ASSOCIAZIONE NAZIONALE

  PARACADUTISTI D'ITALIA

INAUGURATO IL MONUMENTO AL PARACADUTISTA D’ITALIA A PORTOGRUARO

Sabato 28 settembre 2024, Portogruaro ha vissuto un momento storico con l’inaugurazione ufficiale del monumento dedicato al Paracadutista d’Italia in piazza Unione Europea. L’evento, organizzato dalla sezione A.N.P.d’I. di Portogruaro, ha visto la partecipazione massiccia di autorità, cittadini e rappresentanti delle Forze Armate.

Tra le personalità presenti, spiccavano il Presidente Nazionale ANPd’I, Gen. CA (ris) Marco Bertolini, il Segretario Nazionale, Gen. (ris) Enrico Pollini, il Segretario Tecnico Nazionale, Par. Alberto Benatti, il vicesindaco di Portogruaro dott. Michele Lipani,  il presidente del consiglio comunale dott. Pietro Rembuschi, gli assessori del comune di Portogruaro, dott. Robert Cirfera,  dott. Mattia Nicolò Scavo e dott.ssa Nella Lepore, l’assessore del comune di Concordia Sagitaria e Consigliere della città metropolitana di Venezia, dott. Alberto Canciani, il capogruppo consigliere del Comune di Teglio Veneto, dott. Gennaro Ragosta, oltre a numerose altre cariche amministrative, militari e civili locali.

Il presidente della sezione A.N.P.d’I. di Portogruaro e Consigliere del 3° Gruppo – Triveneto, par. Roberto Dariol, ha espresso profonda gratitudine verso tutti coloro che hanno reso possibile questo evento: “Un particolare apprezzamento va alle istituzioni, alle associazioni e ai soci che hanno collaborato con dedizione e spirito di corpo.”

Nel suo discorso, particolarmente toccante e significativo, Dariol ha sottolineato l’importanza del monumento non solo come simbolo di riconoscimento per i caduti, ma anche come testimonianza tangibile dell’impegno della comunità nel preservare la memoria storica. “Questo monumento,” ha affermato, “sarà custode dello spirito di un popolo e di un esercito in armi, caduti per un’idea di patria senza rimpianto.”

Dariol ha ricordato il significato profondo di questa realizzazione: “Alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma è affidata l’eredità della memoria dei nostri Caduti che meritano di essere onorati con concreti segni tangibili sul territorio, come una sorta di drammatica geografia dei ricordi.” Ha poi enfatizzato il ruolo cruciale di queste associazioni nel “custodire, ma soprattutto tramandare alle nuove generazioni il senso di onore e amore per la patria.”

Un aspetto particolarmente toccante del progetto è stata l’inclusione di una “scatola del tempo” nel calcestruzzo del monumento, contenente oggetti significativi come la sabbia del deserto di El Alamein e una pergamena con i nomi e le firme dei contributori. Questo gesto simbolico, come spiegato da Dariol, “collega il presente con il futuro, un ponte attraverso il tempo che conserva la memoria collettiva di un’epoca per le generazioni future.”

L’inaugurazione ha rappresentato non solo un momento di commemorazione, ma anche un’occasione per riaffermare i valori di lealtà, onore e patriottismo che i paracadutisti hanno sempre incarnato. La cerimonia ha visto la partecipazione di numerosi cittadini e residenti, anche da fuori zona, oltre alle sezioni ANPd’I del 3° Gruppo – Triveneto.

“Con l’inaugurazione di questo monumento,” ha concluso Dariol, “Portogruaro si conferma città di pace e di memoria, orgogliosa delle proprie tradizioni e sempre attenta al riconoscimento dei meriti di coloro che hanno contribuito alla libertà e alla sicurezza della nostra nazione.”

 

LA SEZIONE SANTA LUCIA DI PIAVE INAUGURA IL CIPPO AI PARACADUTISTI D’ITALIA

domenica 29 settembre 2024, la città di Susegana (TV) ha ospitato una commovente e significativa cerimonia per l’inaugurazione del cippo dedicato “Ai Paracadutisti d’Italia”. L’evento, organizzato dalla Sezione di Santa Lucia di Piave dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia (ANPd’I), ha visto una partecipazione numerosa e sentita.

