ASSOCIAZIONE NAZIONALE

  PARACADUTISTI D'ITALIA

20 APRILE 1943: A TAKROUNA IL GRIDO FOLGORE SEGNO’ ANCORA LA STORIA

La Folgore venne data per disciolta nella fornace della battaglia grande di El Alamein iniziata il 23 ottobre 1942: …ma non fu così!!

Come mille rivoli che vanno verso il mare i paracadutisti superstiti isolati, in colonne, a piedi, con automezzi…spesso sbucando dal nulla via via si ricostituirono toccando le località di El Taqa, Fuqa, Marsa Matruh, Bardia, Tobruch, Barce, Nofilia, Breviglieri..passando dall’Egitto alla Libia che venne lasciata nel gennaio del ’43 ripiegando per Cussabat, Tavorga, dintorni di Tripoli, Ben Gascir e Castel Benito…dove la specialità ebbe inizio.. spesso a contatto balistico con l’incalzante nemico, alla volta della Tunisia. Erano inquadrati dal 4 gennaio 1943 nel 66° Reggimento Fanteria “Trieste” quale III° Battaglione Paracadutisti su 109^ Cp. Comando,110^, 111^ e 112^ Cp più la 285^ Cp. Paracadutisti. Andarono, agli ordini del Generale Messe comandante dell’ACIT poi ribattezzato 1^ Armata, sulla linea del Mareth poi dell’Akarit dove il 5 aprile ’43 ebbe luogo una battaglia contro forze preponderanti nella quale il battaglione perse la 109^ e 110^ compagnia..poi Takrouna.

Il III° Btg era ormai ridotto ad un plotone comando, la 108^ Cp (ex 285^) e la 112^: fu in questo periodo che il battaglione iniziò a identificarsi come CCLXXXV Battaglione Paracadutisti. Rilievo roccioso Takrouna toccò alla “Trieste” che subì l’attacco dal 19 al 21 aprile di quattro battaglioni di neozelandesi e maori: i fanti del 66° si batterono come leoni ma dovettero cedere. Inizialmente in riserva il battaglione paracadutisti venne lanciato al contrattacco per riconquistare Takrouna nel frattempo in mano nemica. Questo sparuto reparto di paracadutisti (2 cp) alle 02.00 del pomeriggio del 20 aprile, in fila, attraversò la terra di nessuno cantando “ …all’armi arditi dell’aria..”.

La 108^procedette all’assalto dalla base del paese mentre la 112^ cercò una via per scalare la roccia: gli ex alpini, che erano già del V° Btg. Paracadutisti, risultarono preziosi e così un pugno di audaci sbucò alle spalle dei maori, la lotta fu serrata, pugnale contro baionetta, senza quartiere e con la forza del proprio nome i folgorini ripulirono la cima terminando la lotta esausti e con gravi perdite. Il 21 aprile una marea di forze nemiche ebbe ragione dei nostri.

Tutti quei paracadutisti furono eroi!!

La Folgore data per finita rinacque con il CCLXXXV Battaglione Paracadutisti che fece ancora conoscere al nemico di cosa erano capaci i paracadutisti italiani al grido di “FOLGORE!!!”.

Gen.B.(ris) Enrico Pollini

PS: l’articolo  è ovviamente succinto e non esaustivo dell’argomento: lo scopo è quello di ricordare i fatti e di stimolare il vostro approfondimento per il quale si consiglia il libro:” PARACADUTISTI DOPO EL ALAMEIN” edito da Archivio storia per l’ANPd’I ( già illustrato nelle pagine di questo sito) per info anpdi.nazionale@assopar.it.

Una risposta a “20 APRILE 1943: A TAKROUNA IL GRIDO FOLGORE SEGNO’ ANCORA LA STORIA”

  1. Grazie per questo stimolo che invoglia la ricerca storica.
    La giovane storia del paracadutismo militare italiano è densa di eroismo, di solidarietà e di resilienza.
    In ogni epoca dalla loro creazione, i reparti paracadutisti hanno reso un grande servigio alla Patria e hanno fatto onore all’Esercito italiano, contrariamente a quanto asserito da una sciacquetta che lo ha vilipeso.
    Mi permetto di segnalare un’altra lettura importante “un ragazzo della Folgore” dove si può ricostruire il percorso del ripiegamento da El Alamein al Mareth uno dei rari scritti che ci consente di capire il percorso e l’eroismo degli italiani .

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