ASSOCIAZIONE NAZIONALE

  PARACADUTISTI D'ITALIA

IL GEN. C.A. MASSIMO SCALA ASSUME IL COMANDO DEL COMFOTER

Si è tenuto a Roma il passaggio di consegne del Comando del COMFOTER tra il Gen. C.A. Gaetano Zauner (cedente e prossimo al collocamento in quiescenza) e il Gen.C.A.Massimo Scala (subentrante). La cerimonia è stata presieduta dal Capo di SME, Generale Carmine Masiello che nel suo intervento dopo aver tratteggiato la carriera del cedente e del subentrante ha avuto forti parole all’indirizzo degli astanti, ribadendo la necessità di una rivoluzione culturale nella forza armata per metterla in condizioni di fronteggiare le sfide attuali. Nulla può essere dato per scontato ed ha richiamato i presenti a farsi carico delle proprie responsabilità per il bene dell’esercito e della Patria.

Tra le associazioni presenti, è stata molto apprezzata dai presenti -tra i quali spiccavano moltissime greche col basco amaranto – anche l’ANPDI con il proprio labaro (il Medagliere sarà presente a Casa Grizzano e non era disponibile) nelle mani del Consigliere Nazionale Oreste Casciaro, accompagnato dal Col. Angelo Palmas, socio della sezione di Anzio.

Il Gen. Scala è un Ufficiale del Genio paracadutista che ha nel suo DNA lo spirito della Folgore, acquisito presso la compagnia Genio della Folgore e è in successivi importanti incarichi di vertice nella Forza Armata. A margine della cerimonia, nel corso del successivo vin d’honneur il Capo di SME ha rassicurato il Presidente Nazionale sulla continuazione delle attività volte a rimuovere gli ostacoli per una riattivazione della circ.1400.

Il Presidente Nazionale Gen.C.A. (ris) Marco Bertolini

CONFERENZA DEL GEN.B.( RIS) RAFFAELE IUBINI SU OPERAZIONE HERRING, FIRENZE 23 MAGGIO.

Il nostro Vice Presidente Nazionale sarà relatore di una conferenza sull’operazione Herring a Firenze, promossa dall’Associazione Nazionale Combattenti delle Forze Armate regolari nella Guerra di Liberazione (ANCFARGL). Si tratta di un’altra occasione per rievocare uno dei momenti più belli della nostra storia nell’ottantesimo anniversario. Il Generale Iubini porterà come valore aggiunto all’evento alcune memorie del Padre, l’Aiutante di Battaglia Abelardo Iubini una delle pietre angolari dell’ANPDI, che della battaglia fu uno dei protagonisti principali.

ALTRO SPETTACOLARE LANCIO DI ITALA 3300

Altro Spettacolare lancio del Colonnello  (ris) Paolo Filippini, direttore del Centro sportivo di paracadutismo dell’ANPDI presso l’aviosuperficie di Valdera, sede dell’aeroclub di Pisa, l’11 maggio.

La Bandiera è stata denominata Itala 3300 per descriverne lo spirito e la finalità in onore della nostra Patria nonché le dimensioni record, 3300 mq. Le foto sono di Tino Colombo, storico e appassionato paracadutista ANPDI. Grazie Paolo e grazie Tino!

 

ARGIROCASTRO: 160 LANCI NELLA SESTA ESERCITAZIONE

Ancora una volta la suggestiva cittadina di Argirocastro, in Albania, ha ospitato i nostri paracadutisti con la sua accoglienza calorosa. L’entusiasmo dei partecipanti ha trasformato questa esperienza in un appuntamento atteso, non a caso ripetutosi per la sesta volta in soli due anni. E’ quindi una naturale conseguenza che sia cresciuta in numero la delegazione partecipante: oltre settanta persone tra staff, paracadutisti ed accompagnatori.

Chi vi ha già partecipato desidera tornarvi, e molti altri si interessano per unirsi a quest’avventura oltre l’Adriatico; del resto è ormai diffusamente acquisita la consapevolezza di contribuire, in tal modo, a mantener viva la capacità operativa dell’Associazione, in attesa della luce verde in Patria.

Tra l’altro, l’ordinata ed efficiente dislocazione all’estero di dotazioni e personale non solo conferma il mantenimento della citata capacità di condurre esercitazioni di aviolancio con organizzazione propria, ma rivela altresì una acquisita capacità di proiezione in terra straniera, che tutto è fuorché scontata.

