ASSOCIAZIONE NAZIONALE

  PARACADUTISTI D'ITALIA

IL PARACADUTISTA FEDERICO CAPASSO HA EFFETTUATO IL SUO ULTIMO LANCIO


Questa notte all’età di 46 anni dopo aver lottato tenacemente contro una malattia che si era palesata meno di un anno fa e resa ancor più aggressiva dal sopraggiungere del covid, il Paracadutista Federico Capasso ha effettuato il suo ultimo lancio. Federico ha combattuto fino in fondo e, degno erede dei Leoni della Folgore che tanto amava, sempre con quello spirito scanzonato che Li contraddistingueva.

Dopo aver conseguito il Brevetto di Paracadutista Militare e aver svolto il suo servizio al Comando Brigata Paracadutisti Folgore si è iscritto nella Sezione di Roma ed è stato da subito uno dei più assidui frequentatori, poi collaboratore e Dirigente nonché membro del Collegio Nazionale dei Sindaci Revisori.
Sempre primo tra i primi a organizzare e portare avanti le iniziative prese dalla Sezione di Roma non ha lesinato il suo tempo nonostante i suoi pressanti impegni di lavoro quale affermato Dottore Commercialista: avendo conseguito la qualifica di Istruttore di Paracadutismo f.v. A.N.P.d’I era sempre presente ai corsi di paracadutismo, agli addestramenti ed ai lanci.
Non c’è stata manifestazione, commemorazione o cerimonia alla quale Federico non abbia partecipato orgoglioso del suo Basco amaranto e dell’essere Paracadutista.
In particolare ad El Alamein in occasione del 70° anniversario della grande battaglia orgoglioso Alfiere con il Labaro della Sezione di Roma e, quale Alfiere del Medagliere Nazionale, quando assieme al nostro Presidente Nazionale effettuò il lancio delle Bandiere di Guerra nella commemorazione del fatto d’arme di Poggio Rusco.
Federico aveva un carattere solare, gentile, di poche ma profonde parole, infondeva subito tra gli astanti una sensazione di sicura fortezza d’animo.
Ora quel Basco da Lui amato, per suo volere, lo accompagnerà nel suo ultimo decollo, e Federico lo porterà al seguito quando si radunerà al cospetto di S. Michele Arcangelo ad ingrossare le schiere dei Paracadutisti che lo hanno preceduto.
Ci mancherai molto Camerata, come mi chiamavi sempre, ma dopo le lacrime di questi giorni ti ricorderemo sempre con il sorriso e Tu sarai sempre con noi e marceremo sempre fianco a fianco.

Per chi volesse tributargli un ultimo saluto i funerali si svolgeranno lunedì 29 agosto alle ore 10:00 presso la Basilica di S. Lorenzo fuori le Mura sita in Roma, Piazzale del Verano n. 3.

Il Direttore Tecnico della Sezione di Roma
Domenico Aloi

È MORTO IL GENERALE FRANCO MONTICONE

IL GENERALE FRANCO MONTICONE

Ce l’aspettavamo…anche se continuavamo a sperare. La malattia con la quale il Generale Franco Monticone (nato ad Asti, il 13 feb.1940) ha combattuto in questi ultimi anni non concedeva tuttavia illusioni, anche se non era riuscita a piegarne il carattere e a ridurne la volontà di interpretare fino all’ultimo il ruolo di granitico Soldato nel quale si era imposto nel corso di una vita intensa.

Sarebbe ipocrita o almeno inappropriato affermare, come spesso si fa, che “se n’è andato in silenzio come in silenzio ha vissuto”. Se, infatti, è il silenzio la cifra di questi ultimi anni della sua vita, non lo è di tutta la sua vicenda umana, come accade a quanti lasciano veramente un segno del proprio passaggio a partire, ma non solo, dal ricordo di quanti lo hanno incrociato ed amato.

È stata una vita “rumorosa”, la sua, infatti, come ci si deve aspettare da colui che probabilmente ha interpretato nella maniera più emblematica una certa idea di paracadutista e di incursore italiano in questo dopoguerra.

