ASSOCIAZIONE NAZIONALE

  PARACADUTISTI D'ITALIA

CERIMONIA AD ALPAGO: LE SEZIONI ANPd’I DEL TRIVENETO UNITE NEL RICORDO

Alle Porte de Nato, nel comune di Alpago (BL), si è svolta una cerimonia di grande intensità che ha riunito numerose Sezioni ANPd’I del Triveneto, insieme a rappresentanti delle Associazioni d’Arma. Non solo un appuntamento commemorativo, ma anche e soprattutto un’occasione di incontro e di fratellanza, vissuta nel segno dei valori di lealtà, sacrificio e memoria.

A dare ulteriore significato alla giornata è stata la presenza delle autorità locali e militari: la consigliera del Comune di Alpago Elisabetta Bortoluzzi, il sindaco di Chies Gianluca Del Borgo, la consigliera del Comune di Tambre Isabella Lavinia, e per il 7° Reggimento Alpini il graduato Federica Marchiorato. Un segno concreto del legame profondo tra istituzioni, comunità locali e mondo delle associazioni combattentistiche.

Uno dei momenti più sentiti è stato l’intervento del Consigliere Nazionale ANPd’I Dariol, che ha portato i saluti della Presidenza Nazionale, ribadendo la costante attenzione verso le Sezioni territoriali. Lo stesso Dariol ha poi consegnato al vice presidente della Sezione di Alpago, Giuseppe Zampieri – alpino, paracadutista e decano del gruppo – una spilla raffigurante il “vecchio vagone volante” C-119, gesto simbolico di riconoscenza per la lunga militanza nell’Associazione.

La cerimonia si è conclusa con un pranzo conviviale organizzato dalla Sezione di Alpago, guidata dal presidente Luca Padovan, che ha accolto gli ospiti con calore e impeccabile spirito organizzativo. L’incontro, svoltosi tra i boschi, ha rappresentato un ulteriore momento di condivisione e amicizia, rafforzando i legami di fratellanza tra tutti i partecipanti.

E’ MORTO IL TEN.COL.(RIS) MARCO MATTIA MAGRETTI, PRESIDENTE DELLA SEZIONE ANPd’I DI ROMA

Ci ha improvvisamente lasciati il il Presidente della Sezione dell’ANPd’I della Sezione di Roma per un malore fatale.

Appassionato paracadutista, sempre con il sorriso e amichevole cameratismo, aveva assunto la presidenza della Sezione di Roma da 3 anni dopo una lunga militanza associativa.

Proveniente dal 5° Battaglione paracadutisti El Alamein dove aveva servito come ufficiale in ferma triennale partecipando all’operazione in Libano, ha sempre portato nell’animo la fiaccola ardente della FOLGORE!!.

L’Associazione esprime le più sentite condoglianze alla Famiglia Magretti.

Espressioni di cordoglio potranno essere indirizzate a Famiglia Magretti ,Via Padre Giovanni Antonio Filippini 109   00144 ROMA

Appena avremo notizie circa le esequie ne faremo oggetto di comunicazione.

Marco Mattia Magretti!! PRESENTE!!

Gen.B ( ris) Enrico Pollini

ALESSANDRO TANDURA: NELLA NOTTE TRA L’8 E IL 9 AGOSTO 1918 IL PRIMO LANCIO IN AZIONE DI GUERRA.

Alessandro Tandura, nato a SERRAVALLE di VITTORIO VENETO il 17 settembre 1893, Tenente degli Arditi e primo Paracadutista militare al mondo a essere impegnato in azione.

La sua storia di soldato non inizia prestissimo, ma a 21 anni, allorché decide di intraprendere il “mestiere delle armi” e si arruola volontario il 14 settembre 1914, evidentemente consapevole di ciò che accadrà in futuro, visto che la Grande Guerra già infuria sul fronte occidentale da un mese e mezzo. Immediatamente, si rivela essere un ottimo soldato, tanto da meritare nel giro di quattro mesi i gradi di Graduato con la nomina a Caporale.

L’inizio della Grande Guerra

L’inizio delle ostilità sul fronte italiano lo vede in prima linea nelle fila del 10° Reggimento di Fanteria “Re”, sul CARSO, dove subisce una grave ferita all’avambraccio, che lo terrà lontano dal trincee per quasi un anno, sino al maggio 1916.

Evidentemente le sue condizioni di salute non devono essere affatto buone, se nei mesi successivi per ben due volte, viene allontanato dalla zona di guerra e trasferito ai depositi, ovvero nelle retrovie, non senza aver nel frattempo ottenuto una promozione a Sergente.

Alessandro Tandura appartiene però a quel genere di rari individui, votati all’azione, che considerano un umiliante declassamento l’essere destinati a un porto sicuro quale un magazzino lontano dalle prime linee. Così, nel gennaio 1917, chiede e ottiene di tornare al fronte, dove giunge con il 220° Reggimento Fanteria “Sile” e dove nuovamente si distingue, al punto da essere scelto per frequentare il Corso di istruzione per Aspiranti Ufficiali dell’Arma di Fanteria.