Ancora una volta il nostro grazie va principalmente ad Egestina Levani di Skydive Albania e Antonio Guzzo, Direttore della Scuola ANPdI di Ancona, oltre che componente del Coordinamento per il paracadutismo sportivo, che in perfetta sinergia “spianano” i piccoli e grandi problemi connaturati a queste occasioni.

E’ quindi in questa cornice che dal 1° al 4 maggio si è svolta la sesta esercitazione aviolancistica dell’ANPdI ad Argirocastro, con numeri di tutto rispetto.

L’esercitazione, infatti, ha visto la partecipazione di circa 50 paracadutisti provenienti da 9 Gruppi Regionali (2°, 3°, 4°, 5°, 6°, 7°, 8°, 9°, 10°), che nel complesso hanno effettuato 160 lanci, distribuiti su 40 decolli.

Come di consueto la delegazione è stata rappresentativa dell’Associazione a tutti i livelli, avendo potuto contare su:

  • 2 componenti della Giunta Esecutiva Nazionale (Segretario Generale, Gen. B (ris) Enrico Pollini, e Segretario Tecnico Nazionale, par. Alberto Benatti);
  • 1 Consigliere Nazionale (par. Pino Perrone, Xª Zona);
  • 1 componente del Collegio Nazionale dei Garanti (prof. Valter Sergo);
  • 2 componenti della Commissione Tecnica Nazionale (par. Domenico Aloi e par. Gilberto Zenoni);
  • 2 Direttori di Scuola ANPdI (par. Antonio Guzzo per la Scuola di Ancona, e par. Lucio Fusco per la Scuola di Ferrara);
  • il Direttore del Centro Sportivo dell’ANPdI (par. Nicola Trusiani);
  • 6 Presidenti di Sezione (par. Lamberto Agostinelli, Sez. di Ancona; par. Pietro Preite, Sez. di Cosenza; par. Giovanni Sanapo, Sez. di Lecce; par. Massimo Lodi Silvio, Sez. di Mantova; par. Vincenzo Criscione, Sez. di Ragusa; par. Marco Mattia Magretti, Sez. di Roma)

L’accurata pianificazione aveva previsto sin dalla partenza dall’Italia il potenziamento dello staff, ed in particolare delle linee di ripiegamento, che come di consueto hanno funzionato alla perfezione per qualità ed intensità del lavoro svolto.

Ciò ha consentito di far fronte agevolmente anche a condizioni di vento che in alcuni momenti hanno obbligato allo ZYC 2, come ad esempio quando sono stati spiantati, nel pomeriggio del 1° maggio, ben 5 decolli già imbragati, di cui uno già imbarcato sul velivolo pronto a rullare (a proposito: non un lamento da parte dei paracadutisti!).

Perfettamente riuscito, in aggiunta, il coordinamento con l’attività sportiva parallelamente portata avanti da Skydive Albania, che al contempo ha effettuato veramente molti lanci tandem, segno di una costante crescita delle sue attività.

Con questo nuovo successo, l’ANPdI conferma la sua determinazione a portare avanti, attraverso la sua attività più iconica, i valori e le tradizioni del paracadutismo miliare italiano.

Ma non è tutto.

In questo periodo di forzata inattività aviolancistica in Italia, il cielo d’Albania, con i suoi colori straordinari, si è rivelato non un semplice ripiego, bensì un’occasione di rigenerazione anche per lo spirito del sodalizio.

La trasferta in Albania, è vero, comporta indubbiamente un notevole sforzo organizzativo e un significativo sacrificio personale per i paracadutisti. Lontano dalle proprie sedi abituali, essi dedicano tempo ed energie per mantenere viva quella fiamma che li unisce all’Associazione.

Eppure, in questo contesto di impegno e sacrificio, sta emergendo un risvolto per certi versi inatteso quanto prezioso: un rinnovato spirito di coesione. L’esperienza condivisa di operare in un ambiente diverso, superando insieme le sfide logistiche e operative, sta rinsaldando i legami tra i paracadutisti.

