ASSOCIAZIONE NAZIONALE

  PARACADUTISTI D'ITALIA

LUTTO NEL MONDO DEL PARACADUTISMO MODERNO ITALIANO: IL COLONNELLO OTTAVIO GUIDOLIN CI HA LASCIATI

La terribile pandemia che ha colpito il nostro Paese e che ha provocato tanti dolori anche alla nostra famiglia paracadutista, non ha risparmiato una “gloria” del paracadutismo moderno italiano, il Colonnello Ottavio Guidolin. Lo ricordiamo con le parole del Col. Incursore par. Piero Tanda: “Se n’è andato un altro grande del paracadutismo italiano e del Centro Sportivo Esercito. Dopo Argento, Goffis e Serenelli, ci ha lasciato anche Ottavio Guidolin, classe 1936. 
“Un Sabotatore”. Era arrivato al reparto nel 1958 con un altro grande, Franco Mazzali, aveva acquisito il brevetto n° 164. 


Da sinistra Ottaviani, Guidolin, Sacchetti e Goffis

Lasciato il R.S.P. e trasferitosi a Pisa, era assurto agli onori delle cronache sportive, militari e F.A.I. sia italiane che mondiali. 
Dal 68 al 1974 ha ottenuto una serie di titoli italiani individuali nello stile e a squadre nella precisione, che hanno visto l’apice a Fort Bragg (USA) nel 1974 con il trionfo al CISM come componente della squadra di precisione in atterraggio. Era diventato Ufficiale ed era stato per lungo tempo direttore dei corsi TCL della Brigata paracadutisti. Uno serio, attaccato alle tradizioni e alle sue origini. 
Un ricordo per tutti, durante i corsi TCL che si tenevano sulla zona di Altopascio, si consumava il pasto assieme agli allievi sotto alcuni tunnel di teli tenda montati ad inizio zona. Prima di iniziare, passava personalmente davanti al tavolo istruttori, per accertarsi che in tavola non mancasse il pane ed il fiasco del vino, se ne notava la mancanza, mandava il conduttore ad acquistarlo a sue spese ad Orentano. A chi gli chiedeva il perché, era solito rispondere…. “a casa eravamo poveri, durante la mia gioventù, non sapevo mai se, durante i pasti, avevo la possibilità di trovare il pane e il vino a tavola, devo dire che questo mi faceva soffrire molto. Non voglio che altri abbiano le stesse brutte sensazioni”.
Un Uomo di altri tempi. Grazie di quanto ci hai insegnato.
L’ANPDI si stringe con affetto alla famiglia.

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