Subito dopo la frequenza del 15° Corso presso l’Accademia Militare e la Scuola di Applicazione, venne assegnato alla specialità alpina, dalla quale transitò a richiesta nei paracadutisti dove comandò la XV compagnia del 5° Battaglione. Ma non era ancora abbastanza per lui che volle quindi entrare in quello che allora si chiamava Battaglione Sabotatori Paracadutisti, qualche anno dopo ribattezzato 9° Btg. d’Assalto par. “Col Moschin”.

E nel Col Moschin portò tutta la sua passione di Soldato, fino a comandare l’unità tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, quando su di lui puntarono i vertici delle Forze Armate per creare un’unità in grado di confrontarsi con la nuova minaccia del terrorismo. “Il battaglione” come lui avrebbe continuato a chiamarlo anche dopo l’elevazione ordinativa a Reggimento, rappresentava la sintesi più alta dello spirito e delle tradizioni che facevano capo alla storia della Folgore e a quella dei reparti Arditi della 1^ Guerra Mondiale, e in quanto tale costituiva l’ambiente ideale nel quale innestare nuove capacità.

Grazie alla sua forza carismatica, seppe sfruttare al meglio la “chimica” particolare che lega i componenti all’unità, proponendosi al tempo stesso quale loro Comandante – risoluto ad ottenere quello che ci si aspettava da lui e dai suoi uomini – e Capo Branco di un’unità che ha nel volontarismo spinto dell’Ardito e nell’identità orgogliosa del Paracadutista i propri più travolgenti valori aggiunti.

Il reparto reagì nella maniera giusta, proiettandosi, sotto la sua guida, in nuove attività. Se fino a quel momento l’unità si era addestrata soprattutto sulla mobilità e al combattimento ambientale, dall’alta montagna all’ambiente marino e subacqueo, con lui si concentrò anche sull’addestramento al combattimento più tecnico, senza comunque abbandonare la sua natura originale.

E questo non sarebbe potuto accadere se in quel momento non ci fosse stato uno come lui, in grado di assumersi responsabilità nuove, per nuove attività e per nuovi rischi che dovevano affrontare i suoi soldati e lui stesso. Fu quindi nel contesto della lotta al terrorismo che con lui che iniziammo le esercitazioni di irruzione a fuoco all’interno di strutture abitative sfruttando casolari deserti che all’epoca ancora erano disponibili in Toscana e che i proprietari ci lasciavano utilizzare. Inventammo con lui i sistemi più impensabili per aprire porte, finestre e muri e per illuminare la notte in un’epoca nella quale le meraviglie dei visori notturni erano ancora di là da venire. E in quelle condizioni facevamo brillare cariche esplosive per aprire porte e muri, correvamo e sparavamo spintonandoci per stanze buie, sempre rigorosamente in esercitazioni nelle quali era esclusa ogni possibilità di ricognizioni o prove in bianco di preparazione.

Ma non si limitò a farci zompettare (come diceva lui) per boschi, monti e casolari, per fiumi e mari, alla ricerca di qualche capacità non ancora acquisita o da perfezionare. Seppe trasferire il tutto in documenti e approfondimenti dottrinali e tecnici che si rivelarono preziosi anche per altri reparti, come quelli Speciali delle Forze dell’Ordine, quando a loro volta decisero di dotarsi di specifiche capacità di antiterrorismo.

Il “battaglione” rappresentò solo l’inizio di una carriera che si preannunciava splendida e che lo vide successivamente quale Capo di Stato Maggiore, Vice Comandate e poi Comandante della Brigata paracadutisti “Folgore”. In questi ruoli trasferì nella Grande Unità, che a quei “bei tempi” assommava a più di diecimila uomini e includeva realtà atipiche come il Battaglione Carabinieri Tuscania e il 26° Gruppo Squadroni dell’Aves, la spregiudicatezza e la tensione operativa che aveva già trasmesso al Col Moschin, premendo l’acceleratore dell’addestramento quale funzione principale ed essenziale del Soldato, senza la quale lo stesso tale non è.

