È doloroso piangere la morte di un amico. Specialmente se è un vero Paracadutista ed è una di quelle persone che, pur non essendoti fisicamente vicino, fanno costantemente avvertire la loro presenza. Marcello era così. Paracadutista civile dal 1959, decide subito quale sarà la sua strada, rapito dal fascino della Specialità. Infatti nel 1961 entra alla Scuola Sottufficiali dell’Esercito di Spoleto e, su sua richiesta, al termine dei corsi nel 1963 viene assegnato all’Unità che costituirà l’embrione della Brigata Paracadutisti che conosciamo: il Gruppo Tattico Paracadutisti a Livorno. Si distingue per la sua professionalità e per la sua attitudine militare tanto che, a seguito di concorso che supera brillantemente, nel 1971 il Sergente Maggiore Morelli viene promosso al grado di Sottotenente e trasferito alla Scuola Militare di Paracadutismo a Pisa. Presso l’Istituto di Formazione, presta servizio al Battaglione Addestramento Reclute Paracadutisti (BARP) e presso la Compagnia Manutenzione. Ufficiale subalterno equilibrato e maturo, costituisce un sicuro riferimento per i giovani Ufficiali che entrano nella Specialità. Dati i suoi brillanti precedenti e come perfetto conoscitore della lingue Inglese e Francese, nel grado di Capitano entra a far parte degli Osservatori delle Nazioni Unite in Libano e acquisisce profonda conoscenza del Paese. Nel 1982, parte la prima missione all’estero dell’Esercito Italiano nel dopoguerra. Si va in Libano.

La comanda il Generale Angioni che, in virtù dei trascorsi di Morelli in Medio Oriente, subito lo annovera tra i suoi collaboratori più stretti. Saranno 18 mesi intensi, di convulsa e, a tratti, pericolosa attività operativa. Lo staff del Generale Angioni è composto da figure di elevata capacità professionale e, in quel contesto, Morelli si dimostra come uno degli elementi più affidabili e coscienziosi. Nel 1985 l’Ufficiale entra a far parte degli Organi Centrali di Sicurezza dove presta servizio fino al 2005.
Nonostante i vari incarichi espletati al di fuori delle Aviotruppe, Marcello Morelli si sentiva e si comportava come un Paracadutista, non essendosi mai tolto dal cuore il brevetto con le ali d’acciaio.
Marcello, quelle ali ti aiuteranno a spiccare l’ultimo volo.
Alla famiglia vada il più profondo cordoglio dell’Associazione.
L’ANPd’I, nei confronti della quale hai sempre dimostrato fraterno affetto, non ti dimenticherà.
Gen.B.par.(ris) Raffaele Iubini