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E’ MORTO IL GENERALE BRUNO VIVA, INDIMENTICATO AQUILA 1

E’ morto il Generale Bruno Viva.

Il Generale Viva faceva parte di quella generazione di Ufficiali che ha vissuto in prima persona quella fase della storia della Specialità che ha fatto transitare la Brigata Paracadutisti “Folgore” dalla dimensione post-bellica per la presenza di molti “maestri” che avevano militato nei paracadutisti in Africa Settentrionale e durante la guerra in Italia, alla dimensione moderna nella quale ci troviamo.

Dopo la frequenza dell’Accademia Militare nei primi anni ’60 e dopo il tradizionale periodo in fanteria di linea, in quell’epoca passaggio obbligatorio per gli Ufficiali subalterni del Ruolo Normale prima del transito nei paracadutisti, venne assegnato alla SMIPAR presso la quale operò presso la compagnia Avio. Il transito in questo reparto lo segnò per tutta la sua successiva vita nelle aviotruppe, per la conoscenza tecnica dei materiali aviolancistici che dovette successivamente mettere a frutto in un periodo caratterizzato dal passaggio dal vecchio CMP 55 all’Irving e poi al T-10.

Frequentò poi la Scuola di Guerra e trascorse un periodo presso lo SME, dopo di che venne riassegnato alla Brigata paracadutisti, dove comandò il 2°battaglione.

Subentrò quindi al Generale Bruno Loi un anno dopo la fine dell’operazione in Somalia nel 1994 e mantenne il Comando della Folgore fino al novembre 1996, cedendola al Gen.Luigi Cantone, in Bosnia, dove la Folgore si era schierata nell’ambito dell’operazione Nato IFOR dall’estate dello stesso anno.

La sua carriera successiva proseguì presso lo Stato Maggiore dell’Esercito, quale Capo del III Reparto, per poi assumere il Comando del 3° Corpo d’Armata, o meglio dei Comandi nei quali lo stesso si trasformò in quel periodo, vale a dire il Comando delle Forze Operative di Proiezione dal 1997 e successivamente il Corpo d’Armata di Reazione Rapida (HRF) nel 2001.

Chi scrive ebbe l’onore di militare alle sue dipendenze quale Comandante della 4^cp.”Falchi” quando l’allora Ten.Col.Bruno Viva comandava il 2° battaglione paracadutisti “Tarquinia”. Successivamente, fui il suo Capo di Stato Maggiore quando lo stesso comandava la Folgore, sia in Italia che nel corso dell’operazione IFOR in Bosnia.

Senza falsa modestia devo ammettere di avere molto imparato da lui in quei periodi di grande intensità, sia da un punto umano che professionale. Era, infatti, un uomo di grande rigore, completamente dedito al servizio ed animato da una grande attenzione per il personale. Pretendeva il massimo impegno dai suoi collaboratori, come lo imponeva a se stesso. Non amava le improvvisazioni e le superficialità alle quali spesso si abbandona chi si ritiene “operativo” per definizione, come a volte accade anche nei reparti più efficienti dove il rispetto delle norme e la conoscenza delle procedure si scontra con la necessaria spregiudicatezza nell’operare. Fu, insomma, un ottimo Comandante che ha lasciato un segno del suo passaggio nelle unità che ha comandato come negli uomini che sono stati alle sue dipendenze.

Il resoconto della sua vita non sarebbe però completo se si limitasse a contare i suoi successi professionali, i suoi periodi di comando, le sue importanti decorazioni, tra le quali spicca quella dell’Ordine Militare d’Italia.

Mentre il Capitano, il Tenente Colonnello, il Generale dei paracadutisti operava nell’ambito delle sue responsabilità professionali, infatti, l’Uomo combatteva una impegnativa battaglia personale. Doveva infatti dividere le sue energie tra il dovere di Comandante e quello di Padre di un figlio, Michele, affetto da un invalidante problema sanitario che ne limitava l’autonomia. In quest’opera era affiancato dalla moglie Eleonora capace di non far mancare in nessuna occasione il supporto morale, affettivo e spirituale di madre e moglie a favore dei suoi due uomini impegnati in difficili “carriere” parallele.

La scomparsa di Eleonora pochi anni or sono rappresentò per questo un colpo fortissimo, al quale comunque reagì con forza, fino a quando quest’estate anche Michele è passato a miglior vita.

Preghiamo affinchè la “squadra” delle loro vite si ricomponga in quell’angolo di cielo dove le fatiche, le preoccupazioni e i dolori trovano la spiegazione che tutti cerchiamo.

Folgore!

Gen. C.A. (ris) Marco Bertolini

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