La giornata, che coincide con la festa di San Michele Arcangelo, patrono dei paracadutisti, ha avuto inizio alle 9:30 con l’ammassamento in Piazza Martiri della Libertà. Alle 10:00, la cerimonia è proseguita con l’alzabandiera accompagnata dall’intervento della Banda Musicale di Susegana presso il monumento ai caduti, dove è stata deposta una corona d’alloro in onore di coloro che hanno sacrificato la propria vita per la Patria.

Il momento clou della manifestazione è stato lo scoprimento del cippo “Ai paracadutisti d’Italia”, seguito dalle allocuzioni delle autorità presenti. Tra i partecipanti di spicco, il Segretario Nazionale Gen. ris. Enrico Pollini, il Sindaco di Susegana Gianni Montesel, oltre a numerose autorità civili e militari locali. Significativa anche la presenza dei rappresentanti delle amministrazioni comunali dei comuni confinanti: Fontanelle, Mareno di Piave, Vazzola e Meduna, a testimonianza del forte legame territoriale dell’iniziativa.

La Sezione di Santa Lucia di Piave, ha organizzato l’evento con il patrocinio del Comune di Susegana, dimostrando ancora una volta lo stretto rapporto tra l’associazione e le istituzioni locali. Numerose anche le associazioni Combattentistiche e d’Arma con i propri Labari e Bandiere.

NUCLEO DI TREVIGNANO: NOVE ANNI DI IMPEGNO E DEDIZIONE

Il Nucleo di Trevignano, cuore della Sezione di Treviso dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia (ANPd’I), ha celebrato il suo nono anniversario. Con oltre 40 iscritti, il Nucleo rappresenta un pilastro fondamentale per la Sezione trevigiana, distinguendosi per il suo costante impegno e dedizione.

Le celebrazioni hanno preso il via con l’ammassamento presso la “Casetta del Paracadutista”, luogo simbolo per il Nucleo e punto di riferimento per tutti i soci. Successivamente, i partecipanti si sono riuniti per la celebrazione della Santa Messa che ha preceduto la solenne cerimonia di Onore ai Caduti presso il monumento presente in Piazza. 

Al termine delle celebrazioni ufficiali, i presenti si sono ritrovati per il tradizionale pranzo sociale.

L’evento ha visto la partecipazione dell’amministrazione comunale, rappresentata dal Sindaco di Trevignano, Ing. Franco Bonesso. Nel suo intervento, il primo cittadino ha sottolineato la proficua e duratura collaborazione tra il Nucleo e l’amministrazione comunale. “La presenza nelle varie iniziative locali testimoniano il forte legame tra il Nucleo e la comunità di Trevignano.”

Il Presidente della Sezione di Treviso, Toni Venturato, nel suo discorso conclusivo, ha espresso parole di profonda gratitudine verso i soci: “In questi nove anni di attività, il Nucleo si è distinto per il l’impegno, la rispettabilità e l’alto senso dell’onore”. Concludendo il suo intervento, il Presidente ha ribadito che il nono anniversario del Nucleo di Trevignano non rappresenta solo un momento di celebrazione, ma si configura come un’occasione per rinnovare l’impegno e i valori dell’ANPd’I. “Con il nostro organico e il sostegno dell’amministrazione comunale,” ha dichiarato, “ci prepariamo ad affrontare le sfide future, continuando a rappresentare un punto di riferimento imprescindibile per la Sezione di Treviso e per l’intera comunità .”

L’esempio del Nucleo di Trevignano dimostra in modo tangibile come lo spirito di corpo dei paracadutisti possa tradursi in un impegno concreto e prezioso per il territorio, unendo la memoria storica al servizio attivo per la cittadinanza, e incarnando pienamente i valori di dedizione e servizio che contraddistinguono l’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia.

CERIMONIA INTERNAZIONALE A REDIPUGLIA

Le associazioni d’arma unite per commemorare i caduti

L’11 novembre 2024 si terrà presso il Sacrario Militare di Redipuglia una solenne cerimonia di commemorazione internazionale nell’ambito del progetto “Non Omnis Moriar”, un’iniziativa curata dal Ten. Roberto Machella, Presidente dell’Associazione Culturale Military Historical Center, con la collaborazione di altre prestigiose istituzioni. L’evento è stato ideato per onorare i caduti delle guerre mondiali e tramandare alle nuove generazioni lo spirito delle associazioni d’arma.

