ASSOCIAZIONE NAZIONALE

  PARACADUTISTI D'ITALIA

IL COMMOSSO RICORDO DEL GEN. CELENTANO NELLE PAROLE DEL GEN. C.A. CC (r) MICHELE FRANZE’

Ho avuto l’onore e il privilegio di comandare il ‘Tuscania’ quando alla guida della ’Folgore’ c’era il Generale Enrico Celentano, comandante di straordinaria cristallinita’ di sentimenti e di eccezionale integrità morale e professionale.

La Sua alta guida fu per noi carabinieri paracadutisti illuminante sempre e dovunque, facendoci così sentire paracadutisti tra i paracadutisti, senza differenze di mostrine, alamari o colore di giubba.

Il rispetto per la Sua figura di Uomo e di Soldato e l’intima convinzione della Sua estraneità alle accuse mossegli mi ha indotto a esprimere in tante occasioni il mio giudizio sulla Sua innocenza.

Comandante Celentano, caro Enrico, hai sempre salutato i tuoi amici e collaboratori con una vigorosa stretta di mano. Oggi, per il Tuo ultimo lancio, mi prendo la libertà di salutarti con un abbraccio, urlando con Te il nostro grido ‘FOLGORE’.

Gen. C.A. CC (r) Michele Franze’

E’ PASSATO A MIGLIOR VITA IL GENERALE ENRICO CELENTANO

Dopo il riacutizzarsi di una grave malattia con la quale aveva combattuto per anni e che lo aveva recentemente costretto al ricovero presso l’Ospedale di Siena, la sera del 28 aprile 2025 è passato a miglior vita il Generale Enrico Celentano, figura iconica per tutti i paracadutisti italiani di questo dopoguerra.

Padre nobile e Comandante della CEPAR negli anni ‘70, la compagnia esplorante inquadrata nel 5° battaglione paracadutisti “El Alamein” di Siena, aveva lasciato una traccia indelebile nei suoi paracadutisti di allora, i “ceparini” come li si indica confidenzialmente nella Folgore, ai quali è sempre rimasto legato da un forte affetto, ricambiato da tutti.  Passato di grado, effettuò tutti i prescritti periodi di comando presso le unità della Folgore della quale fu Comandante per due anni a cavallo della fine del secolo. Successivamente, venne impiegato presso il Comando delle Forze di Proiezione a Milano dove concluse il suo servizio.

Uomo dal tratto gentile e formale al tempo stesso, tributava a tutti il titolo di “Comandante”, dall’ultimo dei suoi paracadutisti di leva ai propri colleghi e parigrado, affermando a chi gli chiedeva il motivo di tale appellativo che come minimo tutti siamo almeno comandanti di noi stessi. Il Comando, per lui, era infatti la quintessenza dello spirito del militare, di ogni militare, teso a dominare le proprie passioni e le proprie paure con un costante sforzo di volontà. Non lo si può non ricordare come perennemente teso nel faticoso impegno di governare se stesso, gli uomini e le unità alle sue dipendenze con l’esempio, rifuggendo facili prove di forza per imporsi sui sottoposti, ai quali si rivolgeva con un rispettoso “Voi” a prescindere, anche in questo caso, da gradi e funzioni. E in questa onerosa impresa si metteva in gioco personalmente, rifuggendo da tutte quelle grandi e piccole libertà che chiunque esercita un comando tende a praticare, nell’atteggiamento come nel tratto con gli altri. Sempre presente e sempre disponibile, individuava nella liturgia laica dell’alzabandiera mattinale, al quale partecipava immancabilmente anche da Comandante della Brigata, il momento per rendersi presente con i propri uomini, guardandoli negli occhi mentre proponeva testimonianze del valore dei Soldati italiani, o mentre commentava coram populo il bel comportamento di qualcuno, o quando riprendeva o premiava altri per l’assetto formale, o per quelle grandi e piccole frizioni e per i frequenti atti di generosità che caratterizzavano il vivere in comune di migliaia di maschi ventenni costretti a rispettare le stesse regole e a condividere lo stesso stile di vita, a prescindere dal proprio vissuto precedente.