Rese operativa la sua profonda conoscenza della dottrina militare a tutto tondo e soprattutto la sua caratura di esperto delle tattiche della Fanteria, affermandosi quale ideatore ed organizzatore di importanti e innovative esercitazioni che consistevano spesso nella riscoperta e nell’aggiornamento di capacità dimenticate per colpa della falsa idea che cominciava a farsi strada, secondo la quale la tecnologia sarebbe stata in grado di sostituire l’impegno duro, ruvido e disagevole, sul campo, del soldato. Quest’ultimo doveva essere forte, resistente, motivato, con capacità che non potevano che essere frutto di applicazione continua e di pesanti sacrifici. E di sacrifici se ne addossò egli stesso, non facendo mai mancare la sua presenza, i suoi incoraggiamenti e i suoi devastanti “cazziatoni”, quando necessario, ma sempre con lo spirito di chi si sente al servizio dei propri uomini e di chi coltiva l’etica del dovere come regola di vita alla quale non è consentito sottrarsi. A nessun costo.

Per questo, non ha mai fatto mancare a chi ne aveva bisogno il suo aiuto, impegnandosi in prima persona e risolutamente a questo fine.

Seppe imporsi quale esempio per parigrado e collaboratori, nonché quale impegnativo riferimento per i suoi superiori, in qualche caso costretti dal suo rigore operativo ad alzare l’asticella delle loro stesse prestazioni di comando.

Ma fu soprattutto nei confronti dei più giovani che esercitò la maggiore fascinazione, circondandosi di un vivaio di Ufficiali e Sottufficiali che ne avrebbero seguito le orme, ognuno nel proprio ambito, confermandosi riferimenti nelle minori come nelle Grandi Unità della Forza Armata.

Il “passaggio” del Gen. Monticone, “Battilocchio” come lo chiamavamo dal nome del personaggio di fantasia protagonista delle sue “parabole” educative nei confronti di noi entusiasti ragazzini, ha dato impulso al percorso che ha portato il Col Moschin, la Brigata paracadutisti Folgore e poi tutto il comparto “speciale” dell’Esercito, ai livelli di efficienza operativa attuali.

Ma è soprattutto l’Esercito stesso che deve anche a lui l’acquisizione di molte delle capacità addestrative ed operative che hanno consentito di affrontare un futuro spesso difficile, nel quale i suoi baschi amaranto avevano sempre un ruolo di primo piano.

Col collocamento in quiescenza una ventina d’anni fa, non ha smesso di seguire il suo “battaglione” e la sua Brigata, con estrema discrezione e quasi con timidezza, alimentando il suo orgoglio di incursore e di paracadutista nell’ambito dell’Associazione Nazionale Incursori e quale Presidente onorario della sezione romana dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia i cui eventi seguiva con passione costante.

È stata una generazione di Comandanti e di paracadutisti generosa, quella nella quale lui si impose in quegli anni. Per questo, con lui e con i molti come lui, di tutti i gradi, che stanno “passando” in questi anni, tramonta veramente un’epoca. Un’epoca della quale, anche per merito suo, non possiamo non provare nostalgia, seppur senza rimpianti.

Folgore!

Il Presidente Nazionale
Gen. C.A. Marco Bertolini

PUBBLICATO FOLGORE MARZO-APRILE 2022

All’interno di questo secondo numero del 2022, gli eventi più rilevanti di Marzo e Aprile 2022,  il Giro d’Orizzonte che nonostante i mesi di pertinenza del numero, ha come argomento le ultime sentenze del TAR, gli articoli di attualità sugli eventi più rilevanti accaduti in questi due mesi, lo Speciale 76ª Assemblea Nazionale che ha avuto luogo lo scorso 30 Aprile a Roma, le notizie dai Reparti in Armi e quelle inviateci dalle Sezioni ANPd’I con le attività svolte… Vi ricordiamo inoltre che questo numero sarà fruibile esclusivamente on-line.

Buona lettura! Folgore!

Download eseguibile cliccando sul minimale di copertina nella colonna a fianco

BORSA DI STUDIO “40° ANNIVERSARIO INIZIO DELLA MISSIONE LIBANO”

Nell’ambito dei progetti da presentare al Ministero della Difesa, sulla base delle proposte fatte dalle Sezioni/Gruppo Regionale a seguito dalla segnalazione che ogni anno la Segreteria Generale richiede, e finalizzati ad ottenere, se approvati dal Ministero della Difesa, un finanziamento, il 1° Gruppo Regionale aveva proposto il progetto, per l’anno 2022, di una borsa di studio dedicata alla ricorrenza del 40° anniversario della missione in Libano ottenendo il finanziamento dal Ministero della Difesa.