La cerimonia, che si prevede di trasformare in un appuntamento annuale, vedrà la partecipazione di oltre 400 persone, tra cui delegazioni diplomatiche, rappresentanze militari, associazioni d’arma e studenti delle scuole medie. Saranno presenti ambasciatori di vari Stati esteri, che depositeranno corone commemorative in memoria dei caduti.

Tra le associazioni partecipanti, l’ANPDI (Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia) avrà un ruolo centrale, con una rappresentanza di 5 paracadutisti. Due di loro avranno l’onore di portare la corona della Gran Bretagna, mentre altri due scorteranno il medagliere nazionale e il delegato diplomatico britannico. Un ulteriore paracadutista avrà l’incarico di accompagnare il blocco degli ospiti militari e civili. Al termine, i sindaci consegneranno ai giovani studenti un diploma di partecipazione, con l’obiettivo di trasmettere loro il valore della memoria e l’importanza della storia.

La cerimonia, voluta per avvicinare i giovani allo spirito delle associazioni d’arma, si concluderà con il trasferimento delle corone a Medea, presso l’Ara Pacis, dove rimarranno come simbolo di pace e memoria.

Coinvolgimento dell’ANPDI

Il Consigliere Nazionale del 3° Gruppo, Roberto Dariol, ha confermato la disponibilità delle sezioni ANPDI del Friuli Venezia Giulia a partecipare attivamente all’evento. 

 

CONSULTA DEL 3° GRUPPO ANPD’I TRIVENETO A PREDAZZO (TV)

Si è tenuta a Predazzo (TN) la Consulta del 3° gruppo dei presidenti delle sezioni ANPd’I  del Triveneto. 

L’evento è stato organizzato dalla locale sezione ANPd’I “Femme Fassa”, presieduta dal M.M.A. Gianfranco Dal Ben. Tra le numerose autorità presenti: il Sindaco di Predazzo (TN), Paolo Boninsegna e la Consigliera provinciale, Maria Bosin. Alla cerimonia d’apertura era schierato anche un plotone della Scuola Alpina della Guardia di Finanza di stanza a Predazzo.

Cerimonia e Onori ai Caduti

La giornata è iniziata con la cerimonia dell’Alzabandiera, seguita da una sfilata fino al Monumento ai Caduti. Qui, in un momento di commemorazione, è stata deposta una corona d’alloro in onore di coloro che hanno sacrificato la loro vita per la patria.

I lavori assembleari si sono svolti nella sala del Municipio di Predazzo. Durante l’incontro, il Segretario Tecnico, Par. Alberto Benati, ha illustrato ai presenti la recente sentenza del Consiglio di Stato del 6 settembre 2024, che stabilisce: “L’attività paracadutistica di interesse militare svolta dall’Associazione sotto il controllo del Ministero della Difesa non esclude l’impiego di velivoli civili e l’impiego di paracadute vincolato a calotta emisferica“. Un importante riconoscimento per l’ANPd’I che conferma la legittimità delle proprie attività.

Discussioni e Prospettive 

I lavori sono proseguiti con la partecipazione attiva di tutte le sezioni presenti. Sono emersi diversi spunti e suggerimenti, condivisi con il Consigliere Nazionale, par. Roberto Dariol. Lo scambio di idee ha evidenziato lo spirito di collaborazione e coesione all’interno dell’associazione. L’incontro si è concluso con l’annuncio della prossima consulta del 3° Gruppo, che sarà organizzata dalla sezione “Basso Veronese” a Bovolone (VR).

 

10 ANNI DI STORIA PER IL NUCLEO DI ARCUGNANO – SEZIONE BERICA

L’evento, organizzato in collaborazione con la Sezione Berica e il Nucleo Basso Vicentino, ha visto una partecipazione numerosa e variegata, testimoniando il forte legame tra i paracadutisti e la comunità locale.

Domenica 1 settembre, ad Arcugnano, si è svolta una significativa cerimonia per celebrare il 10° anniversario della costituzione del Nucleo dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia (ANPd’I).

Una cerimonia ricca di presenze illustri

La celebrazione ha riunito numerose sezioni e nuclei ANPd’I, altre associazioni d’arma e di volontariato, oltre a diverse autorità civili e militari. Tra le figure di spicco presenti alla cerimonia, si è distinto il Col. Stefen Skell, comandante della 207ma Brigata di intelligence militare USA, accompagnato da altri veterani americani, a testimonianza del forte legame tra la comunità locale e le forze militari statunitensi di stanza nella zona.