La distanza forzata dalla “comodità” dei lanci vicino a casa, sta paradossalmente rispolverando un autentico spirito di attaccamento. Laddove, per alcuni (ma per fortuna non per tutti), in Italia il lancio si era ridotto a un rapido adempimento individualistico, l’esperienza albanese sta riaffermando il senso profondo dell’appartenenza a una comunità. La condivisione della fatica, il supporto reciproco e la consapevolezza di un obiettivo comune stanno riportando alla luce un senso di appartenenza più forte e autentico.

Da Argirocastro, dunque, non tornano semplici paracadutisti che hanno mantenuto l’allenamento. Ritorna un’ANPDI arricchita da un’esperienza umana e associativa intensa, una compagine più unita, consapevole del valore del sacrificio e animata da un rinnovato spirito di corpo. Questa parentesi albanese, nata da una necessità, si sta trasformando in un’opportunità per riscoprire in profondità le radici identitarie dell’Associazione.

Quando i cieli italiani torneranno ad aprirsi ai lanci, l’ANPDI si presenterà non solo tecnicamente preparata, ma anche animata da un rinnovato senso di coesione e da una più profonda consapevolezza dei valori che la fondano.

Insomma: più forte!

Folgore!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL NOBILE GESTO DEL FOLGORINO DI EL ALAMEIN GEN.LUIGI CAMOSSO

Sappiamo che i resti della Folgore dopo la battaglia di El Alamein all’ordine di ritirarsi si sottoposero ad una terribile marcia nel deserto che terminò il 6 novembre quando, loro malgrado, dovettero arrendersi e proprio al Ten.Col. Luigi Camosso, comandante del 187° Reggimento, il Magg. Zanninovich presentò la forza prima di deporre le armi. Il Ten. Col. Camosso (l’immagine è scadente ma è l’unica al momento reperita dell’epoca) venne quindi fatto prigioniero e, rientrato in Patria il 20 maggio 1945, fu posto in licenza di prigionia per poi essere assegnato il 20 giugno al Q.G. FOLGORE assumendo nell’ottobre del 1945, con il grado di Colonnello, il comando del 183° Reggimento Paracadutisti “Nembo” allora schierato a Dobbiaco nell’organico del “Gruppo di Combattimento Folgore.

( foto  particolare: il Col. Camosso al comando de 183° Reggimento Nembo con il suo vice comandante il Ten. Col Mario Zanninovich periodo 1945 – 48)

Nel frattempo i paracadutisti della RSI fatti prigionieri vennero internati nel “COLTANO P.O.W. CAMP. NR.337” dal quale, a seguito della sua parziale smobilitazione considerato che erano rimasti circa un migliaio di internati in attesa di essere liberati, il 25 ottobre 1945 i paracadutisti internati partirono alla volta del “CAMPO DI CONCENTRAMENTO INTERNATI DI LATERINA (AR)” (vds foto).

Il figlio del Col. Camosso, Domenico, raccolse le memorie del Padre nel libro “L’ultimo di El Alamein” nel quale si riporta:” Nell’ autunno del 1945 il Col. Camosso, con un gruppo di Paracadutisti, si recò in visita al campo prigionieri di Laterina dove erano rinchiusi vecchi Paracadutisti che avevano combattuto per la Repubblica Sociale Italiana al fianco dei tedeschi sui vari fronti contro gli alleati. Fu un incontro molto commovente, si ritrovarono i paracadutisti reduci dal fronte africano, i paracadutisti del corpo di liberazione combattente al fianco degli Alleati ed i Paracadutisti combattenti dalla parte avversa.”

L’evento è riportato anche nel libro “Per l’Onore d’Italia” di Nino Arena:” Molto gradita l’amichevole visita agli internati fatta dal folgorino Col. Camosso…. che assieme ad un gruppo di paracadutisti del sud (sud inteso come co-belligeranti degli alleati ndr) porta con il suo saluto ed augurio, viveri e generi di conforto.”

La guerra era finita, l’Italia richiedeva tutte le energie umane e spirituali per la sua pacificazione e ricostruzione….e i paracadutisti risposero all’appello: l’11 gennaio 1946 nasceva appunto l’Associazione Paracadutisti Italiani – A.P.I. fortemente voluta proprio dai paracadutisti reduci della guerra appartenuti a qualsiasi schieramento, quale esempio concreto di italianità al di sopra di ogni fattore.

Possiamo quindi certamente definire la visita di Camosso ai paracadutisti prigionieri in Laterina quale un nobile esempio di cameratismo, pacificazione ed italianità.

