Mantova, guidata dal Presidente di Sezione Massimo Lodi Silvio e dal Presidente Onorario di Sezione Tito Righi, previe le autorizzazioni del caso della Brigata Paracadutisti Folgore, ottenute tramite la Presidenza Nazionale ANPdI, si è recata in visita al CAPAR, portando al seguito alcuni familiari e amici.

Grande soddisfazione è stata espressa dai partecipanti per l’accoglienza ricevuta nella “Casa” dei paracadutisti militari.

Dopo il rancio in caserma, la comitiva ha effettuato una visita anche al centro storico di Pisa.

A questo proposito c’è da dire che il Prof. Tito Righi, già S. Ten.  a Pisa nel ’63, e già allenatore di atletica ai massimi livelli, da molti anni ha costituito il Gruppo Soft-Trekking “Giuliana Guidoboni Righi”, intitolato alla compianta consorte.

Il Gruppo è attivissimo in escursioni in giro per il mondo, sia in mezzo alla natura, che in ambiente urbano. Frequenti, quindi, sono le occasioni nelle quali i soci dell’ANPdI di Mantova vengono coinvolti (anzi, trascinati, e qualche volta… “comandati”), dal loro vulcanico Presidente Onorario in attività congiunte.

La riuscitissima visita a Pisa, nè è stato un felice esempio.

Folgore!

 

CENTRO STUDI: CARTOLINE DALLA STORIA

Pubblichiamo le ormai immancabili “Cartoline dalla Storia”, a cura del Prof. Federico Ciavattone, Direttore del Centro Studi di Storia del Paracadutismo Militare Italiano dell’ANPdI.

Folgore!

 

 

LINK ALLA PAGINA DEL CENTRO STUDI DI STORIA DEL PARACADUTISMO MILITARE ITALIANO DELL’ANPdI:

https://assopar.it/centro-studi-di-storia-del-paracadutismo-militare-italiano/

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8 SETTEMBRE 2023: CARTOLINE DALLA STORIA
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28 LUGLIO 2023: GIORNATE IN MEMORIA DELLA M.O.V.M. ALBERTO BECHI LUSERNA – 9 E 10 SETTEMBRE 2023
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28 LUGLIO 2023: CARTOLINE DALLA STORIA
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29 GIUGNO 2023: CARTOLINE DALLA STORIA
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1 GIUGNO 2023: CARTOLINE DALLA STORIA
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2 MAGGIO 2023: SETTIMANE DI INTENSA ATTIVITÀ PER IL CENTRO STUDI DI STORIA DEL PARACADUTISMO MILITARE ITALIANO DELL’A.N.P.d’I.
https://assopar.it/2023/05/02/settimane-di-intensa-attivita-per-il-centro-studi-di-storia-del-paracadutismo-militare-italiano/

6 MARZO 2023: IL PROF. CIAVATTONE INTERVISTA IL REDUCE LUIGI TOSTI
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15 GENNAIO 2023: CARTOLINE DALLA STORIA
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7 GENNAIO 2023: 80° ANNIVERSARIO DELLA “CAMPAGNA DI SICILIA”: AVVIATI I PREPARATIVI

https://assopar.it/2022/12/31/commemorato-il-capitano-paracadutista-mavm-sergio-marini/

31 DICEMBRE 2022: COMMEMORATO IL CAPITANO PARACADUTISTA MAVM SERGIO MARINI

https://assopar.it/2022/12/31/commemorato-il-capitano-paracadutista-mavm-sergio-marini/

 

PREMIO DI LAUREA “COME FOLGORE DAL CIELO, COME NEMBO DI TEMPESTA”

 

     

Nell’ambito delle attività previste e promosse dall’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, per il tramite del suo Centro Studi di Storia del Paracadutismo Militare Italiano, vi sono anche tutte quelle afferenti alla sfera ed all’ambito culturale, legate alla ricerca, allo studio ed alla divulgazione della storia del Paracadutismo Militare italiano.

Tra i vari progetti proposti dal Centro Studi e finanziati dal Ministero della Difesa, per la prima volta, quest’anno è stato possibile indire un premio di laurea intitolato “Come Folgore dal cielo, come Nembo di tempesta”.

Al premio di laurea, potranno partecipare tutti gli studiosi che hanno discusso una tesi di laurea avente per oggetto “Paracadutisti ed Aviotruppe Italiane nella Storia Contemporanea”. Sono state previste una serie di macro-tematiche per permettere una partecipazione di ampio respiro e consentire ai laureati di decidere se partecipare alla competizione culturale.