L’amministrazione comunale di Arcugnano era ben rappresentata, con la presenza del Sindaco, Ing. Marco Carollo, e di vari assessori. Non sono mancati i rappresentanti delle istituzioni provinciali e dei comuni limitrofi, tra cui il Comune di Vicenza e il Comune di Zovencedo.

La cerimonia ha visto anche la partecipazione attiva di varie associazioni d’arma e di volontariato. Il CISOM era presente con il LGT. Antonio Quaglia, l’Associazione Arma Aeronautica con il capogruppo Alberto da Soghe, e l’ANMI era rappresentata dal vicepresidente provinciale. L’Arma dei Carabinieri ha partecipato con personale sia in servizio che in congedo, mentre i cinque gruppi Alpini di Arcugnano hanno dato il loro contributo, seppur in numero ridotto a causa di concomitanti impegni altrove.

La Protezione Civile di Arcugnano ha fornito un prezioso supporto logistico. Numerose altre associazioni di volontariato hanno arricchito con la loro presenza il tessuto sociale dell’evento. La Pro Loco di Arcugnano era rappresentata dal suo presidente, il paracadutista Gianni Vendramin.

Un momento di particolare solennità è stato conferito dalla presenza del Labaro Nazionale e del Consigliere Nazionale par. Roberto Dariol, che ha tenuto un apprezzato intervento.

Il discorso del Presidente Mariano Pasqualin

Nel suo discorso, il Presidente della Sezione Berica e fondatore del Nucleo Arcugnano, par. Mariano Pasqualin, ha sottolineato l’importanza dell’evento e ringraziato le numerose autorità e associazioni presenti. Il Presidente ha ricordato le origini del Nucleo, nato dalla volontà di alcuni paracadutisti che, con pazienza e dedizione, sono riusciti a riunire tanti altri commilitoni, permettendo così la formazione di un Nucleo ufficialmente riconosciuto dall’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia.

Un decennio di attività e impegno

Pasqualin ha ripercorso le principali attività svolte dal Nucleo in questi dieci anni. Tra le iniziative più significative, ha menzionato la realizzazione di un cippo commemorativo, la posa di una stele presso il monumento di Villabalzana e l’installazione di una targa marmorea nel nuovo monumento comunale.  Ha inoltre evidenziato l’integrazione del Nucleo nel tessuto sociale di Arcugnano. L’obiettivo iniziale di collaborare con le altre associazioni d’arma e di volontariato del comune è stato pienamente raggiunto. Oggi, il Nucleo partecipa attivamente a numerose iniziative promosse dall’Amministrazione Comunale e dalle altre associazioni. L’attività del Nucleo si è estesa anche oltre i confini comunali, con collaborazioni con le scuole di Lonigo per promuovere lo sport e la conoscenza del paracadutismo.

La giornata si è conclusa con un sentito “Viva l’Italia, Viva i paracadutisti”, a testimonianza dello spirito patriottico e del forte legame che unisce i membri dell’ANPd’I, pronti a guardare al futuro con lo stesso coraggio e dedizione che li ha sempre contraddistinti.

CERIMONIA AL BOSCO DELLE PENNE MOZZE DI CISON DI VAMARINO.

Toccante e significativa cerimonia organizzata dalla sezione ANPd’I di Vittorio Veneto per ricordare tutti i caduti.

Si è svolta domenica 8 settembre la cerimonia presso il Bosco delle Penne Mozze di Cison di Valmarino in provincia di Treviso. A dare vita alla suggestiva celebrazione è stata la locale sezione di Vittorio Veneto, presieduta dal par.  Davide Sommavilla. In questo luogo suggestivo sorge un monumento dedicato ai Paracadutisti, valorosi combattenti che hanno perso la vita per la Patria, affrontando il pericolo con coraggio e forza indomita.

Il Bosco delle Penne Mozze: un memoriale nella natura

Inaugurato l’8 ottobre 1972, il Bosco delle “Penne Mozze” si trova in una posizione panoramica delle prealpi trevigiane a Cison di Valmarino. Si estende su un’area di oltre 16.000 mq e nasce dall’idea del prof. Mario Altarui di “ricordare con una pianta ed una stele tutti i caduti alpini nati in provincia di Treviso”. Ma qui giace il ricordo per tutti i caduti, anche paracadutisti, ricordati con monumenti e cippi alla memoria. Nel bosco sono state piantate numerose piante, tracciati sentieri dedicati alle Medaglie d’Oro e realizzate oltre 2000 stele in ricordo dei caduti, opera del maestro Simon Benetton.

