Si è spento Gianni Greguoli, classe 1926, reduce del battaglione paracadutisti “Azzurro” del rgt.Folgore della Repubblica Sociale Italiana. Era ancora un “ragazzino” rispetto a molti altri combattenti di allora, ormai arrivati alla soglia del secolo pieno. Ed era un ragazzino anche quando, dopo l’8 settembre 1943 decise di prendere le armi “Per l’onore d’Italia”, in un momento drammatico per la nostra Patria. Del ragazzino aveva poi mantenuto la passione e la curiosità, che l’avevano portato a continuare l’avventura aviolancistica agli inizi del dopoguerra e poi a dedicarsi alla fotografia, nella quale esprimeva un’innata vocazione artistica. Se n’è andato in queste giornate tremende, mentre l’Italia sta combattendo un’altra dura guerra contro un nemico subdolo che colpisce tutto il nostro territorio, proprio a partire dalla sua Lombardia. Giornate nelle quali i morti si contano a centinaia e centinaia ogni giorno e le tristi seppur necessarie norme igieniche imposte da una crisi sanitaria inedita impediscono l’abbraccio corale e solenne che i paracadutisti d’Italia tributano sempre ai propri padri e ispiratori. Non per questo, il saluto dell’ANPDI è meno partecipe, meno dolente.
Lo salutiamo sull’attenti, come si saluta un commilitone che si sta ora riunendo ai suoi camerati di allora, a partire dal suo Comandante Tenente Tomasina al quale era legato da forti vincoli di affetto e familiari, in quell’angolo di cielo cantato nelle nostre canzoni ed evocato nelle nostre preghiere.