Il premio di laurea prevede 3 categorie: migliore Tesi di Laurea Magistrale; migliore Tesi di Laurea Triennale; Menzione Speciale. Tutti i dettagli del bando sono disponibili nell’allegato al seguito.

Inutile dire che il Centro Studi di Storia del Paracadutismo Militare Italiano e l’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia si aspettano una sana e significativa partecipazione, al fine di proseguire l’azione di divulgazione della storia della specialità.

Pertanto, attendiamo i vostri elaborati e, nel frattempo, porgiamo un grande in bocca al lupo a tutti coloro che dovessero decidere di partecipare al primo Premio di Laurea “Come Folgore dal cielo, come Nembo di tempesta”

Prof. Phd Federico Ciavattone
Direttore Centro Studi di Storia del Paracadutismo Militare Italiano

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IL 4 NOVEMBRE TORNA AD ESSERE “GIORNATA DELL’UNITA’ NAZIONALE E DELLE FORZE ARMATE”!

Dopo anni di battaglie finalmente il Comitato per il Ripristino del 4 novembre quale festa nazionale ha colto il successo!

Il Comitato, diretto dal nostro socio par. Pasquale Trabucco e nel quale ne fa parte anche il Consigliere Nazionale par. Filippo De Gennaro, ha senza alcuna tregua portato avanti questa doverosa iniziativa per la Memoria di una parte importante della nostra Storia Patria e per la celebrazione delle Forze Armate che rappresentano l’essenza dell’Unità d’Italia.

L’ANPd’I ha sempre appoggiato, assieme a tutte le altre Associazioni d’Arma, l’iniziativa e continuerà a farlo per l’approvazione quale Festività Nazionale non lavorativa del 4 Novembre “accantonata” da tempo senza alcuna valida motivazione se non quella di voler far perdere le tracce di un momento di unione nazionale per tutti, non divisivo ma di partecipazione per tutti.

VIVA IL 4 NOVEMBRE!!

FOLGORE!

IL GEN. B. ROBERTO VERGORI NOMINATO CAPO UFFICIO GENERALE DEL CAPO DI SME

La soddisfazione per noi paracadutisti dell’ANPDI è grande in questi giorni. Abbiamo finalmente un Capo di Stato Maggiore dell’Esercito col basco amaranto che certamente farà il bene della nostra Forza Armata di riferimento.

Ma la soddisfazione è anche dovuta alla presenza, al suo fianco, quale Capo Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, del Generale di Brigata Roberto Vergori, paracadutista, a sua volta già valente Comandante della Folgore.

Due soldati di razza, innamorati dell’esercito e della Folgore: il meglio a cui potevamo aspirare nei tempi di grande turbolenza che stiamo attraversando.

A entrambi il nostro tonante Folgore!

Il GEN. C.A CARMINE MASIELLO E’ IL CAPO DI SME!!!

Ieri 27 febbraio, presente il Presidente Nazionale ed il nostro Medagliere Nazionale, si è svolta in Roma la cerimonia di avvicendamento alla carica di Capo di Stato Maggiore dell’Esercito che è stata assunta dal Gen. CA Carmine Masiello.

Per tutti noi paracadutisti si è avverato un sogno da tempo inseguito: UN PARACADUTISTA  a Capo dell’Esercito!

Vedere il Capo di SME che orgogliosamente indossa il nostro basco ci inorgoglisce e ci rende consapevoli che ancor più ora dobbiamo essere un esempio di dedizione alla Patria e fedeltà alla nostra gloriosa Specialità.

La carriera del Gen. CA Masiello è densa di incarichi e comandi prestigiosi e difficili ma per noi ha soprattutto lo stigma di essere un paracadutista e di esser stato Aquila 1!!

Da tutta l’ANPd’I i migliori auguri al Capo di SME e Decano dei Paracadutisti Militari in servizio,

Comandante Masiello: FOLGORE!!

IL GEN. C.A. CARMINE MASIELLO NOMINATO CAPO DI SME

Come da più parti ampiamente previsto, il Consiglio dei Ministri ha nominato il Gen. C.A. Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano.