La cerimonia: un momento di riflessione e ricordo

 

Alla cerimonia, organizzata dalla sezione di Vittorio Veneto, erano presenti numerose sezioni ANPd’I e il Consigliere Nazionale del terzo gruppo, paracadutista Roberto Dariol. Nel suo discorso, Dariol ha sottolineato l’importanza di questo luogo sacro:

“Ci troviamo oggi in questo luogo sacro, il Bosco delle Penne Mozze, dove ogni albero racconta una storia di coraggio, di sacrificio e di amore per la Patria. Questo bosco non è solo un luogo di ricordo, ma è anche un simbolo vivente della forza e dello spirito del Corpo degli Alpini.”

Dariol ha ricordato il sacrificio di coloro che hanno donato la propria vita per la Patria, sottolineando l’importanza di mantenere viva la memoria:

“La memoria non è solo un atto di commemorazione, ma un impegno quotidiano. È la promessa che i valori per i quali questi uomini hanno combattuto – il senso del dovere, la solidarietà, l’amore per la nostra terra – continueranno a vivere in noi e nelle generazioni future.”

Il Consigliere Nazionale ha concluso il suo intervento con un appello a fare tesoro dell’esempio e a far sì che il Bosco delle Penne Mozze continui ad essere un luogo di riflessione, impegno e pace.

La cerimonia si è conclusa con un momento di raccoglimento.

 

RITORNO AL PASSATO O AL FUTURO? ALCUNE RIFLESSIONI SUL CAMBIO DI DIPENDENZA DELLA FOLGORE

Il Generale Marco Bertolini approfondisce il significato e le conseguenze del cambio di dipendenza della Brigata Folgore.

 

Il recente cambio di dipendenza della Brigata paracadutisti Folgore ha riacceso il dibattito tra i paracadutisti e gli appassionati del mondo militare, sollevando domande cruciali sul futuro di questa storica unità. In questo comunicato, il Gen. CA (ris) Marco Bertolini, Presidente Nazionale dell’ANPd’I, offre una riflessione approfondita su questa decisione e sulle sue implicazioni per la Folgore e per l’Esercito italiano nel suo complesso. Le parole del Generale tracciano un filo che lega passato e futuro, mettendo in luce le sfide e le opportunità che questo cambiamento porta con sé. Un’analisi che va oltre le apparenze, per comprendere il vero significato di un provvedimento che riguarda da vicino tutti coloro che hanno a cuore le sorti della nostra Grande Unità elementare.

Comunicato:

Il precedente articolo su assopar.it in merito al passaggio di dipendenza della Brigata paracadutisti Folgore dal Comando Forze Operative Nord al Comando delle Forze Operative Terrestri (Comfoter) ha registrato moltissime visualizzazioni e ha innescato molti commenti che testimoniano l’attenzione che i nostri soci riservano per la nostra Grande Unità elementare (G.U.el.) di riferimento. Tra i molti commenti di soddisfazione per il provvedimento ordinativo e di gratitudine per il nuovo Capo di SME (Gen. Carmine Masiello) che l’ha voluto, ne compaiono però alcuni che mi fanno ritenere non inutili alcune considerazioni anche da parte mia. Non ho naturalmente la pretesa di esaurire in poche righe una questione molto complessa, dalle moltissime implicazioni non solo di carattere operativo in senso stretto che attengono anche alla realtà attuale della Forza Armata nel suo complesso, ma credo che il provvedimento meriti la consapevole attenzione dell’Associazione che rappresenta i paracadutisti e il paracadutismo militare nell’ambito civile.

L’Esercito è una realtà poliedrica e sfaccettata (divisa in Armi e Specialità di vario genere) e questo è il valore aggiunto che lo differenzia dalle altre Forze Armate.