Un vero docente di democrazia, qualsiasi cosa di positivo possa significare questo termine.

Chi scrive ha avuto l’onore di essere con lui Comandante di Corpo durante l’indimenticabile operazione IBIS in Somalia, dove esercitava il Comando del 186° reggimento a Balad, per essere poi alle sue dipendenze quando ricoprì l’incarico di “Aquila 1”. Sempre ultimo alla fila per la distribuzione del rancio e primo all’adunata come al lancio, non cedeva alla tentazione frequente in molti Comandanti di accentrare a se stesso ogni decisione, per paura delle grane indotte dall’approssimazione di alcuni sottoposti. E i paracadutisti, a partire da quelli più direttamente esposti all’azione del suo esempio, lo ricambiavano con un impegno assoluto, consapevoli componenti di una società di pares di cui lui era semplicemente il primus.

Ci mancheranno i suoi auguri, ad ogni festa comandata, redatti in stringato stile militare, e la sua presenza alle cerimonie più significative della Specialità, dove immancabilmente spariva letteralmente al “rompete le righe”, rifuggendo il rito del vin d’honneur finale che lo avrebbe sottratto anche se per pochi minuti all’affetto dei suoi ceparini.

Un Uomo come pochi, il Generale Enrico Celentano, avvelenato negli ultimi due decenni di vita dal trascinarsi di una dolorosa vicenda giudiziaria che non ne ha intaccato l’onore ma che forse per la prima volta ha incrinato la sua incrollabile fiducia nell’uomo.

La sua amarezza è la nostra.

Ci rimane la nostalgia di un Comandante straordinario.

Folgore, Comandante

Gen.CA (ris) Marco BERTOLINI

Presidente Nazionale dell’ANPd’I

20 APRILE 1943: A TAKROUNA IL GRIDO FOLGORE SEGNO’ ANCORA LA STORIA

La Folgore venne data per disciolta nella fornace della battaglia grande di El Alamein iniziata il 23 ottobre 1942: …ma non fu così!!

Come mille rivoli che vanno verso il mare i paracadutisti superstiti isolati, in colonne, a piedi, con automezzi…spesso sbucando dal nulla via via si ricostituirono toccando le località di El Taqa, Fuqa, Marsa Matruh, Bardia, Tobruch, Barce, Nofilia, Breviglieri..passando dall’Egitto alla Libia che venne lasciata nel gennaio del ’43 ripiegando per Cussabat, Tavorga, dintorni di Tripoli, Ben Gascir e Castel Benito…dove la specialità ebbe inizio.. spesso a contatto balistico con l’incalzante nemico, alla volta della Tunisia. Erano inquadrati dal 4 gennaio 1943 nel 66° Reggimento Fanteria “Trieste” quale III° Battaglione Paracadutisti su 109^ Cp. Comando,110^, 111^ e 112^ Cp più la 285^ Cp. Paracadutisti. Andarono, agli ordini del Generale Messe comandante dell’ACIT poi ribattezzato 1^ Armata, sulla linea del Mareth poi dell’Akarit dove il 5 aprile ’43 ebbe luogo una battaglia contro forze preponderanti nella quale il battaglione perse la 109^ e 110^ compagnia..poi Takrouna.

Il III° Btg era ormai ridotto ad un plotone comando, la 108^ Cp (ex 285^) e la 112^: fu in questo periodo che il battaglione iniziò a identificarsi come CCLXXXV Battaglione Paracadutisti. Rilievo roccioso Takrouna toccò alla “Trieste” che subì l’attacco dal 19 al 21 aprile di quattro battaglioni di neozelandesi e maori: i fanti del 66° si batterono come leoni ma dovettero cedere. Inizialmente in riserva il battaglione paracadutisti venne lanciato al contrattacco per riconquistare Takrouna nel frattempo in mano nemica. Questo sparuto reparto di paracadutisti (2 cp) alle 02.00 del pomeriggio del 20 aprile, in fila, attraversò la terra di nessuno cantando “ …all’armi arditi dell’aria..”.

