Recentemente è passata in Commissione Difesa la proposta di istituire una “giornata nazionale degli alpini”. Unitamente alla Presidenza di Assoarma e di moltissime altre Associazioni d’arma, ho quindi espresso la contrarietà dell’ANPDI ad una iniziativa che incrina il rapporto di sano cameratismo tra componenti diverse dell’Esercito. Sono convinto che l’iniziativa, che potrebbe sembrare meritoria ad un osservatore esterno che non conosca le Forze Armate, non sia stata voluta dall’ANA né dalla massa dei nostri commilitoni con la Penna Nera, ma da chi probabilmente crede giusto differenziarli dagli altri componenti dell’Esercito in ragione delle loro indubbie ed ammirevoli caratteristiche.
Purtroppo, quando ci sono di mezzo i militari, la tentazione è sempre la stessa: DIVIDERE.
Dividere con l’imposizione delle associazioni sindacali che trasformeranno in spirito di categoria quello che era lo spirito di corpo; e ora dividere con la discriminazione tra specialità tra di esse complementari come se fossero alternative o concorrenti, intaccando l’anima profonda dell’Esercito. Altre divisioni, dolorose, fanno ormai parte della nostra storia come Forza Armata e della storia delle nostre Grandi Unità: le cicatrici rimangono e continuano a dolere. Tutti blandiscono, e intanto amputano, riducono e rimescolano. Ma ora sarebbe il tempo di ricostruire.
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