Certo, anche Marina, Aeronautica e Carabinieri hanno realtà al proprio interno che si differenziano dalla “norma” della relativa Forza Armata, o dell’Arma per i CC, ma per l’Esercito non esiste neppure una “norma” alla quale fare riferimento e le sue varie componenti, seppur a livello distinto e con diversi pesi specifici, concorrono tutte allo scopo comune con prestazioni indispensabili, a pari dignità. Per fare un esempio, senza l’Arma delle trasmissioni le migliori unità corazzate, di fanteria o di artiglieria non sarebbero in grado di svolgere alcun compito operativo significativo. Viceversa, senza le unità da combattimento, l’Arma delle trasmissioni non avrebbe ragion d’essere. Lo stesso vale per le unità del genio o per quelle logistiche che svolgono un ruolo fondamentale nell’alimentazione dello strumento operativo. Ci sono insomma differenze, anche grandi, tra le varie realtà, ma ognuna di queste è funzionale all’obiettivo complessivo e comune. Per fare un altro esempio riferito agli scenari attuali, il fatto di dotarsi dei migliori paracadutisti, delle migliori Forze Speciali o delle più professionali truppe da montagna, sarebbe insufficiente se queste unità non fossero inquadrate in un contesto rappresentato da una adeguata quantità di reparti corazzati, di fanteria e di artiglieria come quelli che vediamo operare da entrambe le parti in Ucraina. E viceversa.

Data per scontata questa pari dignità e pari importanza tra tutte le realtà della Forza Armata, la rispettiva collocazione ordinativa deve rispondere a criteri di funzionalità operativa specifici.

Poco servirebbe far dipendere gli alpini da un Comando Territoriale in Sicilia o da un Comando di unità corazzate, ad esempio, per motivi sui quali non credo ci sia bisogno di soffermarsi. A maggior ragione, non avrebbe senso far dipendere le Forze Speciali, designate per la condotta di compiti di rilevanza strategica, da un Comando di livello tattico (Divisione, Brigata, reggimento). Questa considerazione è stata alla base della nascita del COFS a livello Difesa nel 2004 e del COMFOSE in ambito Esercito un decennio dopo. Ma lo stesso principio in qualche misura vale per i paracadutisti. Si tratta, nel loro caso, di forze di particolare rilevanza per il tipo di personale, per la selezione dello stesso, per l’addestramento che prevede l’impiego con stretti tempi di preavviso, nonché per la vocazione ad operare anche con elevati livelli di autonomia tattica. Essendo unità “leggere” per costruzione (almeno quelle dei paesi come l’Italia) non possono comunque produrre sforzi prolungati nel tempo senza un adeguato rinforzo tattico e logistico che deve arrivare dall’esterno.

Di fatto, queste caratteristiche dovrebbero fare considerare i paracadutisti unità “di pronto impiego” per far fronte a esigenze improvvise, o unità di riserva da utilizzare a ragion veduta dove la situazione tattica lo richieda.

Al contrario, azioni strategiche a seguito di aviolanci/aviosbarchi d’assalto in grande scala che si propongano di raggiungere quasi autonomamente l’obiettivo della battaglia non sono più avvenuti dopo l’invasione di Creta da parte dei fallschirmjager tedeschi nel 1941. Anche nell’operazione Overlord con la quale iniziò l’invasione della “Fortezza Europa” da Nord, infatti, il lancio dei paracadutisti alleati rappresentava solo un tassello di un disegno molto più ampio che coinvolgeva unità da sbarco, unità di fanteria, unità corazzate, di artiglieria, del genio, eccetera, limitando la disamina alle sole forze di terra.

Le prime operazioni fuori area.

Questa idea di avere nei paracadutisti un’unità spendibile da parte del Comando superiore (a livello tattico o strategico) era in un certo senso rispecchiata dalla realtà delle nostre aviotruppe nel dopoguerra, quando negli anni ’70 si era arrivati alla configurazione della Folgore che ha affrontato le prime operazioni fuori area. La Folgore di quell’epoca, infatti, non era inserita in una delle Divisioni delle quali ancora disponevamo e dipendeva per le attività di guarnigione e ai fini amministrativi, di gestione del personale e logistici da un comando territoriale (Il comando Regione Militare Tosco Emiliana); ma ai fini operativi era lo Stato Maggiore dell’Esercito che la impiegava, come avvenne nelle prime operazioni fuori area per le quali il paese non era ancora preparato (Libano, Nord Iraq e Somalia). Nello specifico, il fatto che i paracadutisti (anche quelli di leva) scegliessero volontariamente la specialità superando un impegnativo corso di paracadutismo, nel nostro strumento militare basato ancora sulla coscrizione obbligatoria consentiva di prescindere dalla volontarietà che veniva invece chiesta ai militari delle altre Armi per essere impiegati in operazioni all’estero. Ai paracadutisti non era necessario chiedere niente, insomma, fermo restando che chi avesse avuto problemi sarebbe stato lasciato in Italia. Ma non accadeva quasi mai.