La 108^procedette all’assalto dalla base del paese mentre la 112^ cercò una via per scalare la roccia: gli ex alpini, che erano già del V° Btg. Paracadutisti, risultarono preziosi e così un pugno di audaci sbucò alle spalle dei maori, la lotta fu serrata, pugnale contro baionetta, senza quartiere e con la forza del proprio nome i folgorini ripulirono la cima terminando la lotta esausti e con gravi perdite. Il 21 aprile una marea di forze nemiche ebbe ragione dei nostri.

Tutti quei paracadutisti furono eroi!!

La Folgore data per finita rinacque con il CCLXXXV Battaglione Paracadutisti che fece ancora conoscere al nemico di cosa erano capaci i paracadutisti italiani al grido di “FOLGORE!!!”.

Gen.B.(ris) Enrico Pollini

PS: l’articolo  è ovviamente succinto e non esaustivo dell’argomento: lo scopo è quello di ricordare i fatti e di stimolare il vostro approfondimento per il quale si consiglia il libro:” PARACADUTISTI DOPO EL ALAMEIN” edito da Archivio storia per l’ANPd’I ( già illustrato nelle pagine di questo sito) per info anpdi.nazionale@assopar.it.

L’ONORE DELLA MEMORIA: DONATA AL 185° RRAO LA MAVM DEL PARACADUTISTA SILVIO INFANTI

In occasione dell’80° anniversario dell’Operazione Herring, si è tenuta presso la Caserma Pisacane di Livorno una toccante cerimonia che ha visto protagonista la memoria di un valoroso paracadutista italiano. La Medaglia d’Argento al Valor Militare conferita al Paracadutista Silvio Infanti, originario di Bagnarola (PN), paese limitrofo a Portogruaro, e caduto durante la storica Operazione Herring, è stata formalmente donata alla Sala dei Ricordi del 185° Reggimento Ricognizione e Acquisizione Obiettivi (RRAO), erede dello spirito combattivo dello Squadrone F a cui Infanti apparteneva.

Il momento commemorativo ha rappresentato un ponte tra passato e presente, unendo memoria, riconoscenza e identità in un gesto dal profondo significato simbolico. Con questa donazione si rinnova il principio irrinunciabile secondo cui “nessun sacrificio per la Patria deve essere dimenticato”. La medaglia andrà ad affiancare la memoria di un altro portogruarese, il Paracadutista Daniele Cusan, a cui è già intitolata la sala didattica del Reggimento.

Durante la cerimonia, il rappresentante dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia ha sottolineato l’importanza del ruolo delle Associazioni d’Arma nel custodire e trasmettere la memoria dei Caduti, con particolare attenzione alle nuove generazioni che rappresentano il futuro delle Forze Armate e della nazione.

Un caloroso ringraziamento è stato espresso al Colonnello Margutti, comandante del 185° RRAO, per l’immediata e sentita adesione all’iniziativa. Un riconoscimento speciale è stato rivolto a Lucien Milan, pronipote di Silvio Infanti, per la sensibilità dimostrata e per aver voluto che il ricordo del suo antenato diventasse patrimonio condiviso di tutti i Paracadutisti italiani.

Questa donazione incarna il senso più profondo della missione dei paracadutisti e delle associazioni militari: onorare la memoria attraverso atti concreti, affinché il tempo non offuschi mai il valore di chi ha servito la Patria con estremo coraggio.

 

“ITALA 3300” HA VOLATO NEL CIELO DI FERRARA!!!.

 

Ieri 12 aprile 2025 è stato effettuato dal Col. (ris) Paolo Filippini  il lancio di collaudo della bandiera italiana più grande del mondo: ITALA 3300…tremilatrecentometri quadrati di italianita’!! Il lancio ha avuto successo tra la gioia di tutti in primis del pluricampione Paolo Filippini!. L’ANPd’I è orgogliosa di averlo tra le nostre fila quale Direttore del nostro  Centro di coordinamento del paracadutismo sportivo.

