ASSOCIAZIONE NAZIONALE

  PARACADUTISTI D'ITALIA

COMUNICATO IMPORTANTE DEL PRESIDENTE NAZIONALE

“Un anziano Sottufficiale in quiescenza ha avuto il cattivo gusto di scrivere una “lettera aperta” al Comandante della nostra Brigata con speciose argomentazioni circa i rapporti che la stessa intrattiene con l’ANPDI e non con altre realtà estemporanee non riconosciute dal Ministero della Difesa, come quella della quale si erge a rappresentante. La mancanza di stile dimostrata dai toni usati tirando in ballo addirittura il Comandante della Folgore con una lettera pubblica per questioni che i gentiluomini trattano di persona, è motivo di mortificazione e di forte disagio per chi si riconosce nei nostri valori. Sebbene, quindi, il Sottufficiale in questione non abbia nulla a che spartire con l’ANPDI, l’associazione sente il dovere di esprimere ad Aquila 1 la piena solidarietà per l’accaduto.”

Il Presidente Nazionale
Marco Bertolini

L’ANPDI PIANGE UN ALTRO REDUCE: IL LEONE DELLA FOLGORE GIUSEPPE BAROLETTI CI HA LASCIATO

È lungo l’elenco dei paracadutisti della seconda guerra mondiale che ci hanno lasciato quest’anno. Giuseppe Baroletti, della sezione di Livorno, ha infatti raggiunto i suoi commilitoni poco prima che, come da tradizione, noi paracadutisti d’Italia ci incontrassimo nell’anniversario della battaglia di El Alamein per ricordare quanti, come lui, hanno pagato di persona per consegnarci la Patria di oggi. Sarebbe stato certamente tra di noi, attorniato dai paracadutisti labronici e col suo basco amaranto, diverso nella foggia dal copricapo dei “suoi tempi” ma identico nei valori che, come quello, vuole significare: coraggio, generosità, disinteresse personale, amore di Patria e fedeltà. È, infatti, sempre stato fedele ai valori della sua giovinezza, Giuseppe,  ed ha saputo crescere una famiglia degna, che ora lo piange, alimentando con la sua pacata passione molti paracadutisti dell’ANPDI.

Ed è sempre stato fedele all’ANPDI stessa, senza cedere ai personalismi che spesso vengono agitati nella nostra triste epoca in cui il “dovere” viene normalmente asfissiato sotto una coltre di mortiferi e incredibili “diritti”. Non sgomitava Giuseppe, non obiettava, non rivendicava. Semplicemente, modestamente, sommessamente, disciplinatamente interpretava la sua natura di soldato italiano, consapevole del grande onore che gli era stato riservato dall’appartenenza alla Folgore e al 186mo reggimento. Fortunati coloro che hanno saputo informarsi al suo esempio! Folgore!

Gen. Marco Bertolini

77° ANNIVERSARIO DELLA BATTAGLIA DI EL ALAMEIN

77° ANNIVERSARIO
DELLA BATTAGLIA DI EL ALAMEIN

Pisa, 25 Ottobre 2019


“Anche quest’anno, il 25 ottobre commemoreremo l’anniversario della battaglia di El Alamein presso la Caserma Gamerra di Pisa, la “casa madre” di tutti noi paracadutisti. L’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia sarà presente in forze, come sempre, per dimostrare ai nostri fratelli in armi la nostra vicinanza in un’epoca di grandi difficoltà per le Forze Armate e per riaffermare la continuità dei valori dei nostri Padri. Abbiamo il compito difficile di navigare contro corrente, senza piegarci alla logica di chi ci vorrebbe inerti e rassegnati a un declino morale che sarebbe un insulto per le generazioni che ci hanno lasciato una Patria degna, perché a nostra volta la consegnassimo ancor più degna a chi ci seguirà. Dimostreremo la nostra passione per l’Italia con il nostro contegno, la nostra compostezza, con le nostre uniformi associative in ordine e con i nostri Labari, a far ala al Medagliere Nazionale ed alle Bandiere di guerra delle nostre unità. A presto a Pisa! Folgore!”