Il Gen. Masiello ha iniziato la sua splendida carriera presso la Brigata paracadutisti Folgore, nel 185° rgt. a. par. ”Folgore”. Si tratta di un artigliere, quindi, anche se atipico. E’ stato infatti il principale promotore di una profonda trasformazione dell’unità, conferendole una nuova connotazione speciale perseguita con passione e costanza.

Da questa azione è così nato il 185°rgt. RRAO Folgore, confluito poi nel bacino delle Forze Speciali, unitamente al 9°rgt.d’assalto par. “Col Moschin” e il 4° rgt. alp. par. “Monte Cervino”.

Nell’ambito della Specialità, il Gen. Masiello ha comandato il proprio reggimento e, successivamente, la Brigata paracadutisti stessa, anche per un lungo periodo in Afghanistan.

Presso gli Organi Centrali, ha assolto incarichi di grande responsabilità presso gli Organismi di Informazione e Sicurezza, nonché presso lo Stato Maggiore dell’Esercito e quello della Difesa, sempre in posizioni molto vicine al Vertice delle Forze Armate, maturando così una conoscenza molto approfondita dello strumento militare, ben al di là degli orizzonti della Specialità di provenienza.

In questi ultimi burrascosi anni ha ricoperto l’importante incarico di Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa, alle dirette dipendenze dell’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.

L’Anpdi gioisce per un provvedimento che finalmente pone molto meritatamente al vertice della Forza Armata di riferimento, l’Esercito, un Basco Amaranto di altissimo profilo. Un Basco Amaranto che avrà molto da lavorare, per il bene della nostra Forza Armata impegnata ad affrontare unitamente a Marina, Aeronautica e Carabinieri, uno scorcio storico difficile come non mai, nel quale tutti dovremo fare squadra, per il bene della nostra Patria.

Nel limite dei nostri poveri mezzi, anche noi dell’ANPDI ci sentiamo impegnati in tal senso, animati anche dalla speranza, anzi dalla certezza, che per il nuovo Capo di SME sarà facile dare ascolto ai propri commilitoni non più in servizio, per il bene di una Associazione che ha un grande bisogno di attenzione e che affonda le radici nella Storia di una Specialità, che non è un semplice dettaglio sperduto tra le tante realtà della Forza Armata.

Folgore!

CI HA LASCIATI IL COL. GIUSEPPE CHIONETTI

IL RICORDO DEL PRESIDENTE NAZIONALE
GEN. C.A. MARCO BERTOLINI

Dopo una dolorosa malattia che non ne aveva compromesso la volontà di essere comunque sempre presente per i suoi Cari e per le esigenze dell’ANPDI, è venuto a mancare a Livorno il Colonnello Giuseppe Chionetti. Entrato in Accademia Militare con il 20° corso nel 1962, venne assegnato ai paracadutisti appena uscito dalla Scuola di Applicazione di Torino. Presso il secondo battaglione ricoprì molti ruoli, tra cui quello di Comandante di compagnia fucilieri e di addetto all’addestramento del reparto. Frequentò con profitto la Scuola di Guerra, meritandosi i cosiddetti “vantaggi” e vinse il concorso per il successivo Corso Superiore di SM, superando quindi la prima importante selezione per poter ambire ai gradi più elevati. Per questo, fu una sorpresa la sua improvvisa decisione che lo portò a congedarsi a metà degli anni ’80. E’ probabile che in tale scelta abbia giocato un qualche ruolo anche la delusione per il mancato invio in Libano del 2° battaglione all’inizio dell’operazione, a differenza di quanto precedentemente pianificato.
Giuseppe Chionetti, comunque, non mancò di sentirsi paracadutista nel profondo e non mancò mai di essere parte attiva nella gestione dell’ANPDI, a livello locale ma anche a livello nazionale.
Con lui scompare un altro testimone di un’epoca ormai lontana della Folgore del dopoguerra, ma anche un interprete dello spirito dell’ANPDI più sincero e più profondamente radicato nell’etica del dovere.
Professionale, serio e determinato, ha dato un impulso importante anche alla gestione “disciplinare” dell’Associazione, quale membro del Collegio dei Probi Viri e, successivamente, dei Garanti, evidenziandosi oltre che per il costante rispetto per tutti, anche per il tratto estremamente cortese ed aperto. Insomma, con lui se ne va un Ufficiale e Gentiluomo vero, un paracadutista che non aveva bisogno di imporsi la faccia feroce del leoncino cresciuto in gabbia o un improbabile atteggiamento da duro e puro da operetta per meritare unanime rispetto e considerazione. Era un vero collaboratore, un insuperabile consigliere, di quelli che evitano di avanzare proposte irrealizzabili per perseguire un proprio sogno onanistico associativo. Era, insomma, conscio che “il meglio è nemico del bene” e sapeva misurare parole e proposte con l’infallibile metro della realtà.
Ci mancherà la sua pacata sicurezza nella bontà della battaglia dell’ANPDI, nei cui confronti non ha mai fatto mancare la sua fede e il suo amore. Ma ha anche tracciato un solco col suo esempio di rettitudine e di onesta operosità che non mancherà di incanalare l’azione dei veri paracadutisti.
Folgore!