Dopo gli opportuni controlli coadiuvato dalla “squadra” di supporto e ripiegamento della Sezione ANPd’I di Massa Carrara (alla quale è iscritto) con in testa il Presidente di Sezione Mario Lorieri, Filippini si è imbarcato sul vlv I-CANO di Ferrara…

effettuando quindi il lancio. Erano presenti oltre alle autorità civili e militari di Ferrara, il Segretario Generale dell’ANPd’I Gen.B. (ris) Enrico Pollini, il membro della Commissione Tecnica Nazionale dell’ANPd’I Giovanni Conforti, il Presidente della Sezione ANPd’I di Ferrara Maurizio Grazzi assieme ai suoi paracadutisti, le Sezioni del 4° Gruppo Regionale che proprio per l’occasione hanno effettuato la consulta di Zona con il Consigliere Nazionale Massimo Buratti…e tanti paracadutisti e cittadini di Ferrara!. Speaker della manifestazione il Direttore Tecnico della Sezione di Ferrara Lucio Fusco.

Ora  nei tempi che Paolo Filippini deciderà il prossimo obbiettivo sarà l’omologazione del record secondo le normative vigenti.

Grazie Paolo per la tua dedizione, coraggio, la tua passione e semplicità con la quale ti proponi a tutti noi: siamo tutti con te !!

FOLGORE!!

IL GRAN GIORNO DEL TRICOLORE DA RECORD DEL COL. FILIPPINI

Oggi 12 aprile 2025, a partire dalle ore 16:00, sarà effettuato il primo lancio di collaudo della bandiera italiana più grande al mondo portata in volo da un singolo paracadutista di ben 3300 mq.

Il lancio sarà effettuato presso l’Aeroclub di Ferrara situato in via Aeroporto nr. 128, sede anche dell’A.S.D. Scuola Paracadutismo Ferrara che fornirà il supporto tecnico e logistico al Colonnello Paolo Filippini, Ufficiale dell’Esercito Italiano, oggi in congedo, pluricampione del mondo di paracadutismo.

L’ANPdI, orgogliosa di poter avere il Col. Filippini quale Direttore del proprio Coordinamento per il paracadutismo sportivo, sarà presente, per il giusto sostegno morale all’impresa, con tutta la Consulta del 4° Gruppo Regionale.

Alle ore 16:00 circa verrà effettuato un primo lancio con la bandiera da 1600 mq che servirà al Colonnello per sondare le condizioni meteo e simbolicamente passare il testimone alla nuova, più grande ed imponente bandiera da 3300 mq.

Alle ore 18:00 circa, dopo i necessari e numerosi controlli pre-lancio, sarà il momento di tentare l’apertura del nuovo vessillo, portato dal Colonnello ed accompagnato da due paracadutisti della Scuola di paracadutismo di Ferrara che effettueranno le riprese dell’evento, dal volo ed uscita dall’aereo, al dispiegamento e discesa a paracadute aperto.

Folgore!

PRIMO SEMINARIO DI PARACADUTISMO DEL 3° GRUPPO TRIVENETO A BASSANO DEL GRAPPA

Sabato 5 Aprile 2025, presso la Sezione A.N.P.d’I. di Bassano del Grappa, si è svolto con successo il primo Seminario di Paracadutismo del 3° Gruppo “Triveneto”. L’evento ha rappresentato un importante momento di aggiornamento tecnico e di rafforzamento dei legami tra le diverse sezioni dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia.

La giornata, caratterizzata da un’intensa attività formativa, ha visto la partecipazione di numerosi paracadutisti provenienti dalle sezioni di Bassano, Caorle, Portogruaro, Verona2, Vicenza, Venezia, Trento e Treviso, confermando la vitalità e la coesione del movimento paracadutistico nel Triveneto.