Marco Bertolini

IL FOLGORINO CESARE MUSSONI CI HA LASCIATO

Un altro folgorino, un altro combattente di El Alamein ci ha lasciato. Si tratta di Cesare Mussoni, classe 1920, che ha seguito – nell’ordine – Mario Guerra, Pasquale Fazio e Santo Pelliccia, solo considerando questo 2019. Ma altri se ne sono andati nel 2018 e negli anni che precedono, spesso in silenzio, in ossequio alla legge dell’anagrafe e della natura. Cesare faceva parte di quella razza di Italiani che, mentre altri cercavano pretesti per praticare il disimpegno e la resa, si fece avanti, chiedendo di combattere nei ranghi della più futuristica delle Armi, i paracadutisti. Combatté, quindi, ad El Alamein, nei ranghi del 2° battaglione fino a quando la disponibilità di armi glielo consentì, e continuò a combattere contro la demoralizzazione e la resa in una lunga prigionia che non ne intaccò l’onore. Il paracadutista Mussoni, per questo, ha sempre esibito la sua appartenenza alla Folgore come un blasone del quale andare fiero, frequentando la Sezione ANPDI di La Spezia e le cerimonie della specialità fino a che ne ha avuto le forze.

Siamo un po’ più soli, quindi, e lo siamo proprio in un momento di grande mestizia, quando il nostro bisogno di abbeverarci all’esempio di quei combattenti sarebbe più forte. Per questo, nel 2018 abbiamo partecipato con particolare entusiasmo alle cerimonie del centenario della Vittoria della nostra Patria, quando l’Italia diventò “grande” grazie al sacrificio dei soldati sul Carso e sul Piave, e lo ripetiamo in ogni commemorazione dei fatti d’arme che si sono susseguiti in Africa, ma anche in Russia, nei Balcani e sul territorio nazionale. Loro furono protagonisti di un’epoca nobile, di grandi sogni e di grandi illusioni al tempo stesso, nella quale alla prospettiva di un’Italia più rispettata seguì la delusione di una sconfitta che comunque non ne distrusse morale e consapevolezza di appartenere ad un popolo grande, capace di rialzarsi in piedi anche contro lo sforzo di mille nemici. Per questo, anche oggi avremmo bisogno di loro; avremmo ancora bisogno di leggere nei loro occhi, strappato via il triste velo della delusione dai loro volti, i motivi che li spinsero a farsi avanti e a chiedere di combattere, mentre i furbi sceglievano il disimpegno, la resa o il tradimento. E ne avremmo anche bisogno per trovare rimedio a quel virus che sembra aver diviso il nostro popolo in fazioni l’un contro l’altra armate, che si fronteggiano proprio sui valori fondanti del nostro essere Nazione, Popolo e Stato, con particolare riferimento all’indipendenza della nostra Patria e alla centralità della famiglia. Di quel virus, loro rappresentano l’antidoto infallibile al quale abbiamo fatto ricorso da sempre, immunizzandoci contro il disfattismo di chi ci vorrebbe rassegnati, stanchi e inerti. Mantenendo la loro memoria, affidata a noi oltre che al pattuglione dei sopravvissuti di quell’epoca difficile, attraverseremo a testa alta anche il nostro tempo. Difficile anch’esso!

Folgore!

Gen. Marco Bertolini

È MORTO SANTO PELLICCIA, REDUCE DELLA FOLGORE

È morto Santo Pelliccia. E’ morto improvvisamente, seppur dopo un lungo decadimento fisico che ne aveva reso necessario il ricovero presso il policlinico militare del Celio e, successivamente, presso il Centro di Lunga Degenza di Anzio. La Difesa, ed in particolare l’Esercito, si erano infatti subito dimostrati molto solleciti nei confronti del Vecchio Paracadutista ed avevano disposto un affettuoso supporto che non può che fare onore a tutte le Forze Armate.

In occasioni tristi come questa il primo desiderio è quello, per tutti, di ricordare la persona, quasi nel tentativo di tenerla ancora in vita, tra di noi. E’ un desiderio umano al quale non ci si può sottrarre. E allora non possiamo non ricordare il Santo Pelliccia che la massa di noi ha conosciuto in questi ultimi decenni: un vecchio Folgorino ancora desideroso di dimostrare il vigore della sua scelta di paracadutista di ottant’anni fa, partecipando attivamente alla vita dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia e presenziando alle molte celebrazioni della nostra breve e gloriosa storia; con passione, rivestito della sahariana della sua gioventù. Non c’è stata occasione nella quale non si sia stretto alla Folgore nei tanti momenti difficili affrontati dai baschi amaranto, infondendo in tutti fiducia sul “nostro immancabile avvenire”. A lui si deve, anche, una intensa attività di promozione dei nostri valori tra i più giovani, molti dei quali hanno scelto la via delle armi o anche solo quella della militanza nell’Associazione proprio trascinati dal suo esempio.

