ASSOCIAZIONE NAZIONALE

  PARACADUTISTI D'ITALIA

CIMA VALLONA, 58 ANNI DOPO. UN ALTARE DELLA MEMORIA, PRESIDIO DI VALORI.

Domenica 29 giugno 2025, nel cuore della suggestiva Valle del Digon, si sono tenute le celebrazioni per il 58° anniversario dell’Eccidio di Cima Vallona, una delle pagine più drammatiche ma anche più luminose della storia repubblicana, testimone del sacrificio di uomini dello Stato caduti in servizio.

Le commemorazioni si sono svolte con la consueta solennità, grande partecipazione popolare e il sentito raccoglimento che questa ricorrenza impone. Vi hanno preso parte autorità civili, militari e religiose, i familiari delle vittime, rappresentanti di numerose Associazioni d’Arma – tra cui Paracadutisti, Alpini, Carabinieri, Guardia di Finanza – oltre a un reparto di Incursori del 9° Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin”, accompagnato dal proprio Comandante, Colonnello Andrea Bandieri. Presenti anche molte amministrazioni locali e cittadini giunti da tutto il Triveneto e oltre.

Al centro della commemorazione, il ricordo dell’attentato terroristico del 25 giugno 1967, quando un gruppo secessionista sudtirolese del BAS (Befreiungsausschuss Südtirol) fece esplodere un traliccio dell’alta tensione. In risposta, furono inviati sul posto militari dell’Esercito, della Guardia di Finanza e reparti specializzati dei Paracadutisti.

Due ordigni esplosivi, abilmente occultati lungo il sentiero, seminarono la morte. Caddero:

  • il Capitano Carabiniere Paracadutista Francesco Gentile,

  • il Sottotenente Sabotatore Paracadutista Mario Di Lecce,

  • il Sergente Sabotatore Paracadutista Olivo Dordi,

  • e, poche ore dopo, l’Alpino Armando Piva.

Rimase gravemente ferito ma sopravvissuto il Sergente Maggiore Sabotatore Paracadutista Marcello Fagnani, tuttora testimone vivente e presente, ogni anno, con commovente fedeltà.

Il Segretario Nazionale dell’ANPd’I, Generale B. (ris.) Enrico Pollini, ha voluto sottolineare l’importanza della memoria e il ruolo irrinunciabile delle Associazioni d’Arma nella trasmissione dei valori fondanti della Repubblica:

“È per me un onore e un dovere essere qui oggi, in rappresentanza dell’ANPd’I, per rendere omaggio ai servitori dello Stato che offrirono la propria vita nell’adempimento del dovere. I loro nomi ci guidano, il loro sacrificio ci interpella e ci responsabilizza. Questo luogo non è solo un altare della memoria: è un presidio di valori.”

Anche il Consigliere Nazionale ANPd’I del Triveneto, Par. Roberto Dariol, in una nota, che ha voluto ricordare:

“È nostro dovere ricordare i loro nomi: Gentile, Di Lecce, Dordi, Piva e il sopravvissuto Fagnani. Quel tragico evento rappresenta per tutti noi un monito contro l’oblio, un richiamo al sacrificio e una responsabilità concreta. Le Associazioni d’Arma – e in particolare l’ANPd’I – hanno il compito di custodire e tramandare questa memoria.”

Un ringraziamento speciale è stato rivolto alla Sezione ANPd’I di Alpago e al suo Presidente Luca Padovan, per il costante, silenzioso e prezioso impegno nella cura del Sacello in quota (2.216 metri) e dei luoghi dell’Eccidio.

“Un impegno – ha proseguito il Consigliere – che va oltre la celebrazione formale, e si fa testimonianza concreta di affetto, rispetto e fedeltà. Sentiamo il dovere di affermare, con rispetto e verità storica, che la presenza e la dedizione dell’ANPd’I nel custodire questo luogo sacro non sono in alcun modo secondarie. È qui che si misura il senso autentico del nostro appartenere.”

Pur riconoscendo la forza e la visibilità di altre storiche associazioni come quella degli Alpini, verso cui è stata ribadita sincera amicizia e stima, è stato riaffermato il ruolo dei Paracadutisti nella costruzione e nel mantenimento del senso stesso di questo luogo simbolico, che non appartiene a un singolo corpo, ma alla memoria collettiva della Nazione.

La cerimonia si è conclusa con la deposizione delle corone e il silenzio d’ordinanza. I volti tesi e commossi dei presenti erano il riflesso di un’emozione autentica, composta, condivisa.

“Il loro spirito di servizio – ha conclude il Consigliere ANPd’I – non è rimasto sepolto nella roccia. Vive. Vive in noi, vive in ogni giovane che, anche grazie alle Associazioni d’Arma, scopre il valore dell’impegno, dell’identità e dell’amore per l’Italia.”

Cima Vallona, anche quest’anno, si è confermata non solo come luogo del ricordo, ma come faro morale per tutti coloro che credono ancora nei valori del dovere, dell’onore e del servizio alla Patria. Un appuntamento che si rinnova, nella convinzione che la memoria non sia un rituale da custodire, ma una responsabilità da vivere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi