È morto Santo Pelliccia. E’ morto improvvisamente, seppur dopo un lungo decadimento fisico che ne aveva reso necessario il ricovero presso il policlinico militare del Celio e, successivamente, presso il Centro di Lunga Degenza di Anzio. La Difesa, ed in particolare l’Esercito, si erano infatti subito dimostrati molto solleciti nei confronti del Vecchio Paracadutista ed avevano disposto un affettuoso supporto che non può che fare onore a tutte le Forze Armate.
In occasioni tristi come questa il primo desiderio è quello, per tutti, di ricordare la persona, quasi nel tentativo di tenerla ancora in vita, tra di noi. E’ un desiderio umano al quale non ci si può sottrarre. E allora non possiamo non ricordare il Santo Pelliccia che la massa di noi ha conosciuto in questi ultimi decenni: un vecchio Folgorino ancora desideroso di dimostrare il vigore della sua scelta di paracadutista di ottant’anni fa, partecipando attivamente alla vita dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia e presenziando alle molte celebrazioni della nostra breve e gloriosa storia; con passione, rivestito della sahariana della sua gioventù. Non c’è stata occasione nella quale non si sia stretto alla Folgore nei tanti momenti difficili affrontati dai baschi amaranto, infondendo in tutti fiducia sul “nostro immancabile avvenire”. A lui si deve, anche, una intensa attività di promozione dei nostri valori tra i più giovani, molti dei quali hanno scelto la via delle armi o anche solo quella della militanza nell’Associazione proprio trascinati dal suo esempio.
E il suo esempio opera anche ora, con la sua morte proprio in questa fine di agosto 2019, quando l’Italia sembra divisa in diverse anime, ostili le une con le altre. Un’Italia che sembra odiare se stessa, la propria cultura e la propria storia, e che appare lontana dalla coesione e dallo spirito di ostinata resistenza di fronte alle avversità che ci seppero dare i paracadutisti e i milioni di soldati italiani che, seppur reduci da una guerra persa, seppero ricostruire il nostro paese. Per consegnalo a noi! Non poteva scegliere periodo più indicato, Santo, per ricordarci che il dovere di difendere la nostra Patria non ci abbandona mai e mai ci deve abbandonare la fiducia di ricostruire quello che è stato abbattuto, di riparare quello che è stato incrinato.
Santo faceva ancora caparbiamente parte di una sempre più esigua pattuglia di paracadutisti che onorarono il nostro paese con le armi in pugno durante la seconda guerra mondiale. Alcuni, come lui, sono “andati avanti” in questi anni, in quest’anno stesso, nel silenzio anche se abbracciati dall’affetto di tutti. Altri, invece, resistono ancora non facendoci mancare la loro vicinanza, sempre più rada ed affaticata seppur appassionata. A tutti, l’ANPDI riserva il proprio amore filiale, anche se spesso, occupati a dare sostanza alle molte evanescenti distrazioni della nostra attualità, tendiamo a dimenticare che è solo per quello che ci raccontarono delle seduzioni dei loro tempi e delle loro esperienze che tutti noi abbiamo voluto riconoscerci nello spirito della Folgore. Che è spirito guerriero, spirito che non si arrende, spirito che sa spingere col proprio esempio. Ecco, credo che miglior saluto a Santo e a chi prima di lui ci ha lasciato, nonchè miglior consolazione per coloro che ancora resistono tra di noi, debba essere rappresentato proprio dall’assicurazione che cercheremo di tenere accesa la fiammella dell’amor di Patria che ci hanno consegnato, per passarla a nostra volta a chi ci seguirà. Folgore!
Gen. Marco Bertolini