La presenza del Direttore Tecnico Nazionale Par. Alberto Benatti e del Consigliere Nazionale Par. Roberto Dariol, sottolinea l’importanza dell’iniziativa nel quadro delle attività nazionali dell’associazione.

Il seminario, oltre al suo valore tecnico-formativo, ha rappresentato un’occasione di sano cameratismo tra paracadutisti, confermando il forte spirito di corpo che anima l’associazione. “Lanciamo oggi un forte segnale! Noi siamo pronti, siamo sempre sul pezzo e l’A.N.P.d’I. c’è sempre stata e sempre ci sarà”, è stato il messaggio condiviso dai partecipanti.

L’evento si inserisce nel quadro delle attività preparatorie in vista della prossima esercitazione in Albania, ulteriore testimonianza dell’impegno continuo e della professionalità che caratterizzano l’A.N.P.d’I.

IL GEN. C.A. CC PAR. CARMELO BURGIO IN UN IMPORTANTE CONVEGNO A MASSA

Nel quadro delle attività volte a valorizzare il ruolo svolto dalle Forze Armate nazionali durante la Guerra di Liberazione, il Gen. C.A. CC par (ris) Carmelo Burgio terrà una conferenza dal titolo “Il ruolo del ricostituito esercito nella Liberazione d’Italia”.

L’evento, che si svolgerà venerdì 11 aprile 2025 alle 17,30 a Massa, presso la Sala della Resistenza in Palazzo Ducale, in Piazza Aranci, ha l’intento di sottolineare come sia stato fondamentale per l’Italia aver potuto contare su Forze Armate motivate e abnegate come le nostre, pure in un contesto difficile come quello che seguì l’8 Settembre 1943.

Data la natura dell’argomento, i Soci che ne abbiano la possibilità sono caldamente invitati a partecipare.

Folgore!

CERIMONIA SOLENNE PER I CADUTI E DISPERSI IN GUERRA A CESAROLO (VE): UN TRIBUTO ALLA MEMORIA

Toccante e significativa cerimonia dedicata ai caduti e dispersi in guerra celebrata a Cesarolo, frazione del comune di San Michele al Tagliamento (VE). L’evento ha visto una grande partecipazione, a testimonianza del profondo rispetto che la comunità nutre per coloro che hanno sacrificato la propria vita per la Patria.

Una presenza significativa è stata quella della delegazione ANPd’I di Portogruaro con il proprio labaro, intitolato a Mario Cecco, figura di spicco del paracadutismo italiano. A Cesarolo, una via è dedicata proprio a questo valoroso militare, che non è annoverato tra i caduti, ma è ricordato come Grande Invalido di guerra, testimone vivente del sacrificio dei “Leoni della Folgore”.

Particolarmente toccanti sono state le parole pronunciate dal Comandante del 5° Reggimento Lanciarazzi “Superga” di Portogruaro, il Paracadutista artigliere Colonnello Massimo Cocco: “Un soldato muore due volte, la prima in battaglia, la seconda quando viene dimenticato. È compito delle associazioni d’arma tenere viva la memoria dei nostri Caduti.”

Durante la commemorazione è stato ricordato che Mario Cecco fu coetaneo, amico e commilitone di Vittorio Bertolini, padre dell’attuale Presidente dell’associazione. Questo legame personale ha reso la cerimonia ancora più sentita e ha sottolineato l’importanza di preservare e tramandare le tradizioni che celebrano il sacrificio e il valore di chi ha servito il Paese.

La cerimonia ha visto la presenza di importanti simboli della tradizione paracadutistica, tra cui il Medagliere Nazionale ANPdI.

Nonostante la progressiva scomparsa degli ultimi ex combattenti e reduci di guerra, eventi come questo dimostrano quanto sia fondamentale mantenere vivo il ricordo di chi ha dato tutto per la nazione, confermando che la memoria storica è un valore fondamentale per costruire un futuro consapevole.

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