E il suo esempio opera anche ora, con la sua morte proprio in questa fine di agosto 2019, quando l’Italia sembra divisa in diverse anime, ostili le une con le altre. Un’Italia che sembra odiare se stessa, la propria cultura e la propria storia, e che appare lontana dalla coesione e dallo spirito di ostinata resistenza di fronte alle avversità che ci seppero dare i paracadutisti e i milioni di soldati italiani che, seppur reduci da una guerra persa, seppero ricostruire il nostro paese. Per consegnalo a noi! Non poteva scegliere periodo più indicato, Santo, per ricordarci che il dovere di difendere la nostra Patria non ci abbandona mai e mai ci deve abbandonare la fiducia di ricostruire quello che è stato abbattuto, di riparare quello che è stato incrinato.

Santo faceva ancora caparbiamente parte di una sempre più esigua pattuglia di paracadutisti che onorarono il nostro paese con le armi in pugno durante la seconda guerra mondiale. Alcuni, come lui, sono “andati avanti” in questi anni, in quest’anno stesso, nel silenzio anche se abbracciati dall’affetto di tutti. Altri, invece, resistono ancora non facendoci mancare la loro vicinanza, sempre più rada ed affaticata seppur appassionata. A tutti, l’ANPDI riserva il proprio amore filiale, anche se spesso, occupati a dare sostanza alle molte evanescenti distrazioni della nostra attualità, tendiamo a dimenticare che è solo per quello che ci raccontarono delle seduzioni dei loro tempi e delle loro esperienze che tutti noi abbiamo voluto riconoscerci nello spirito della Folgore. Che è spirito guerriero, spirito che non si arrende, spirito che sa spingere col proprio esempio. Ecco, credo che miglior saluto a Santo e a chi prima di lui ci ha lasciato, nonchè miglior consolazione per coloro che ancora resistono tra di noi, debba essere rappresentato proprio dall’assicurazione che cercheremo di tenere accesa la fiammella dell’amor di Patria che ci hanno consegnato, per passarla a nostra volta a chi ci seguirà. Folgore!

Gen. Marco Bertolini

CAMPIONATI UEP IN PORTOGALLO

CAMPIONATI UEP IN PORTOGALLO:
L’ITALIA VINCE TUTTO!!

Dal 26 al 29 luglio si è svolta in Portogallo la XVI^ edizione dei Campionati dell’Unione Europea Paracadutisti – UEP nella disciplina della Precisione in Atterraggio . La UEP, della quale l’ANPd’I è un fondatore, raccoglie le Associazioni Nazionali di paracadutisti militari, una per nazione, e quest’anno la UNIAO PORTUGUESA DE PARAQUEDISTAS – UPP, con i suoi “veteranos”, ha organizzato la competizione. Per l’UEP era presente il Segretario Generale Pierre CAMARDA.

L’ANPd’I, nell’ambito della attività di promozione del paracadutismo, organizza ogni anno i Campionati Nazionali dell’ANPd’I di precisione in atterraggio e mette in palio, per la squadra vincitrice, un budget per la partecipazione della stessa come rappresentanza dell’ANPd’I e dell’Italia ai Campionati UEP.

Quest’anno in Centro Sportivo dell’Arma dei Carabinieri ha i vinto i Campionati ANPd’I e quindi la squadra si è aggiudicata la partecipazione ai Campionati UEP: gli atleti, tutti carabinieri paracadutisti del 1° Reggimento cc.par. “TUSCANIA” accompagnati dal Segretario Generale dell’ANPd’I sono partiti alla volta del Portogallo. La squadra del Centro Sportivo dell’Arma era così composta:
– Capo QS Alessandro RUGGERI
– Capo QS Davide GIRELLI
– Marco PIZZICONI
– Pierfrancesco VANNI
– Claudio CARBONE

Hanno partecipato ai Campionati UEP le rappresentanze delle Associazioni della Germania, Spagna, Francia, Polonia, Ungheria, Cipro ed ovviamente il Portogallo, quest’ultimi con 2 squadre.

