Dopo aver partecipato il 20 giugno alla Festa dell’Arma delle Trasmissioni presso la Caserma Perrotti in Roma nell’ambito della quale era esposta una “colombaia mobile” del Regio Esercito Italiano mi sono posto la domanda: ma le unità paracadutiste italiane avevano dei “reparti di colombi viaggiatori”?
Facendo delle ricerche scopro ,dal libro edito dallo SME – Ufficio Storico ” Gli animali e la guerra” che…..
“L’utilizzo dei colombi quale mezzo di trasmissione alternativo a quello ricetrasmittente fu esteso, seppur in via sperimentale, alle truppe paracadutiste.
Allo scopo fu impiantata presso la Scuola Paracadutisti la 148^ Colombaia Ausiliaria per addestrare i paracadutisti all’impiego dei colombi.
Il paracadutista era dotato di un’apposita cassetta nella quale custodire il colombo durante il lancio. Pochi minuti prima dell’atterraggio il paracadutista, per restare libero in fase di atterraggio, si liberava dell’involucro il quale era dotato di un apposito paracadute che si apriva automaticamente consentendo l’atterraggio del colombo in contemporanea a quello del paracadutista.
L’impiego operativo di questa tecnica era stato previsto per l’occupazione di Malta, ma non venne attuato per la mancata realizzazione dell’impresa che, qualora fosse avvenuta, avrebbe visto le truppe paracadutiste effettuare il collegamento a mezzo colombi, già preventivamente sperimentato tra Malta e Messina.”
Gen.B.(ris) Enrico Pollini
Forte e strategico.