Considerato che il tema della borsa di studio ben si presta ad una partecipazione estesa a tutti i Gruppi Regionali si è deciso di proporre la possibilità di parteciparvi a tutte le Sezioni dell’ANPd’I.

Le Borse di Studio saranno destinate agli Studenti che sono stati iscritti ad un corso della scuola Primaria o Secondaria nell’Anno Scolastico 2021 – 2022.
Il candidato dovrà essere presentato da un socio iscritto all’ Associazione indipendentemente dalla categoria (Ordinario, Aggregato o Simpatizzante), in regola con il Tesseramento dell’ anno in corso.

Le borse di studio saranno cosi suddivise:
✓ Numero due borse di Studio da 1000,00 euro per le scuole Secondarie di Secondo Grado
✓ Numero due borse di Studio da 800,00 euro per le scuole Secondarie di Primo Grado
✓ Numero due borse di Studio da 600,00 euro per le scuole Primaria
✓ Riconoscimento dell’elaborato con impatto più emozionante 250,00 euro
✓ Riconoscimento al Gruppo con più iscritto pari a 250,00 euro

Le tempistiche inerenti al Progetto risultano quindi:
✓ Presentazione domande entro il 15/09/2022
✓ Presentazione lavori/elaborati entro il 15/12/2022
✓ Consegna borse di studio in occasione Assemblea Nazionale Aprile 2023

Nel segno della massima trasparenza e l’impegno affinché il progetto possa avere la massima diffusione la commissione sarà così composta:
– Presidente: Presidente Nazionale ANPd’I Gen. C.A. Marco BERTOLINI 
– Primo Membro di Commissione: Presidente Nazionale del Collegio dei Garanti Par. Prof. Maurizio MANZIN
– Secondo Membro di Commissione: Presidente Nazionale del Collegio dei Proboviri, Par. Dott. Costantino PALMITESSA 
– Terzo Membro di Commissione: Consigliere Nazionale Primo Gruppo Par. Enzo GULMINI
– Quarto Membro di Commissione: Probiviro Prima Zona Par. Ivo FORNACA (funzioni di Segretario e Coordinatore per le operazioni)

Per tutte le informazioni a riguardo del bando potete scrivere direttamente al Componente della Commissione con il ruolo di Segreteria all’email: proboviro.1@assopar.it.

Con l’obiettivo che questa iniziativa, possa in questo momento essere uno stimolo in più di aggregazione e di trasmissione dei nostri valori alle nuove generazioni, vi chiedo di portare questa iniziativa a conoscenza di tutti i vostri iscritti.

ESEGUI IL DOWNLOAD DEL BANDO 
Bando_definitivo-1.pdf (668 download )

SI È SPENTO IL GEN. B. PAR. MAURIZIO MALASPINA BOTTI

I paracadutisti d’Italia apprendono con immenso dispiacere della scomparsa del Generale Paracadutista Maurizio Malaspina Botti. Si è spento la notte del 10 luglio scorso, all’età di 85 anni, dopo breve malattia, nella città di Savigliano in Piemonte che aveva scelto come sua dimora al termine del servizio prestato alla Patria.