Fondamentale ed impeccabile il supporto della ESCOLA DE TROPAS PARA-QUEDISTAS dell’Esercito Portoghese dislocata in TANCOS: alloggiamento, vettovagliamento, cerimonie ed ogni altro tipo di supporto sono stati forniti  con grande spirito di “fratellanza dei paracadutisti “ che è stato il vero filo conduttore dei Campionati UEP. Il Comandante della Scuola , oltre ad aver gareggiato, ha sempre in prima persona in modo discreto ma costante seguito  tutte le attività onorandoci sempre della sua presenza anche il mattino del 29 luglio , prestissimo, quando salito sul bus ci ha augurato un buon rientro e la speranza di rivederci presto.

Ora passiamo alla gara!! La mattina del 27 niente lanci: vento forte, nubi e pioviggine!!. Nel pomeriggio ZYC1!! Con 2 vlv CESSNA 206 che decollavano dalla base della Brigata di Reazione Rapida prima con il lancio del siki poi con i lanci fuori gara che oltre a portare le bandiere nazionali a terra hanno dato le indicazioni agli atleti per quello che è stato l’avversario più temibile con il quale confrontarsi: il vento!! Vicino al limite, assente, poi di nuovo teso, cambi di direzione, rotori e termiche di ogni tipo.

Il 28 i lanci sono possibili dal mattino e quindi la gara è ripresa.

Man mano che si susseguivano i lanci la nostra squadra iniziava a dare prova di grande competenza e bravura soprattutto nell’interpretare le bizzarrie del vento consentendoli di andare al punto in modo deciso e preciso. Verso la sera il vento è salito sopra i limiti consentiti rendendo impossibili altri lanci e così la Direzione di gara, avendo 2 manche disponibili per la graduatoria, dichiarava chiusa la competizione.

Risultati:

Classifica a squadre
1^ ITALIA con 15 punti;
2^ UNGHERIA con 31 punti;
3^ PORTOGALLO con 35 punti.

Classifica individuale
1° Claudio CARBONE con 1 punto;
2° Marco PIZZICONI con 3 punti;
3° Bruno BATISTA (Portogallo) con 4 punti
4° Alessandro RUGGERI con 4 punti

Gli altri atleti italiani si sono classificati nelle ottime posizioni di 7° Pierfrancesco VANNI e 21° Davide GIRELLI.

La sera dopo le premiazioni cena di saluto, scambio di doni ed esibizione canora di artisti del “Fado” il canto popolare portoghese. Impeccabile la nostra squadra in ogni circostanza, grande clima di cameratismo e fratellanza, nel legame dell’essere tutti paracadutisti.

Gen B. (ris.) Enrico Pollini

E’ MORTO ALDO FALCIGLIA

ADDIO ALDO!

È morto Aldo Falciglia. È morto improvvisamente, la sera del 21 giugno, probabilmente per un infarto, sorprendendo amici e paracadutisti con una “mossa” che nessuno si aspettava. E che lascia senza parole.  Ora, non ci resta che il dolore per un altro vuoto nelle nostre file, nella consapevolezza che non potrà mai essere pesante come quello lasciato nella sua famiglia, alla quale l’ANPd’I esprime la più affettuosa compartecipazione. Aldo rimarrà nel ricordo dei suoi amici più stretti, certamente, ma anche di tutta l’ANPd’I, per la sincera passione con la quale ha ricoperto diversi ruoli all’interno del sodalizio, emergendo sempre per volontà partecipativa, capacità propositiva, passione folgorina sincera.
Ha sempre interpretato con determinazione il suo ruolo di propulsore di molte attività, con particolare riferimento a quelle volte a potenziare le capacità comunicative dell’ANPd’I di cui ha curato a lungo la rivista e a proclamare i valori della nostra tradizione. Perfetto organizzatore e cultore della nostra storia, si è fatto spesso promotore di significative manifestazioni volte a ricordare da dove veniamo e a chi dobbiamo l’orgoglio per quello che siamo, proponendosi quale elemento catalizzatore di un attivismo associativo senza il quale l’ANPd’I morirebbe. 

Lo piangeremo e rimpiangeremo a lungo. 

Folgore, Aldo! Folgore!

Il Presidente Nazionale

Gen. C.A. Marco Bertolini

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