Tra le autorità era presente anche l’Ambasciatore Italiano in Tunisia, Dott. Fabrizio Saggio.
Il giorno 8 maggio si sono svolte le celebrazioni per la ricorrenza dell’80° anniversario della battaglia di Takrouna nella quale i superstiti della Folgore dell’Africa Settentrionale riuniti nel 285 Battaglione Paracadutisti Folgore dettero prova di indomito coraggio (vedasi la breve sintesi storica dei fatti di Takrouna).
La cerimonia, svoltasi presso il monumento ai Paracadutisti Italiani caduti in Tunisia situato proprio a Takrouna, voluta da SE l’Ambasciatore d’Italia per la Tunisia Dott. Fabrizio Saggio ed organizzata dall’Addetto Militare Italiano CV Matteo Cusimano, ha visto la partecipazione delle Autorità locali tunisine, del Generale di Brigata paracadutista Vittorio Antonio Stella, degli Addetti Militari di molte nazioni, della comunità di italiani in Tunisia nella quale si trovano militari non più in servizio attivo della Folgore e del 9° Col Moschin, di una delegazione dell’Associazione del Fante del 66°Reggimento.
L’ANPd’I vi ha partecipato con una delegazione composta dal Segretario Generale Gen.B.(ris) Enrico Pollini con il Medagliere Nazionale portato dal Magg.(ris) Marco Magretti, dalla Signora Lucilla Andreolli, figlia della MAVM Cesare Andreolli che combattè a Takrouna accompagnata dal marito Ing. Enrico Soracco e dal Labaro della Sezione di Fiemme e Fassa intitolata alla MAVM Andreolli. Sotto una pioggia battente sono state deposte le corone alla stele in ricordo dei paracadutisti caduti, monumento fortemente voluto, anche dal punto di vista del contributo materiale per la sua edificazione, dal reduce Cesare Andreolli, dal figlio del Combattente a Takrouna MAVM Rolando Giampaolo, dalla comunità degli italiani e dall’ANPd’I.
Si sono alternati per le allocuzioni il capo della delegazione di ASSOFANTE Gen.B (ris) Errico De Gaetano, il Segretario Generale dell’ANPd’I, la Signora Andreolli che ha ripercorso la storia della edificazione del monumento ed ovviamente SE l’Ambasciatore d’Italia mentre il Lgt (ris) inc. Giovanni Maio ha letto la preghiera del paracadutista: un picchetto armato dell’Esercito Tunisino ha reso gli onori militari.
Soffermandoci sulla allocuzione del Segretario Generale nella quale è stato evidenziato lo spirito folgorino che animò i nostri paracadutisti che al canto “allarmi arditi dell’aria” iniziarono il movimento per l’attacco al “torrione roccioso di Takrouna” essa si è conclusa con un passo importante per la nostra associazione: la costituenda Sezione “TAKROUNA”. Esaudendo quindi un desiderio dei nostri commilitoni ivi residenti essa riunirà, in Tunisia, sia i paracadutisti che i provenienti da altre Armi e specialità, riconoscendo quindi nella “stele di Takrouna” un simbolo di aggregazione, di italianità e di amor Patrio.
E’ un passo talmente importante che SE l’Ambasciatore d’Italia lo ha precisamente richiamato nel corso della sua allocuzione, dichiarandosi felice di questa iniziativa tesa proprio al mantenere vivo il ricordo dei nostri Caduti in Tunisia.
La cerimonia si è conclusa con un fuori programma: il canto del nostro inno “Cuori d’acciaio all’erta” cantato con impeto da tutti i paracadutisti presenti.
Folgore!