Ufficiale del RN proveniente dal 15° Corso d’Accademia dell’Esercito a Modena, al termine della Scuola di Applicazione in Torino veniva destinato presso uno dei reparti di fanteria meccanizzata posti a presidio del Nord-Est del Paese – erano i tempi della Guerra Fredda – dal quale dopo poco chiedeva ed otteneva di essere trasferito presso le Aviotruppe. Assumeva servizio alla Scuola di Paracadutismo di Pisa dove, nel grado di Tenente, comandava la 2nda Compagnia Allievi Paracadutisti dell’allora BARP (Battaglione Addestramento Reclute Paracadutisti). Al termine di questo intenso periodo del quale il Generale parlava spesso, nel grado di Capitano assumeva l’incarico di Comandante degli Istruttori di Paracadutismo della Palestra dell’istituto di formazione, alle dipendenze dell’Ufficio Addestramento e Lanci. Furono gli anni più belli della sua vita come ebbe a dire lui stesso più tardi. Tenne il delicato incarico anche nel grado di Maggiore ma, alla promozione a Tenente Colonnello, non cessava di ricoprire mansioni prestigiose: gli veniva infatti assegnato il comando del 3° Battaglione Paracadutisti “Poggio Rusco” (già BARP) la cui Bandiera era quella del disciolto 1° Reggimento Paracadutisti. Al termine del laborioso e impegnativo periodo di comando, transitava presso il Comando della Scuola divenendo Capoufficio Addestramento e Lanci: il cuore pulsante dell’istituto di formazione. La sua esperienza  di Comandante e la sua conoscenza tecnica della fase addestrativa propedeutica al lancio furono messe a buon frutto e molte furono le pubblicazioni specialistiche che videro la luce in quel tempo. Ancora nel grado di Tenente Colonnello, per non disperdere il patrimonio di esperienza di cui era depositario,  veniva designato quale Capoufficio Esperienze e Studi della Brigata Paracadutisti con sede a Livorno. Non poteva chiedere di meglio. L’Ufficio gli consentì di affinare i dettagli più tecnici della materia addestrativa e di sviluppare progetti di ricerca finalizzati ad una sempre maggiore sicurezza dell’attività aviolancistica. Si stava avvicinando la fine del periodo di vita esclusivamente dedicato alla Specialità ma, promosso Colonnello, l’Ufficiale non cessava di avere strettissimi legami con quella che era stata la sua casa per così tanti anni. Veniva infatti designato quale Ufficiale di Collegamento della Grande Unità presso la 46 Brigata Aerea all’aeroporto militare di Pisa. In questo incarico, tenuto per molti anni prima del congedo definitivo, Botti vedeva passare sulle piste della Base le migliaia di paracadutisti che aveva contribuito a formare. Vicini agli occhi, quindi, e vicini al suo cuore di Istruttore.

Non sarebbe possibile concludere questo breve racconto della vita del Generale senza menzionare la sua trascinante carica di entusiasmo, la sua inesauribile vena artistica e l’innegabile carisma che esercitava sugli uomini ai suoi ordini. Suo è il progetto poi diventato ammirevole realtà del distintivo per Istruttori Militari di Paracadutismo che essi tuttora portano con orgoglio. Suoi sono i disegni di moltissimi Calendari della B.par. FOLGORE che hanno cadenzato un tempo indimenticabile. Suoi sono i quadri che, sparsi un po’ dappertutto nella Scuola, celebrano la sua generosità e senso di appartenenza.

Lo spirito del Generale Maurizio Malaspina Botti è andato a far parte della schiera di immortali figure che caratterizzano i ranghi dei Reparti Paracadutisti senza corpo fisico ma ben visibili a quelli che sanno vedere.

L’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia porge le sue più sentite condoglianze alla Signora Anna ed ai suoi cari. Suo marito non sarà mai dimenticato!

Le foto sono state gentilmente fornite dal Gen. B. par. (ris) Piero Bellinvia

Gen. B. par. (ris) Raffaele Iubini

SENTENZE TAR. Aggiornamento

Si informa che il giorno 7 u.s. è stata pubblicata anche la quarta sentenza riguardante la nota vicenda trattata dal Tar Lazio.

Anche in questa occasione il Tar Lazio ha affermato che il provvedimento di ENAC “in nessun punto vieta l’attività di aviolancio svolta dall’Associazione ricorrente”, e che costituisce “circostanza, pacifica, emergente dagli atti, che, come del resto riconosce la stessa ENAC, la ricorrente ANPDI svolge anche attività di aviolancio su aeromobili civili”.

In buona sostanza, come già precisato nella precedente comunicazione del 28.06 u.s., il provvedimento dell’ENAC è stato ritenuto come non incidente e non lesivo della nostra attività di lancio di interesse militare (sospesa cautelativamente dall’Autorità Militare). 

Si tratta, quindi, di una decisione da ritenere confermativa delle tesi da sempre sostenute dall’Associazione.

L’A.N.P.d’I. sta ora valutando, attraverso i suoi legali, il percorso più idoneo che porti a concretizzare la ripresa dell’attività di aviolancio.