Si ringraziano per la collaborazione i nipoti del” folgorino Camosso” Alessandra ed Enrico.

Gen.B.(ris) Enrico Pollini

APPENDICE

Piccola Cronistoria del Campo di Laterina

1942 – 43 campo di prigionia n.82 italiano per inglesi catturati in Africa

11 sett. 43 – lug.44 campo di prigionia tedesco Dulag 132 per italiani ed anglo-americani

Lug.44 – apr.45 campo di prigionia alleato n.374 per tedeschi ed italiani della RSI

Apr.45 – 31 dic 45 campo di internamento italiano per militari RSI assegnato al DM di Firenze

1 gen 46 – feb. 47 campo di internamento per militari RSI assegnato al DM di Arezzo

Feb.48 – gen. 63 Centro Raccolta  del Ministero dell’Interno per i profughi italiani della Venezia Giulia e dal 1955 fino a chiusura per profughi somali, egiziani, tunisini, libici, algerini.

I FUNERALI DEL GEN. CELENTANO SI TERRANNO IN FORMA STRETTAMENTE PRIVATA PER VOLONTA’ DELLA FAMIGLIA

COMUNICATO:

La Salma del generale Celentano è esposta dalle 12,00 di oggi e fino a tutto domani 30 aprile 2025 presso la sala mortuaria dell’ospedale “Le Scotte” di Siena.
Successivamente, per espressa volontà della famiglia, i funerali saranno effettuati in forma STRETTAMENTE PRIVATA.
Eventuali espressioni di cordoglio possono essere inviate al sottonotato indirizzo:
Famiglia CELENTANO via Palazzuolo 61/C – 53031 Casole d’Elsa località Orli (SIENA).

IL COMMOSSO RICORDO DEL GEN. CELENTANO NELLE PAROLE DEL GEN. C.A. CC (r) MICHELE FRANZE’

Ho avuto l’onore e il privilegio di comandare il ‘Tuscania’ quando alla guida della ’Folgore’ c’era il Generale Enrico Celentano, comandante di straordinaria cristallinita’ di sentimenti e di eccezionale integrità morale e professionale.

La Sua alta guida fu per noi carabinieri paracadutisti illuminante sempre e dovunque, facendoci così sentire paracadutisti tra i paracadutisti, senza differenze di mostrine, alamari o colore di giubba.

Il rispetto per la Sua figura di Uomo e di Soldato e l’intima convinzione della Sua estraneità alle accuse mossegli mi ha indotto a esprimere in tante occasioni il mio giudizio sulla Sua innocenza.

Comandante Celentano, caro Enrico, hai sempre salutato i tuoi amici e collaboratori con una vigorosa stretta di mano. Oggi, per il Tuo ultimo lancio, mi prendo la libertà di salutarti con un abbraccio, urlando con Te il nostro grido ‘FOLGORE’.

Gen. C.A. CC (r) Michele Franze’

E’ PASSATO A MIGLIOR VITA IL GENERALE ENRICO CELENTANO

Dopo il riacutizzarsi di una grave malattia con la quale aveva combattuto per anni e che lo aveva recentemente costretto al ricovero presso l’Ospedale di Siena, la sera del 28 aprile 2025 è passato a miglior vita il Generale Enrico Celentano, figura iconica per tutti i paracadutisti italiani di questo dopoguerra.

Padre nobile e Comandante della CEPAR negli anni ‘70, la compagnia esplorante inquadrata nel 5° battaglione paracadutisti “El Alamein” di Siena, aveva lasciato una traccia indelebile nei suoi paracadutisti di allora, i “ceparini” come li si indica confidenzialmente nella Folgore, ai quali è sempre rimasto legato da un forte affetto, ricambiato da tutti.  Passato di grado, effettuò tutti i prescritti periodi di comando presso le unità della Folgore della quale fu Comandante per due anni a cavallo della fine del secolo. Successivamente, venne impiegato presso il Comando delle Forze di Proiezione a Milano dove concluse il suo servizio.