 

C’è da osservare che la Brigata di allora (che arrivava ad inquadrare anche più di 12.000 uomini come una Divisione) era a sua volta composta da unità che da un punto di vista dell’impiego potevano rispondere per esigenze particolari a Comandi diversi e sovraordinati alla G.U.el. stessa. Era questo il caso del 9°btg.d’assalto par.”Col Moschin” che spesso veniva precettato dallo SME, che ne curava e monitorava direttamente l’equipaggiamento  e l’addestramento tramite l’Ufficio Operazioni del III Reparto, il 1° btg.CC par.”Tuscania” frequentemente impiegato direttamente dal Comando Generale dell’Arma soprattutto per il controllo di selezionate aree del paese a supporto e integrazione dell’Arma territoriale, il 26°gr.sqd.elicotteri ”Giove” per molti aspetti soprattutto di carattere normativo e logistico collegato direttamente al Comando AVES, per concludere ovviamente con la SMIPAR che, prima di transitare nella Brigata dipendeva dall’Ispettorato delle Armi di Fanteria e Cavalleria. Insomma, una realtà particolare e “unica” quella della Folgore, che però funzionava.

L’ultimo quinquennio

Si arrivò così all’ultimo quinquennio del secolo scorso, quando la Forza Armata intraprese una nuova strada con le figure dei “Volontari” (termine che a mio parere si è sostituito con troppa disinvoltura alla nobile qualifica di “Soldato”) proprio per marcare anche semanticamente una differenza tra il personale di leva e quello “professionista” del quale si sentiva bisogno, soprattutto dopo i Caduti di leva in Somalia.

 

Il cambio di tipologia di personale (tutti Volontari, insomma) convinse la FA che era il momento di cambiare anche ordinativamente la struttura dell’Esercito. In un certo senso non c’era più bisogno dei paracadutisti come sostituti delle altre specialità ormai tutte basate su “professionisti“ (anche questo brutto termine meriterebbe qualche riflessione critica) e in Bosnia nel ’95 i primi ad essere impiegati furono infatti i bersaglieri della Garibaldi, anche se con un supporto qualificato di alcuni Ufficiali della Folgore, tra i quali il Vice Presidente Nazionale e quello che ora è il Capo di SME, all’epoca nel grado di Maggiore. Man mano si alternarono in quel teatro, e in quelli che seguirono, anche alpini, fanti, cavalieri e così via fino ai giorni nostri.

 

Le ristrutturazioni

Contemporaneamente, l’Esercito subiva varie ristrutturazioni, costantemente in termini riduttivi, fino ad arrivare alla situazione attuale nella quale le G.U. operative superstiti dipendono da due Comandi delle Forze Operative (Nord a Padova e Sud a Napoli), mentre il livello a questi Comandi sovraordinato (COMFOTER) mantiene alle sue dipendenze anche  2 Divisioni “di pianificazione” (senza Brigate alle dipendenze) e, dall’atto della sua creazione, il Comando Forze per le Operazioni Speciali dell’Esercito (COMFOSE).

Queste trasformazioni non sono state indolori per la Folgore, inserita come una G.U.el. ”qualsiasi” alle dipendenze del COMFOP Nord presso il quale non erano presenti, anche per una semplice ragione di carattere geografico, Ufficiali con pregresse esperienze sulle peculiarità della Brigata e sulle specifiche necessità della sua attività principe. La proposta di un Comando Aviotruppe che, in analogia al Comando Truppe Alpine, inquadrasse Folgore, Forze Speciali e, magari, Brigata aeromobile, era infatti stato accantonato definitivamente da anni e forse anche per questa naturale mancanza di sensibilità per la “chimica” particolare dei paracadutisti, l’attività aviolancistica della Folgore che già da tempo soffriva a causa di una costante carenza di vettori rispetto al passato, si fece acuta fino a ridursi al lumicino. Tra le cause di questa crisi anche le conseguenze di una serie di processi per incidenti aviolancistici di fronte ai quali la Brigata venne lasciata da sola a cercare di contemperare le esigenze addestrative (che hanno la loro origine nelle esigenze operative, è sempre il caso di rammentarlo) con un approccio da “antinfortunistica” che cominciava allora a insinuarsi paradossalmente nelle attività addestrative, fino a debordare successivamente anche in quelle operative. Comunque sia, da qui la ricerca di soluzioni innovative, come il “pallone” aerostatico, che comunque porta in dote altri problemi pratici e normativi da affrontare. Che anche l’ANPDI in un contesto del genere si sia sentita sguarnita nel difendere l’attività aviolancistica che da quasi ottant’anni svolgeva per conto dell’Esercito è quindi ovvio.