Nominato Sottotenente di complemento nell’ottobre 1917, dopo un mese al fronte, si ammala gravemente e viene ricoverato sino a dicembre, con l’assegnazione di sei mesi di convalescenza (val la pena notare come egli dovesse essere davvero debilitato per meritare una prognosi del genere, in un’epoca nella quale i medici militari facevano di tutto per rispedire in trincea i feriti e i malati nel più breve tempo possibile e l’infermità veniva valutata con grandissimo sospetto dai tribunali militari).

La sua natura, ancora una volta, non si smentisce ed egli rinuncia alla convalescenza, senza limitarsi a chiedere di tornare in prima linea; ottiene infatti il trasferimento nel nuovo e già leggendario Corpo degli Arditi e, con il XX° Reparto d’Assalto, partecipa a tutte le azioni nel settore del BASSO PIAVE, compresa l’eliminazione della TESTA DI PONTE di CAPOSILE.

Dopo mesi di strenui combattimenti, di nuovo e con sua grande insoddisfazione, nel gennaio 1918 viene assegnato al Deposito del 153° Reggimento Fanteria “Novara”; qualche mese dopo, il “contentino” della promozione a Tenente di Complemento e durante l’estate, ad agosto del 1918, l’assegnazione all’Ufficio Informazioni, presso il Comando dell’Armata.

Una missione segreta

Quando pare ormai che la sua esperienza di soldato di prima linea sia definitivamente conclusa, ecco una clamorosa occasione per tornare all’azione: il Comandante dell’Ufficio Informazioni, Tenente Colonnello Dupont, lo fa chiamare e gli chiede senza giri di parole se si senta di offrirsi per una missione segreta oltre il PIAVE, in territorio nemico, per raccogliere informazioni.

Alessandro Tandura accetta, senza sapere che sta per passare alla Storia.

Dopo aver vagliato ipotesi alternative, quali l’attraversamento delle linee nemiche travestito da soldato austriaco o il trasporto in aereo, si decide che raggiungerà la SINISTRA PIAVE paracadutandosi da un aereo nella zona di SARMEDE, a pochi chilometri di distanza da casa sua; da lì, raggiungerà il COL VISENTIN, dove stabilirà la base operativa e, mischiandosi alla popolazione, inizierà la sua pericolosissima missione di spionaggio (se dovesse essere catturato e riconosciuto come spia, il suo destino sarebbe la fucilazione).

Tandura non nasconde una certa apprensione e ne ha ben d’onde: all’epoca, il paracadute è uno strumento di tutt’altro che comune utilizzo; persino gli aviatori hanno iniziato appena ad usarlo, posto che qualcuno negli Alti Comandi pensa che ne possa influenzare negativamente la combattività e la baldanza … Addirittura, l’Esercito Italiano non ne possiede affatto: i pochi disponibili sono stati acquistati dai britannnici e non sono previste prove o lanci d’addestramento, nonostante Tandura ne abbia fatto espressa richiesta, poiché una volta aperto, il paracadute non viene più riutilizzato.

Il lancio viene programmato per la notte tra l’8  e il 9 agosto 1918 e avverrà da un aereo biposto da bombardamento Savoia Pomilio, per l’occasione pilotato da un asso canadese, il Maggiore Barker, con un altro famoso Ufficiale quale navigatore, il Capitano Wedgwood, che dopo la guerra diverrà deputato nel Parlamento britannico; eseguito il lancio, l’aereo proseguirà il volo, bombardando alcuni obiettivi, così da dissimulare il reale scopo della missione.

Il lancio e il volo

Quella notte infuria un temporale, che fa smarrire la rotta all’equipaggio; Tandura – seduto su di uno scomodo sedile ribaltabile, collocato di spalle all’equipaggio, con una fune legata sulla schiena a collegarlo al paracadute, situato in uno scomparto sotto la fusoliera – non può fare altro che attendere il momento nel quale il pilota tirerà una leva, aprendo una botola dalla quale egli cadrà nel vuoto: solo allora potrà scoprire se il paracadute funzionerà.

Giunti in prossimità di quella che credono essere la zona di lancio – in realtà hanno deviato di parecchio e stanno sorvolando le COLLINE a SAN MARTINO di COLLE UMBERTO – il Maggiore Barker raggiunge la quota prestabilita tira la leva, facendo precipitare Tandura nel buio.

Le emozioni debbono essere infinite, come egli stesso più tardi racconterà: “Le orecchie sono straziate da un sibilo che mi devasta il cervello. L’incubo dei sogni orribili! Ma subito ho l’impressione di essere sollevato, di tornare in su. Alzo gli occhi e vedo il paracadute aperto. La pioggia mi sferza il viso. Oso guardare in basso e vedo strade e campi che riddano in un ‘altalena infernale. Mi smarrisco, perdo i sensi … È un attimo: ad un tratto, colpito fortemente al petto, mi trovo a terra, con le gambe all’aria. Lanciato nel vuoto ero caduto in un vigneto, mentre infuriava il temporale”.