Uomo dal tratto gentile e formale al tempo stesso, tributava a tutti il titolo di “Comandante”, dall’ultimo dei suoi paracadutisti di leva ai propri colleghi e parigrado, affermando a chi gli chiedeva il motivo di tale appellativo che come minimo tutti siamo almeno comandanti di noi stessi. Il Comando, per lui, era infatti la quintessenza dello spirito del militare, di ogni militare, teso a dominare le proprie passioni e le proprie paure con un costante sforzo di volontà. Non lo si può non ricordare come perennemente teso nel faticoso impegno di governare se stesso, gli uomini e le unità alle sue dipendenze con l’esempio, rifuggendo facili prove di forza per imporsi sui sottoposti, ai quali si rivolgeva con un rispettoso “Voi” a prescindere, anche in questo caso, da gradi e funzioni. E in questa onerosa impresa si metteva in gioco personalmente, rifuggendo da tutte quelle grandi e piccole libertà che chiunque esercita un comando tende a praticare, nell’atteggiamento come nel tratto con gli altri. Sempre presente e sempre disponibile, individuava nella liturgia laica dell’alzabandiera mattinale, al quale partecipava immancabilmente anche da Comandante della Brigata, il momento per rendersi presente con i propri uomini, guardandoli negli occhi mentre proponeva testimonianze del valore dei Soldati italiani, o mentre commentava coram populo il bel comportamento di qualcuno, o quando riprendeva o premiava altri per l’assetto formale, o per quelle grandi e piccole frizioni e per i frequenti atti di generosità che caratterizzavano il vivere in comune di migliaia di maschi ventenni costretti a rispettare le stesse regole e a condividere lo stesso stile di vita, a prescindere dal proprio vissuto precedente.

Un vero docente di democrazia, qualsiasi cosa di positivo possa significare questo termine.

Chi scrive ha avuto l’onore di essere con lui Comandante di Corpo durante l’indimenticabile operazione IBIS in Somalia, dove esercitava il Comando del 186° reggimento a Balad, per essere poi alle sue dipendenze quando ricoprì l’incarico di “Aquila 1”. Sempre ultimo alla fila per la distribuzione del rancio e primo all’adunata come al lancio, non cedeva alla tentazione frequente in molti Comandanti di accentrare a se stesso ogni decisione, per paura delle grane indotte dall’approssimazione di alcuni sottoposti. E i paracadutisti, a partire da quelli più direttamente esposti all’azione del suo esempio, lo ricambiavano con un impegno assoluto, consapevoli componenti di una società di pares di cui lui era semplicemente il primus.

Ci mancheranno i suoi auguri, ad ogni festa comandata, redatti in stringato stile militare, e la sua presenza alle cerimonie più significative della Specialità, dove immancabilmente spariva letteralmente al “rompete le righe”, rifuggendo il rito del vin d’honneur finale che lo avrebbe sottratto anche se per pochi minuti all’affetto dei suoi ceparini.

Un Uomo come pochi, il Generale Enrico Celentano, avvelenato negli ultimi due decenni di vita dal trascinarsi di una dolorosa vicenda giudiziaria che non ne ha intaccato l’onore ma che forse per la prima volta ha incrinato la sua incrollabile fiducia nell’uomo.

La sua amarezza è la nostra.

Ci rimane la nostalgia di un Comandante straordinario.

Folgore, Comandante

Gen.CA (ris) Marco BERTOLINI

Presidente Nazionale dell’ANPd’I

20 APRILE 1943: A TAKROUNA IL GRIDO FOLGORE SEGNO’ ANCORA LA STORIA

La Folgore venne data per disciolta nella fornace della battaglia grande di El Alamein iniziata il 23 ottobre 1942: …ma non fu così!!

Come mille rivoli che vanno verso il mare i paracadutisti superstiti isolati, in colonne, a piedi, con automezzi…spesso sbucando dal nulla via via si ricostituirono toccando le località di El Taqa, Fuqa, Marsa Matruh, Bardia, Tobruch, Barce, Nofilia, Breviglieri..passando dall’Egitto alla Libia che venne lasciata nel gennaio del ’43 ripiegando per Cussabat, Tavorga, dintorni di Tripoli, Ben Gascir e Castel Benito…dove la specialità ebbe inizio.. spesso a contatto balistico con l’incalzante nemico, alla volta della Tunisia. Erano inquadrati dal 4 gennaio 1943 nel 66° Reggimento Fanteria “Trieste” quale III° Battaglione Paracadutisti su 109^ Cp. Comando,110^, 111^ e 112^ Cp più la 285^ Cp. Paracadutisti. Andarono, agli ordini del Generale Messe comandante dell’ACIT poi ribattezzato 1^ Armata, sulla linea del Mareth poi dell’Akarit dove il 5 aprile ’43 ebbe luogo una battaglia contro forze preponderanti nella quale il battaglione perse la 109^ e 110^ compagnia..poi Takrouna.

