È da poco rientrato in Italia il contingente dell’ANPd’I che ha partecipato, dal 31 luglio al 7 agosto, alla Leapfest 2018 negli Stati Uniti, gara internazionale di paracadutismo militare per lanci con paracadute ad apertura automatica emisferico dotato di velocità propria MC-6. La gara, che è svolta dal 1982, è organizzata dal 56th Troop Command della Guardia Nazionale del Rhode Island.
Ma il senso della Leapfest non è la gara, anzi si può certamente affermare che la gara è un fattore secondario, direi quasi accessorio in quanto il vero senso della Leapfest è sviluppare il senso del cameratismo tra reparti di paracadutisti di varie nazioni che al di là della nazionalità hanno comunque un fattore comune: essere paracadutisti.
Questo “spirito di corpo” si può sviluppare positivamente se sono presenti i seguenti fattori: serietà, legalità, rispetto. Infatti senza di essi si sviluppa solo il proprio ego a discapito della rappresentanza della propria nazione quando, inevitabilmente, i comportamenti anomali vengono alla luce.
La Leapfest è una “operazione” complessa: 4 elicotteri CH 47, 2 elicotteri UH-60 “Blackhawk”, più di 300 paracadutisti di nazionalità diverse, un numero elevato di Direttori di Lancio e di ripiegatori, giudici di gara, supporto sanitario, logistico hanno consentito di poter effettuare i 2 lanci di gara ed i lanci di scambio di brevetto raggiungendo, in molti casi, il numero massimo di 5 lanci a partecipante: solo una efficiente organizzazione militare può dare questi risultati.
Ma non ci sono stati solo momenti “operativi” ma anche di svago quali il “BBQ di benvenuto” per gli “internazionali”, la cena degli
“awards”, gite organizzate nelle località limitrofe e poi tutti gli infiniti momenti in comune: la compattezza e l’affiatamento dello “squadrone” dell’ANPd’I ben si sono inseriti in questo contesto.
Tutto è iniziato in Italia con la scelta del personale a cura dei Consiglieri Nazionali di Gruppo Regionale, l’amalgama comprendente un lancio di certificazione, l’attività propedeutica presso il CA.par ed un complesso intrecciarsi di comunicazioni e segnalazioni con l’Addetto Militare negli USA, il Comando del 56th, ed al nostro interno con comunicazioni ai partecipanti: nulla è stato lasciato al caso.
I nostri si sono confrontati con paracadutisti militari americani, inglesi, tedeschi, olandesi, ceki, sud africani, canadesi e del Botswana in un variegato mondo di baschi, fregi, uniformi, tradizioni e storia
La gara è stata combattuta come si conviene tra paracadutisti: basti pensare che i primi tre posti hanno avuto 3 ex equo ciascuno con una conseguente serie di posizioni con medesimi risultati che hanno visto quale primo classificato degli italiani all’undicesimo posto Mario Locatelli, distante dalla prima posizione solo 12 secondi seguito nelle posizioni di 13° da Porfiri, 14° Entrade, 15° Bonacini mentre il nostro primo team classificato è stato il numero 11 (Bonanni, Entrade, Bonacini, Granata i gareggianti) che si è classificato 19° su 68 team: buon risultato in entrambe le classifiche.
Ma il risultato più importante è l’apprezzamento, rispetto e la stima unanime nei nostri confronti da parte del Comandante del 56th Troop Command, dei suoi ufficiali e di tutti i suoi militari e da parte di tutti gli altri contingenti stranieri: tutti ci hanno riconosciuto un assetto formale ineccepibile, contegno sempre cameratesco, disponibilità, capacità di adattarsi a tutte le situazioni, voglia di fare e fedeltà alle nostre tradizioni. Tutto ciò conduce all’invito a partecipare il prossimo anno.
Missione compiuta.
Par. Enrico Pollini