Il Presidente Nazionale
Gen. C.A. (ris.) Marco Bertolini

 

IL RICORDO DEL PRESIDENTE DEL COLLEGIO DEI GARANTI
PROF. MAURIZIO MANZIN

Sul Manifesto di Carico del nostro Padre celeste, questa volta stava scritto il nome del mio amico Giuseppe Chionetti. Decollato per l’Ultimo Lancio, lo affidiamo all’arcangelo San Michele, il quale, oltre che nostro patrono, nella tradizione cattolica è il “pesatore delle anime”. E di anima, il colonnello paracadutista Chionetti ne aveva una grande, ma con un ombelico piccolo: caratteristica non proprio scontata, neppure nelle nostre fila. Di carattere ruvido e schietto, dotato di un senso dell’umorismo tagliente e molto “livornese”, ottimo commensale e di gran spirito cameratesco, Giuseppe era tuttavia riservato sulle questioni personali e alquanto modesto -quasi di basso profilo- per ciò che riguardava il suo passato militare (perciò ho scritto che l’ombelico dell’ego non lo dominava, come accade invece con la categoria dei “parlacadutisti”). Lo conobbi in un periodo particolarmente turbolento nella vita del Collegio Nazionale dei Probiviri, del quale fu per breve tempo presidente. In quei frangenti, ebbi modo di apprezzarne l’acuta intelligenza e il piglio combattivo con cui affrontava le questioni che venivano sottoposte al Collegio. Per la sua indole sorniona e il graffio della battuta, si era meritato il soprannome (a tutti i membri del Collegio ne era stato assegnato uno) di “il gatto”. Sono stati sei anni aspri e magnifici, nei quali Giuseppe si guadagnò la stima e l’affetto di tutti (inclusa quella del nostro Presidente Nazionale di allora, il gen. Fantini). Fui felice di sapere che aveva accettato la proposta di candidare successivamente per il Collegio dei Garanti, dove abbiamo trascorso ancora qualche anno assieme, anche se (dopo il Covid) nella forma poco gratificante delle riunioni “online”. Negli ultimi tempi la malattia lo aveva minato, e Giuseppe aveva chiesto di essere tenuto “in panchina”; da questo compresi che la faccenda era grave, perché il colonnello Chionetti non era uno che si tirava indietro. A tutti noi del Collegio, che gli siamo stati vicino, il suo ultimo Viaggio lascia un senso di profonda tristezza. Sull’attenti e col basco calzato, gli giunga il nostro grido di Folgore!, anche se con la voce rotta dalla commozione.

Il Presidente del Collegio dei Garanti
Prof. Maurizio Manzin

E’ VENUTO A MANCARE IL GEN. SIMONE BASCHIERA, INCURSORE DEL “COL MOSCHIN”

Nella serata del 9 gennaio è venuto a mancare all’affetto dei suoi Cari il Generale Simone Baschiera, dopo una serie di alti e bassi a seguito di una malattia polmonare durata qualche mese. In effetti, Simone non è venuto a mancare solo ai suoi Cari, ma anche a tutta la comunità sparsa del 9° reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin” nel quale aveva iniziato la sua lunga ed entusiasmante avventura di Soldato quando l’unità si chiamava ancora Battaglione Sabotatori Paracadutisti.

