Il tragico evento che con l’esplosione di Castel d’Azzano (Verona) ha scosso tutta Italia, ha toccato da vicino anche la nostra grande famiglia di paracadutisti. Oltre alla perdita del Luogotenente Piffari, del Brigadiere Capo Daprà, in passato effettivo al 1° Tuscania, e del Carabiniere Scelto Bernardello, tutti dell’Arma dei Carabinieri, la deflagrazione ha causato il ferimento di diversi operatori delle Forze dell’Ordine tra cui due soci aggregati dell’ANPDI, molto attivi nel sodalizio: l’Agente Scelto della Polizia di Stato Umberto Affini e il Carabiniere Scelto Giuseppe Tulumello.
Umberto Affini, della Sezione ANPDI di Mantova, presta servizio presso l’Unità Operativa di Primo Intervento (UOPI) di Verona, mentre Giuseppe Tulumello, della Sezione ANPDI di Caltanissetta (e col papà già paracadutista del 5° Btg), opera presso le Squadre Operative di Supporto (SOS) di Genova. Entrambi sono rimasti feriti nell’adempimento del loro dovere, in una situazione di altissimo rischio.
La loro presenza sul luogo dell’esplosione, peraltro, non è del tutto una sorpresa. Essa testimonia, in modo inequivocabile, il profondo e indissolubile legame che unisce l’ANPDI alle Forze Armate e alle Forze dell’Ordine italiane.
In una circostanza del genere, sarebbe inappropriato e di cattivo gusto cercare di “mettere il cappello” su un fatto doloroso del quale come ANPDI siamo stati semplici ed inerti spettatori, ma non sarebbe neppure giusto passare sotto silenzio l’orgoglio che ci deriva dall’aver, nel corso dei decenni, alimentato trasversalmente le Forze Armate e di Polizia con le vocazioni di operatori che, anche nelle nostre file, avevano praticato valori come coraggio, disciplina, spirito di sacrificio, abnegazione e innata propensione a trovarsi “in prima linea” propri del paracadutismo militare italiano. E questo rappresenta per noi motivo di orgoglio, che non si può esaurire nella semplice concessione di un diploma e dell’attribuzione del conseguente diritto ad indossare un distintivo sulle uniformi.
Non è certamente un caso se spesso, infatti, i soci dell’associazione si ritrovano in forza ai reparti militari e delle Forze dell’Ordine più esposti e pronti all’intervento immediato, come dimostra la triste circostanza di Castel d’Azzano. E questa è una consapevolezza che onora l’opera dei nostri Padri Fondatori dell’immediato dopoguerra e che ci rende ancor più partecipi della responsabilità che abbiamo accettato chiedendo di essere dell’ANPDI.
Alle famiglie dei Caduti l’Associazione rinnova le espressioni del proprio dolore e a tutti i feriti, con particolare riferimento ai più gravi, rivolge l’augurio di una pronta e completa guarigione. A Umberto e Giuseppe, paracadutisti dell’ANPDI e servitori dello Stato, va il nostro benaugurante abbraccio.
Folgore!