Nelle Foto:
particolare del monumento
il “torrione” di Takrouna allora
il monumento durante la cerimonia
la delegazione con l’Addetto Militare CV Cusimano
il Lgt.inc.(ris) Giovanni Maio che si sta occupando della costituenda Sezione
BREVE SINTESI STORICA DEI FATTI DI TAKROUNA
Non tutta la Folgore venne fatta prigioniera dopo aver ricevuto l’Onore delle Armi da parte del nemico, come i rivoli di mille sorgenti della montagna, i folgorini superstiti risposero alla spicciolata, in gruppetti, a coppia… attratti come da un misterioso richiamo giunsero con ogni mezzo possibile dalla Marmarica, dalla Sirtica e dal più lontano Bengasino… alcuni dimessi dagli ospedali, altri miracolosamente guariti allorchè seppero che c’era adunata dei paracadutisti: c’era nell’aria odor di menare le mani.
Vinsero sete, il timore della prigionia, i bombardamenti della RAF, qualcosa era rimasto a rappresentare degnamente la Folgore immolatasi nel deserto.
Giunsero nel campo trincerato di Tripoli…e scavarono trincee guardandosi smarriti, poi qualcuno si ricordò di loro e li raccolse convogliandoli a Breviglieri: era Carlo Lombardini, già comandante della 20^ cp del 7°Btg/186 Reggimento, capitano paracadutista. Quando alla fine terminò di contarli si rese conto che poteva costituire un battaglione su 400/500 paracadutisti a cui dare un numero e perpetuare ancora una volta il fascinoso nome della “Folgore”: nacque il 285 Battaglione paracadutisti Folgore, su 3 cp la 107,109,110 cui si aggiunsero più tardi la 108^cp. autonoma di Giampaolo e la 111^. Amalgamato il reparto nel 1943 il 285° lasciò Tripoli portandosi in linea sul Mareth dove venne assegnato al 66° Btg della Trieste e posto a difesa della zona tra i Djbel’s,gli Chott’s e il mare.
Il 6 febbraio “battesimo del fuoco” per il 285° con un assalto guidato personalmente dal Lombardini, irruento a tal punto che andarono troppo lontani dalle loro linee rischiando l’isolamento! E poi altri scontri, altre battaglie ..altri folgorini caduti…ma sempre alto il nome di Folgore!
Il nemico era quello di sempre: la 51^ Highland e la 2 ^ neozelandese. Seguirono nuovi scontri sull’Akarit e poi Takrouna con l’ordine chiaro ed inequivocabile : riconquistare e tenere Takrouna perduta dal 66° della Trieste… brevi parole dal significato eloquente per i veterani della Folgore.
Il nemico arroccato in alto su posizione dominante..i paracadutisti sotto.
Il 20 aprile del 1943 alle 0900 dopo una preparazione di fuoco con i mortai inizia l’attacco eseguito dai granatieri del 66°Btg della Trieste che dopo 2 ore vennero decimati e quindi il Col. Pettinau cte del 66° ordinò: “sotto con i paracadutisti!!”. Alle 1130 le cp di Giampaolo ed Orciuolo al canto di “Allarmi arditi dell’aria” iniziarono la marcia di avvicinamento… spavaldi… pur sapendo che molti di loro non sarebbero tornati vivi dall’azione: sarà l’ultima azione della Folgore dell’Africa Settentrionale con un organico ormai di 200 paracadutisti.
La battaglia fu durissima: Takrouna venne conquistata il 20 ma all’alba del giorno successivo il rumore di 100 Sherman e i colpi degli 88 inglesi annunciano il contrattacco inglese e per i nostri la battaglia termina alle ore 1630 del 21 aprile, natale di Roma.
I nostri attaccarono scalando la posizione nemica con le corde… assalto a bombe a mano e grida di “FOLGORE!!”… fu una battaglia dura, cattiva… i neozelandesi volevano saldare il conto con i folgorini che catturarono a Der Alinda il loro comandante Gen. Clifton… i nostri saldare il conto della battaglia di El Alamein… alcuni paracadutisti superstiti ed arresi vennero uccisi a colpi di baionetta… a freddo.
A Takrouna la Folgore dell’Africa cessò veramente di esistere..li morirono gli ultimi folgorini..lì il mito della Folgore si consolidò grazie alle loro gesta e al loro coraggio.