Fin dalla sua nascita, ad opera di ex combattenti, sollecitati sia da giovani reduci dal servizio alle armi, sia da giovanissimi sui quali l’ardimento giocava un ruolo di primo piano, l’Associazione ha mirato ad un programma, a quel tempo ritenuto da molti utopistico, finalizzato al coinvolgimento di ben precisi settori dell’Esercito e dell’ Aeronautica. Tale programma doveva trovare nel corso degli anni piena attuazione grazie all’entusiasmo, non disgiunto da un ostinato impegno, dei nostri “Padri fondatori” ed alla sensibilità dei vertici delle Autorità militari.
L’11 gennaio 1946 nasce così l’A.P.I. (Associazione Paracadutisti Italiani), che intuisce fin dai primordi quale potrà e dovrà essere il futuro di un’associazione paracadutisti, nonché i programmi irrinunciabili per cui in questo spirito si inizia senza porre indugi un’instancabile opera di proselitismo suffragata dalla prima sperimentale attività lancistica. In poco tempo gli iscritti all’A.P.I. aumentano e nascono le prime Sezioni territoriali.
l 20 giugno 1949 si tiene la prima Assemblea nazionale dell’A.P.I.. In questa sede viene deciso lo scioglimento dell’A.P.I. e la costituzione di un “Comitato Coordinamento Attività Paracadutistica Civile”. Non inganni il termine “civile” poiché anche in questa circostanza i suoi promotori sanno che le loro radici affondano nel passato militare ed in esso non v’è paracadutista giovane od anziano, che non si riconosca. Il Comitato a un certo punto propone e fonda l’A.S.A. (Associazione Sport Aerei). Il “modus operandi” dei suoi vertici lascia però intravedere una certa insofferenza per le tradizioni per cui, com’era da attendersi, l’A.S.A. è indotta a chiudere i battenti per lasciare spazio ad altro sodalizio, ossia alla F.I.P.C.S. (Federazione Italiana Paracadutismo Civile Sportivo) trasformatasi in seguito (su sollecitazione degli ex combattenti) in F.I.P.S. (Federazione Italiana Paracadutismo Sportivo).
Ma ai paracadutisti italiani ed alla maggior parte dei loro dirigenti mal s’addice il termine “sportivo” il quale già di per sé induce a pensare ad un sodalizio di solo atleti. E’ una dicitura che alla maggioranza degli associati va stretta; né può essere diversamente considerate le tradizioni di guerra vivissime. Nasce così l’ Associazione Nazionale Paracadutisti. L’A.N.P. sarà finalmente riconosciuta quale associazione con DPR n° 629 del 10 febbraio 1956. Si realizza così il sogno di tutti quei paracadutisti che a giusto titolo reputano e intendono l’Associazione indiscussa filiazione dei reparti in armi. Quattro anni dopo il riconoscimento dell’Associazione dei parà come Associazione d’Arma, con analogo decreto presidenziale, l’Associazione assume l’attuale e definitiva denominazione di Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia della quale tutti i soci vanno a giusto titolo orgogliosi.
Nel 1960, l’Associazione comincia a creare le strutture alle quali da sempre aveva mirato. Nascono e si sviluppano in spirito fraterno i rapporti con i reparti in armi i quali con le loro esperienze ed i loro supporti concorrono a vivacizzare l’opera associativa. In tutta la penisola s’aprono nuove Sezioni che in breve tempo superano il centinaio e che raccolgono accanto ai vecchi combattenti i giovani provenienti dai reparti militari ed i giovanissimi amanti dell’ardimento. Ogni Sezione considera ovviamente scopo primario il ricordo e l’esaltazione dei paracadutisti in guerra: quelli dell’Africa settentrionale, della Campagna d’Italia con i suoi combattenti sia del Nord sia del Sud il cui abbraccio, indice di fraternità, era avvenuto già nel lontano 1946 quando l’ombra delle contrastanti scelte di un infausto momento storico era svanita nel ricordo delle comuni sofferenze.
Fedeli a questi principi, le Sezioni aprono le porte ai giovani, organizzano per loro corsi allievi paracadutisti alla conclusione dei quali l’idoneità di ogni singolo aspirante sarà vagliata anche dal Centro Militare di Paracadutismo in forza di una convenzione stipulata con lo S.M.E., ed in seguito dalla SMIPAR (Scuola Militare di Paracadutismo di Pisa), oggi divenuta Ca.Par. (Centro Addestramento Paracadutisti).
Da decenni la Brigata Paracadutisti «Folgore» mette a disposizione il materiale di lancio ed il personale tecnico; la 46^ Brigata aerea dell’Aeronautica Militare e l’Aviazione dell’Esercito forniscono i velivoli. Così l’Associazione brevetta i suoi paracadutisti con un corso e dei materiali con le stesse caratteristiche, a quelli seguiti e utilizzati dalle aviotruppe in armi. Ancora oggi, questo è possibile solo in Italia e con l’A.N.P.d’I.. Ma non è tutto. Per far fronte alle sempre maggiori esigenze varie Sezioni pongono in essere un programma ancor più impegnativo: dopo la felice esperienza della prima Scuola Nazionale di Paracadutismo di Pavullo dotata di un aereo dell’Associazione, aprono altre scuole e centri con propri materiali ed aerei.
Oggi l’Associazione si articola su oltre 130 Sezioni distribuite sul territorio Nazionale e dispone di 5 Scuole di Paracadutismo.