Letture alternative ostili al nostro sodalizio, talvolta anche diffamatorie, non scalfiscono minimamente la determinazione dell’Associazione nel proseguire il percorso volto a tutelare la dignità dell’A.N.P.d’I.

Il Presidente Nazionale
Gen. C.A. (ris) Marco Bertolini

SENTENZA TAR ROMA

Con la sentenza emessa dal Tar di Roma pubblicata pochi istanti fa, e qui allegata, in merito ai ricorsi dell’ANPDI, l’Associazione vede negato il suo buon diritto a continuare l’attività di paracadutismo alla quale ha dato l’avvio nell’immediato dopoguerra. 

Si tratta indubbiamente di una sconfitta, anche se resa meno dolorosa dalla chiara presa di posizione dell’Esercito a nostro favore con la sua relazione al Tar. Anche le FA, infatti, pagano un pegno a questa situazione dovendo rinunciare a quel continuo flusso di paracadutisti ANPDI che nel passato ne hanno rinfoltito i ranghi con giovani preparati e motivati. Ma anche la sconfitta, per chi combatte per cause che si ritengono degne, ha una nobiltà che consola. Non sono le sconfitte dei nostri progenitori, infatti, a toglierci un’oncia dell’orgoglio che proviamo nel considerarci loro figli.

Valuteremo ora più approfonditamente con i legali le possibilità che si prospettano.

Il Presidente Nazionale
Gen. C.A. (ris) Marco Bertolini

Sentenza-Presidenza.pdf (1337 download )

CELEBRAZIONI BATTAGLIA DI FILOTTRANO 3-9 LUGLIO 2022

Egregi Presidenti,

Il prossimo 9 Luglio celebreremo a Filottrano, con il 183° Reggimento paracadutisti NEMBO erede della omonima Divisione, gli eventi di guerra accaduti nelle Marche 78 anni fa.


Ogni anno che trascorre segna in maniera inesorabile il passare del tempo e rischia di affievolire il ricordo di quei fatti. La maggior parte di noi appartiene alle generazioni del dopoguerra e soltanto lo studio dei libri di storia o uno sforzo di immaginazione possono consentire di evocare le immagini di quella lotta feroce e senza quartiere, di evocare la storia di quegli uomini che sacrificarono il bene della vita in un consapevole slancio di generosità e di amore per la Patria.

Chi infatti, su ogni fronte, decise di continuare a combattere nel generale sbandamento che seguì l’8 settembre 1943, lo fece in forte contrapposizione a quanti, in una Italia demoralizzata e priva di guida, gettarono nella polvere le proprie uniformi e fecero ritorno a casa, ignorando il giuramento prestato e anteponendo i propri interessi a quelli della Nazione.

Furono quegli uomini, orgogliosamente in divisa, a ridare dignità e slancio alla Patria avvilita. Furono quegli uomini che si imposero al rispetto di un “alleato” diffidente e maldisposto. E furono quegli uomini a impedire che la nostra gente, incolpevole e disorientata, pagasse un prezzo troppo alto per degli ideali inseguiti sull’onda di genuini entusiasmi presto raffreddati da un negativo concatenarsi degli eventi.

Nella battaglia, in 135 pagarono con la vita la propria generosità e altri 250 portarono, per sempre, i segni della sanguinosa lotta nelle proprie carni.

Il prossimo 9 Luglio saremo quindi a Filottrano per assicurarci che quegli avvenimenti di morte e di dolore, ma anche di ritrovato onore, restino ben incisi nella memoria di chi ha beneficiato di quel sacrificio. È questo un appuntamento al quale, chi ne ha la possibilità, non dovrebbe mancare.

Lo dobbiamo ai Caduti, lo dobbiamo alle loro famiglie che restando hanno portato il peso della scomparsa dei propri cari e lo dobbiamo a noi stessi, Paracadutisti d’Italia, che attraverso queste celebrazioni confermiamo il forte sentimento di identità e di appartenenza che ci lega alla più bella Brigata del nostro Esercito.

