Monumento di Takrouna

Non tutti i paracadutisti della Folgore furono fatti prigionieri dopo El Alamein. Come rivoli che scendono dalla montagna, superstiti provenienti dalla Marmarica, dalla Sirtica e persino da Bengasi, dimessi dagli ospedali o tornati miracolosamente in piedi alla notizia di un’adunata, raggiunsero con ogni mezzo i reparti italiani. Superarono sete, timore della cattura e i bombardamenti della RAF: qualcosa era rimasto per rappresentare degnamente la Folgore immolatasi nel deserto.

Riuniti dapprima nel campo trincerato di Tripoli, furono poi convogliati a Breviglieri dal Capitano Paracadutista Carlo Lombardini, già comandante della 20ª compagnia del 7° battaglione/186° Reggimento. Contandoli, Lombardini comprese che si poteva ricostituire un reparto su 400–500 paracadutisti: nacque così il 285° Battaglione Paracadutisti “Folgore”, inizialmente su tre compagnie (107ª, 109ª, 110ª), cui si aggiunsero la 108ª compagnia autonoma “Giampaolo” e la 111ª.

Amalgamato il reparto, nel 1943 il 285° lasciò Tripoli per la linea del Mareth, assegnato al 66° Battaglione della Divisione “Trieste”, a difesa del settore tra i djebel, gli chott e il mare.

Il battesimo del fuoco e la marcia verso Takrouna

Il 6 febbraio 1943 il 285° ebbe il suo battesimo del fuoco in un assalto guidato personalmente da Lombardini: l’azione fu tanto irruenta da spingerli oltre il limite delle proprie linee, con rischio di isolamento. Seguirono altri scontri, altre perdite, ma sempre alto rimase il nome “Folgore”. Di fronte, il nemico di sempre: la 51ª Highland Division e la 2ª Divisione Neozelandese. Dopo l’Akarit, l’ordine fu chiaro: riconquistare e tenere Takrouna, posizione perduta dal 66° della “Trieste”.

Takrouna, 20–21 aprile 1943

Il nemico era arroccato in alto, su posizione dominante; i paracadutisti, in basso.
Alle 09:00 del 20 aprile 1943, dopo una preparazione di mortai, mossero all’attacco i granatieri del 66° Battaglione, che in due ore furono decimati. Il colonnello Pettinau, comandante del 66°, diede allora l’ordine: «Sotto con i paracadutisti!».

Alle 11:30, le compagnie Giampaolo e Orciuolo, al canto di “All’armi Arditi dell’Aria”, avanzarono con fierezza, pur consapevoli che molti non sarebbero tornati. Era l’ultima azione della Folgore in Africa Settentrionale, con un organico ridotto a circa 200 paracadutisti.

La battaglia fu durissima: Takrouna venne conquistata il 20 aprile, ma all’alba del 21 il rombo di 100 carri Sherman e il fuoco dell’artiglieria annunciarono il contrattacco. Per i nostri la battaglia terminò alle 16:30 del 21 aprile, Natale di Roma. I paracadutisti scalarono la posizione con corde, all’assalto a bombe a mano, gridando “FOLGORE!”. Fu uno scontro crudele, segnato da vecchi conti aperti: i neozelandesi ricordavano la cattura del loro comandante, il gen. Clifton, a El Alamein; i nostri portavano nel cuore il prezzo pagato in quelle sabbie. A Takrouna la Folgore d’Africa cessò davvero di esistere: lì caddero gli ultimi, lì si consolidò il mito.

Il Monumento di Takrouna

Per ricordare e onorare i Folgorini caduti, nel 1995 è stato inaugurato il Monumento di Takrouna, eretto a cura dell’ANPd’I e situato ai piedi dell’abitato.

La “Sezione di Takrouna” dell’ANPd’I

L’Associazione ha costituito in Tunisia la Sezione di Takrouna, con i seguenti scopi:

  • Avere un referente locale per il Memoriale dei Paracadutisti Caduti in Tunisia, in raccordo con l’Ambasciata d’Italia.

  • Mantenere vivo il ricordo dei Caduti con iniziative sul territorio.

  • Riunire paracadutisti e simpatizzanti residenti in Tunisia nel nome degli Ideali e Valori di soldati italiani.

  • Intessere rapporti con Associazioni d’Arma e con Associazioni di Italiani presenti in Tunisia.

  • Attivare contatti con eventuali Associazioni di Veterani Tunisini.

  • Fare da avanguardia per attività storico-culturali in loco promosse dal Centro Studi di Storia del Paracadutismo Militare Italiano, relative alle vicende belliche tunisine.

La Sezione risponde direttamente alla Presidenza Nazionale ed è attualmente retta dal Luogotenente inc. par. (ris.) Giovanni MAIO.
Contatti: takrouna@assopar.it.