assistiamo all’accavallarsi con un ritmo incalzante di eventi di portata epocale che una volta si proponevano con una scadenza di lustri o decenni. Spesso, non ci è lasciato il tempo di abituarci ad una nuova situazione che immediatamente se ne presenta una successiva, per porci di fronte a condizioni nuove e, quasi sempre, peggiori delle precedenti. Così, assieme a una strana pandemia da cui sono conseguiti problemi per la nostra salute e limitazioni al nostro stile di vita che non avremmo mai immaginato, si sono affastellate crisi politiche, migratorie e militari alle quali non eravamo preparati. Pensavamo, infatti, che il progresso scientifico e tecnologico che caratterizza la nostra epoca ci mettese al riparo dai rischi, dalle privazioni e, più banalmente, dalle “scomodità” sofferte dalle generazioni che ci hanno preceduti. Ritenevamo che fosse ovvio e scontato il nostro diritto di godere di una modernità dalla quale, chissà perché, dovrebbero derivare solo cose belle per noi e per i nostri figli, destinati a maggior ragione a sempre più azzurri cieli sereni.
Ma sbagliavamo, e così ci troviamo ora a cavalcare in una prateria sconosciuta, guardando con preoccupazione le vampate di guerre nell’orizzonte a noi vicino, mentre esperti e sedicenti tali ci mettono in guardia da altri guai che potrebbero interessarci da un punto di vista finanziario, climatico, bellico e finanche alimentare, proponendoci farine di insetti e carni sintetiche quale viatico per un futuro migliore: equo, solidale e sostenibile.
Ma questo sovvertimento delle nostre certezze non riguarda solo il panorama riferito alla nostra sicurezza fisica e al nostro benessere. Anche sotto il profilo più generale, vediamo incrinarsi certezze sedimentatesi per millenni, innescando un degrado che fino a pochissimi anni fa avremmo ritenuto impensabile. Ed ecco, quindi, la promozione della più banale volgarità e del cattivo gusto ad arguta espressione culturale, la negazione della natura a ovvia manifestazione di emancipazione, l’irrisione di Patria, Popolo e Famiglia quale corretta apertura verso l’altro da sé nonché, spesso, la bestemmia stessa quale lecita e politicamente corretta rivendicazione di laicità.
Insomma, il cielo è nuvoloso, ma nuvole o pioggia non possono avere la meglio del nostro coraggio di paracadutisti e della nostra buona volontà di Italiani, innamorati della Patria. Ci sostengono, infatti, riferimenti solidi e radicati a partire, ovviamente, da quello che la Religione e la Tradizione ricordano in questi giorni di Pasqua, proponendoci le ragioni di una speranza che non ci può abbandonare. Anzi, che non ci deve abbandonare, dove il “deve” è riferito alla nostra libera scelta di non demordere, di non lasciarci sopraffare da stanchezze, paure e disperazioni.
Con questi sentimenti, nell’attesa di ribadire le ragioni del nostro orgoglio e dello spirito di Corpo che ci contraddistingue nei prossimi appuntamenti associativi, tra i quali l’Assemblea Nazionale a Roma ed il Raduno Nazionale ad Asti, esprimo a tutti voi e ai vostri Cari i più sinceri ed affettuosi auguri per una buona e Santa Pasqua all’insegna della serenità che ci deriva dalla consapevolezza del dovere compiuto sul posto di lavoro, nell’associazione e in famiglia, ma anche dall’appartenenza ad una realtà che basa nell’eredità dei paracadutisti che ci hanno preceduto le proprie più solide fondamenta. Abbiamo ancora tanta strada da fare assieme e, con l’aiuto di tutti, la percorreremo con baldanza e sicurezza.