A premessa della citata celebrazione in Filottrano, nei giorni dal 3 al 9 luglio avrà anche luogo una staffetta di marcia – composta da tre squadre di sei paracadutisti del NEMBO ciascuna – rievocativa della vittoriosa avanzata della Divisione per 270 Km attraverso gli abitati di Lanciano – Chieti – Penne -Teramo – Ascoli P. – Monsampietro M. – Macerata e Filottrano.

Al riguardo, il Comandante della Brigata FOLGORE ha fatto pervenire al Presidente Nazionale una lettera nella quale, facendosi premura di segnalare tutte le manifestazioni, invita caldamente alla partecipazione di quanti più soci ANPd’I possibile, in piena sinergia con i nobili sentimenti di Servizio alla Patria che animano i Reparti in Armi.

Allego a questa mia lettera le brochure e i fogli illustrativi delle manifestazioni, prodotti dal 183° Reggimento NEMBO.

Ora e sempre NEMBO/FOLGORE!

Il Vice Presidente Nazionale
Gen. B. par. (ris) Raffaele IUBINI

 

PER INFO ESEGUIRE IL DOWNLOAD
1_BROCHURE MARCIA DELLA NEMBO 3 – 9 LUGLIO 2022
2_OPUSCOLO INFORMATIVO MARCIA DELLA NEMBO CON RECAPITO TELFONICO DI RIFERIMENTO
BROCHURE-MARCIA-DELLA-NEMBO-3-9-LUGLIO-2022.pdf (598 download ) OPUSCOLO-INFORMATIVO-MARCIA-DELLA-NEMBO.pdf (581 download )

BATTLEFIELD TOUR MARCHE 2022

BATTLEFIELD TOUR 2022
27-28-29 Maggio 2022

Marche 1944, sulle orme dei paracadutisti
e degli arditi del Corpo Italiano di Liberazione

 

 

 

Il Battlefield Tour ripercorrerà le vicende dei Paracadutisti e degli Arditi dell’Esercito Regolare Italiano che presero parte alla Campagna di Liberazione nelle Marche nel 1944.

Il Battlefield Tour è uno strumento didattico dove i partecipanti (tra i quali sono presenti le scolaresche del territorio) verranno accompagnati sui luoghi delle battaglie, da storici ed esperti, per ricevere informazioni relativamente a determinati episodi accaduti. Si tratta di uno strumento didattico che non è una semplice lezione frontale, ma un’esperienza viva in quanto il partecipante può, effettivamente, comprendere quanto avvenne nelle Marche durante il 1944.

Il programma prevede lo studio di 3 episodi principali:

1) Filottrano;
2) Macereto;
3) Rustico

Si tratta di tre episodi determinanti nella Campagna di Liberazione che videro protagonisti Paracadutisti ed Incursori dell’Esercito Regolare italiano contro i reparti tedeschi.

Il Battlefield Tour, inoltre, ha anche l’obiettivo indiretto di promuovere il territorio facendo conoscere le realtà eno-gastronomiche e ricettive locali e le potenzialità turistiche dei luoghi attraversati.

Il progetto ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Difesa, del Ministero del Turismo, di Regione Marche, Comune di Visso, Comune di Filottrano, Comune di Polverigi e Comune di Osimo.

Le Amministrazioni interessate saranno, inoltre, invitate a partecipare in forma ufficiale alla cerimonia di chiusura che si svolgerà a Filottrano il 29 maggio.

LA SCHEDA DI PRENOTAZIONE, oltre al pacchetto comprensivo di
HOTEL + TOUR, prevede anche pacchetti dei solo TOUR per le tre giornate, per due sole giornate o per una sola giornata
a costi molto vantaggiosi.

Vi invitiamo quindi ad iscrivervi per vivere questa interessante esperienza.

Per info dettagliate, eseguite il download della Locandina,
del programma dettagliato e della scheda di iscrizione:
BATTLEFIELDTOUR_2022_programma.pdf (594 download ) SCHEDA-PRENOTAZIONE-BATTLEFIELD.pdf (605 download ) LOCANDINA-BATTLEFIELD_FILOTTRANO_PATROCINI_Anpdi-LU.png (436 download )

LA SEZIONE ANPDI PISA IN LUTTO – È MORTO L’ISTRUTTORE VETERANO GIANFRANCO BERTOLINI

L’Istruttore veterano paracadutista Gianfranco Bertolini ha compiuto il suo ultimo lancio.