 

Comunque, tornando alla nostra Brigata, impiegare la Folgore o una qualsiasi Brigata alpini o di fanteria nelle operazioni fuori area era ormai ritenuto indifferente e, con la fine del ventennale impiego in Afghanistan, si faceva sempre più pressante l’impiego in attività di rilevanza operativa quasi nulla per le FA come Strade Sicure, con migliaia di uomini a piantonare stazioni e strade cittadine, sottraendo risorse e tempo all’addestramento. Naturalmente la Folgore non è stata esentata da questa nuova necessità, ribaltando un po’ quella che era la norma del passato quando si cercava di preservare l’addestramento dell’unica G.U.el. composta da personale in qualche modo “volontario”.

Un ritorno al  passato per guardare al futuro

Ecco, è in questo contesto che la decisione del Capo di SME si inserisce, non sappiamo se esclusivamente sua sponte (come ritengo molto probabile) o come conseguenza di uno studio precedente. L’attribuzione della dipendenza della Folgore dal COMFOTER rappresenta insomma un “ritorno al passato”, indispensabile però per affrontare un futuro che non sarà tranquillo. Certamente non basta un tratto di penna o il cambio di una lineetta in un grafico ordinativo per cambiare la situazione. Così come non si possono fare buoni soldati con la fotocopiatrice, non si possono con la stessa stampare soldi da destinare alle caserme, all’addestramento ed ai materiali. Ma il fatto di posizionare la Folgore alle dipendenze dello stesso Alto Comando dal quale dipende il COMFOSE (per due terzi composto da unità che nella Folgore sono nate e che della Folgore continuano a rappresentare un riferimento assoluto, Col Moschin e 185°RRAO) rappresenta un atto di giustizia e soprattutto crea le premesse perchè alle complesse problematiche della Brigata venga riservata la necessaria attenzione e cura.

Grazie ancora allo SME e al suo Capo per questo provvedimento che ci rende ancora più orgogliosi di quello che cerchiamo, spesso con “logori arnesi” come diceva Kipling, di rappresentare.

Il Presidente Nazionale dell’ANPd’I – Gen. CA (ris) Marco Bertolini

ULTIMO LANCIO PER IL PARACADUTISTA VALERIO DE FINA, SOCIO FONDATORE DELLA SEZIONE ANPd’I DI ALPAGO

Il 10 maggio 2024, Valerio De Fina, figura storica e punto di riferimento per la Sezione ANPd’I di Alpago, ha effettuato il suo ultimo lancio. Valerio, noto per la sua lunga carriera in ruoli dirigenziali, è stato tra i fondatori della Sezione di Alpago, ricoprendo il ruolo di primo vicepresidente.

La sua dedizione e il suo impegno sono stati fondamentali sin dalla creazione del Nucleo, partecipando attivamente a tutte le iniziative e offrendo la sua vasta esperienza e capacità organizzativa. Tra i suoi più grandi contributi, spicca l’idea che 14 anni fa ha dato vita al progetto a Cima Vallona, un’iniziativa che tutt’oggi continua con successo e porta lustro a tutta l’ANPd’I.

Grazie a Valerio De Fina, la Sezione di Alpago ha potuto crescere e affermarsi come una realtà solida e attiva, partecipando a numerose manifestazioni e progetti di valore.

Con il suo ultimo lancio, Valerio lascia un’eredità di esempio e dedizione, che continuerà a ispirare tutti i soci dell’ANPd’I.

La Sezione ANPd’I di Alpago e tutta l’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia si stringono nel ricordo di un uomo che ha saputo fare della passione e del servizio una missione di vita.

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