E’ in questa unità che, nel grado di sergente, mise in luce alcune delle caratteristiche che lo resero famoso, quasi leggendario, nel prosieguo della sua vita militare. Simone, infatti, fin da allora si evidenziò quale “uomo di ferro”, tutto d’un pezzo, energico, forte fisicamente come sono spesso i figli della da lui mai dimenticata terra istriana che gli diede i natali, animato da una passione capace di contaminare chiunque, nonché da una fermissima fiducia in se stesso che gli consentiva di affrontare qualsiasi prova senza tentennamenti.
Introiettò nell’intimo le ragioni e i valori del reggimento e della Folgore, di cui il reparto rappresenta “l’impeto”, come recita il motto dell’unità, segnalandosi come uomo d’azione, del fare. Per questo, se c’è mai stata una persona della quale si può dire, a ragione, che gettava il cuore oltre l’ostacolo, questa era lui, senza dubbi.

Ha partecipato a tutte le principali operazioni della sua unità, a partire dal controterrorismo in Alto Adige alla fine degli anni ’60 nel grado di sergente, dove subì un grave incidente, venendo addirittura colpito dal predellino di un treno durante un pattugliamento lungo una linea ferroviaria innevata.

Venne rimesso in piedi con difficili interventi di ricostruzione, che comunque non ne inficiarono le grandi potenzialità fisiche e non ne diminuirono la capacità di essere sempre “in testa” ai suoi commilitoni e, poi, ai suoi uomini. Ma era un uomo che non si accontentava della pur impegnativa routine di un reparto come il nono, nel quale quella di “cercarsi grane” è sempre stata la regola principale. Volle così reinventarsi in un ruolo che gli consentisse di esprimere meglio le sue potenzialità, vincendo il concorso quale Ufficiale del Ruolo Speciale. Con questa nuova veste affrontò a lungo le funzioni di responsabile dell’addestramento del reparto e di Comandante di compagnia.

Era noto, e temuto, per la disinvoltura con la quale letteralmente inventava esercitazioni di estremo impegno psico fisico, in tutti gli ambienti naturali, a partire dalla montagna: una leggenda maliziosa ma a conti fatti affettuosa lo voleva solito programmare i percorsi delle pattuglie in addestramento, prendendo le distanze con la sua spanna sulla carta al centomila. Non era completamente vero, ma è certo che con le attività addestrative da lui organizzate non si scherzava; e, in fin dei conti, è anche grazie a lui che il nono venne instradato lungo un difficile percorso che lo ha portato in pochi decenni da una dimensione più “artigianale”, nel senso più nobile del termine, ad essere il reparto di punta tra tutti quelli che rivendicano una qualche aggettivazione “speciale” in Italia, ma anche tra le unità di Forze Speciali occidentali.

Ha partecipato alle principali operazioni fuori area italiane a partire dal Libano (nella foto, con il Presidente e il Vice Presidente Nazionale dell’ANPDI durante un’attività nel Paese dei Cedri, nel 1981), fino alla Somalia e ai Balcani.

Ma non fu solo il 9° testimone del suo impegno. Operò a lungo presso il Comando Brigata paracadutisti, trasferendovi le importanti esperienze acquisite nel reparto di Forze Speciali, presso la Scuola di Fanteria e Cavalleria nell’ambito dei Corsi d’Ardimento, nonché presso il COI stesso, all’inizio della ormai lunga vita operativa di questo importante Comando Interforze.
Collocato per raggiunti limiti di età in quiescenza, non mise in un cassetto la sua passione per la vita entusiasmante che l’aveva bruciato senza consumarlo, interessandosi a tutte le tematiche che caratterizzano il rapido e drammatico divenire dell’attuale fase storica. Evidenziò, così, fini doti di analista strategico grazie alle quali seppe proporre in numerose e corpose pubblicazioni le sue osservazioni.

Con lui sparisce un altro emblematico rappresentante di un’epoca nella quale essere paracadutista ed incursore voleva dire prima di tutto essere uomini capaci di assumersi tutte le responsabilità del proprio grado e ruolo, senza mai stancarsi di cercare nuove occasioni per rompersi l’osso del collo. Un’epoca nella quale era un onore rinunciare ai “diritti” che fanno fremere tutti gli influencers e i novelli simil-sindacalisti militari, in cambio di un dovere difficile da assolvere, in un’unità che non accettava mezze misure. Insomma, è stato interprete di un’epoca nella quale l’Esercito e la Folgore sapevano far pienamente percepire ai propri uomini l’importanza e la bellezza del ruolo che ricoprivano, rendendoli così partecipi di uno spirito di corpo che attraversa i decenni e i ruoli.

Infine, era un uomo buono, che ci mancherà.

Folgore!

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