Così lo ricorda uno dei suoi tanti allievi:
“Quando giungono certe notizie, non vorremmo mai che fossero realtà.
Eppure, spinti dal cuore indomito, tipico del Paracadutista, occorre accettare che anche quello che non vorremmo mai sentire.
Ieri la storia del paracadutismo italiano, civile e militare, ha perso una delle sue colonne portanti più ferme e resistenti, Gianfranco Bertolini ci ha lasciati.
Più di 70 anni di vita dedicata al paracadutismo, non occorre aggiungere altro.
Mi piacerebbe rivivere il ricordo che ho di lui, quando da giovane poco più che ventenne mi avvicinai alla sezione Anpd’I di Pisa, città consacrata al paracadutismo.
Venni iniziato a questo meraviglioso mondo, a me sconosciuto ma che avevo vissuto tramite racconti di familiari, dalle parole di Gianfranco, che insieme agli altri Istruttori mi accolse presso la sede di Piazza San Martino, a Pisa.
Le parole che mi riservò furono dirette e giuste, senza troppi fronzoli, ricami o false illusioni: “il paracadutismo, se lo vuoi fare, è questo… gioie e dolori, siamo tutti volontari, nessuno ti obbliga”, e questo era Gianfranco, un uomo diretto, preciso, scrupoloso, a tratti severo ma sempre giusto, di una rettitudine morale ineccepibile.
E di una passione smisurata per il mondo del paracadutismo.
Gianfranco metteva sempre al primo posto la sicurezza dell’allievo, e con tanto impegno da parte nostra, ci accompagnò a conseguire l’ambito brevetto di abilitazione al lancio, seguendo le stesse procedure previste per il brevetto militare, instillando nelle nostre giovani menti i sani principi e i veri valori del Paracadutista. Nonostante fosse civile, infatti, Gianfranco anni addietro divenne Istruttore della Smipar, e migliaia e migliaia sono stati i giovani allievi paracadutisti militari e civili da lui forgiati, così come centinaia sono stati i collaudi di materiale che ha effettuato, mettendo sempre anima e corpo a disposizione del progresso aviolancistico.
Quando poi dopo poco mi arruolai, orgoglioso, tornai un giorno in Sezione e volli incontrare Gianfranco, che, quando mi vide in divisa, la toccò affascinato, e visibilmente commosso mi disse che avevo dato lustro all’Anpd’I di Pisa.
La vita militare, con le sue vicissitudini, mi portò poi a Brescia, ove mi volli ricondizionare al lancio, dopo anni di inattività. Alla sezione Anpd’I locale mi accolse un altro decano del paracadutismo: Tino Feola, un altro Angelo volato in cielo alcuni anni orsono, che si approcciò a me con lo stesso affetto che Gianfranco Bertolini mi aveva riservato a Pisa.
Quando mi parlava, quando ascoltava i miei dubbi, quando mi consigliava, sempre con grande garbo e con il rispetto che si riserva al Paracadutista già brevettato, rivedevo il “mio” Gianfranco.
Due Paracadutisti civili, Gianfranco Bertolini e Tino Feola, a cui i massimi vertici militari della Folgore hanno reso i più alti onori.
E che hanno segnato il mio cammino.
Appena la situazione lo consentirà, quando tornerò alla porta, quando il Cielo azzurro mi abbraccerà e la sicura vela del paracadute mi cullerà verso un sereno atterraggio, il mio pensiero andrà a Te, Gianfranco, che in quel momento mi sarai più vicino di quando sono con i piedi per terra…. ciao Gianfranco, e ciao anche a te Tino, non ne fanno più di Paracadutisti come Voi, bello pensare che adesso siete insieme, in quell’angolo di Cielo a tutti noi riservato, a organizzare la prossima giornata in zona lancio, a preparare i manifesti di carico e a vegliare sempre su di noi, Paracadutisti civili e militari.
Cieli Blu!

Un Tuo giovane allievo”


Le esequie del paracadutista Gianfranco Bertolini si sono svolte il 5 maggio scorso presso la chiesa della Sacra Famiglia in Cisanello. 

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