Il III° Btg era ormai ridotto ad un plotone comando, la 108^ Cp (ex 285^) e la 112^: fu in questo periodo che il battaglione iniziò a identificarsi come CCLXXXV Battaglione Paracadutisti. Rilievo roccioso Takrouna toccò alla “Trieste” che subì l’attacco dal 19 al 21 aprile di quattro battaglioni di neozelandesi e maori: i fanti del 66° si batterono come leoni ma dovettero cedere. Inizialmente in riserva il battaglione paracadutisti venne lanciato al contrattacco per riconquistare Takrouna nel frattempo in mano nemica. Questo sparuto reparto di paracadutisti (2 cp) alle 02.00 del pomeriggio del 20 aprile, in fila, attraversò la terra di nessuno cantando “ …all’armi arditi dell’aria..”.

La 108^procedette all’assalto dalla base del paese mentre la 112^ cercò una via per scalare la roccia: gli ex alpini, che erano già del V° Btg. Paracadutisti, risultarono preziosi e così un pugno di audaci sbucò alle spalle dei maori, la lotta fu serrata, pugnale contro baionetta, senza quartiere e con la forza del proprio nome i folgorini ripulirono la cima terminando la lotta esausti e con gravi perdite. Il 21 aprile una marea di forze nemiche ebbe ragione dei nostri.

Tutti quei paracadutisti furono eroi!!

La Folgore data per finita rinacque con il CCLXXXV Battaglione Paracadutisti che fece ancora conoscere al nemico di cosa erano capaci i paracadutisti italiani al grido di “FOLGORE!!!”.

Gen.B.(ris) Enrico Pollini

PS: l’articolo  è ovviamente succinto e non esaustivo dell’argomento: lo scopo è quello di ricordare i fatti e di stimolare il vostro approfondimento per il quale si consiglia il libro:” PARACADUTISTI DOPO EL ALAMEIN” edito da Archivio storia per l’ANPd’I ( già illustrato nelle pagine di questo sito) per info anpdi.nazionale@assopar.it.

“ITALA 3300” HA VOLATO NEL CIELO DI FERRARA!!!.

 

Ieri 12 aprile 2025 è stato effettuato dal Col. (ris) Paolo Filippini  il lancio di collaudo della bandiera italiana più grande del mondo: ITALA 3300…tremilatrecentometri quadrati di italianita’!! Il lancio ha avuto successo tra la gioia di tutti in primis del pluricampione Paolo Filippini!. L’ANPd’I è orgogliosa di averlo tra le nostre fila quale Direttore del nostro  Centro di coordinamento del paracadutismo sportivo.

Dopo gli opportuni controlli coadiuvato dalla “squadra” di supporto e ripiegamento della Sezione ANPd’I di Massa Carrara (alla quale è iscritto) con in testa il Presidente di Sezione Mario Lorieri, Filippini si è imbarcato sul vlv I-CANO di Ferrara…

effettuando quindi il lancio. Erano presenti oltre alle autorità civili e militari di Ferrara, il Segretario Generale dell’ANPd’I Gen.B. (ris) Enrico Pollini, il membro della Commissione Tecnica Nazionale dell’ANPd’I Giovanni Conforti, il Presidente della Sezione ANPd’I di Ferrara Maurizio Grazzi assieme ai suoi paracadutisti, le Sezioni del 4° Gruppo Regionale che proprio per l’occasione hanno effettuato la consulta di Zona con il Consigliere Nazionale Massimo Buratti…e tanti paracadutisti e cittadini di Ferrara!. Speaker della manifestazione il Direttore Tecnico della Sezione di Ferrara Lucio Fusco.

Ora  nei tempi che Paolo Filippini deciderà il prossimo obbiettivo sarà l’omologazione del record secondo le normative vigenti.

Grazie Paolo per la tua dedizione, coraggio, la tua passione e semplicità con la quale ti proponi a tutti noi: siamo tutti con te !!

FOLGORE!!

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