I lunghi e pericolosi mesi da spia

Toccata terra, si affretta a raggiungere il VITTORIESE e inizia la missione. Da quel momento, egli vivrà tre mesi ad altissimo rischio e davvero in mezzo a mille avventure: raccoglierà informazioni sulla composizione dei reparti nemici in zona e radunerà alcuni gruppi di soldati italiani sbandati con i quali porterà a termine azioni di sabotaggio; verrà catturato due volte dagli austriaci e altrettante volte riuscirà a fuggire, la seconda volta addirittura gettandosi da un treno in corsa.

Nella sua opera di sabotaggio e raccolta informazioni, verrà coadiuvato dalla sorella Emma Maddalena Tandura e dalla futura sposa Emma Petterle, l’azione di sostegno delle quali risulterà così efficace da far meritare a entrambe la Medaglia d’Argento al Valor Militare.

Con la liberazione della SINISTRA PIAVE e la Vittoria italiana, Tandura potrà fare ritorno al Comando e presentarsi al Tenente Colonnello Dupont, il quale lo proporrà immediatamente per la Medaglia d’Oro al Valor Militare, che gli verrà giustamente concessa e che andrà a coronare un incredibile medagliere, composto da 5 Croci al Merito di Guerra, 3 Medaglie di Bronzo, 4 Medaglie d’Argento al Valor Militare, una Medaglia d’Oro al Valor Civico e Croix de Guerre 14-18 belga.

Dopo la guerra Tandura si congedò per terminare gli studi e sposò Maddalena Petterle. Nel 1922 rientrò in servizio permanente e venne assegnato al 7 Reggimento Alpini, successivamente partì volontario per la Campagna d’Africa dove si meritò altre  due Medaglie d’Argento al Valor Militare una in Libia e l’altra in Etiopia. Il 29 dicembre 1937 Tandura era sul molo di Mogadiscio per accogliere finalmente la famiglia: la morte lo colse proprio nel momento in cui vide la Moglie sbarcare, portandosi le mani al petto si accasciò. Aneurisma dissero i medici, “gioia” sentenziò la moglie Maddalena.

E’ universalmente riconosciuto quale “Primo paracadutista militare lanciatosi per una azione di guerra”: l’ANPd’I onora il Suo ricordo ed esempio.

FOLGORE!!

 

PALAZZO MONTECITORIO: PRESENTAZIONE DELLA GARA “ RUN EX ALTO TROPHY” – MARCIALONGA RUNNING.

Entusiasmo e condivisione di valori ed obiettivi tra ANPd’I e Marcialonga. Questo è quanto si è potuto “toccare con mano” nel corso della presentazione della gara ”Run Ex Alto Tropy” inserita nella “Marcialonga Running”  avvenuta in diretta streaming questa mattina dalla Sala Stampa di Palazzo Montecitorio che abbiamo potuto utilizzare grazie all’interessamento dell’On. Paola Maria Chiesa, capogruppo della Commissione Difesa, e sempre vicina al mondo delle Associazioni d’Arma.

Dopo l’introduzione del Segretario Generale dell’ANPd’I Gen. B.(ris)Enrico Pollini è stata la volta del Presidente di Marcialonga Angelo Corradini…già alpino paracadutista..che ha presentato la Marcialonga la quale oltre ad essere un evento sportivo promuove sia il territorio che la cultura sportiva da oltre 50 anni la granfondo invernale e da 23 anni la running estiva. Successivamente il Segretario Generale di Marcialonga Davide Stoffie ha indicato come la “Run Ex Alto Trophy” sia una occasione per implementare le proposte di Marcialonga con una gara che fosse dedicata al “mondo militare” grazie all’intuizione dell’ANPd’I di fornire questo nuovo tassello nel “mondo di Marcialonga”.

Il Presidente Nazionale dell’ANPd’I Gen. CA (ris) Marco Bertolini ha sinteticamente illustrato la storia dell’ANPd’I e le finalità associative sottolineando che i rapporti tra l’ANPd’I e le Forze Armate, in particolare l’Esercito, sono stati sempre molto stretti e l’ANPd’I può con orgoglio affermare di aver avviato, con i propri corsi di paracadutismo di interesse militare, molti giovani al “mestiere delle armi”. L’ANPd’I è anche multidisciplinare e la sinergia con Marcialonga ne è la riprova.

Il Direttore del Centro Sportivo dell’ANPd’I Nicola Trusiani ha evidenziato nel suo intervento come la “Run Ex Alto Trophy” possa  catalizzare l’interesse sia di militari in servizio e in congedo come quello di appassionati sportivi che vogliano cimentarsi in una gara dal taglio “militare” mentre il Vice Direttore del Centro Sportivo William Sanna si è soffermato nel suo intervento su quelli che sono i valori ed ideali che porta in se la  “famiglia militare” e che possano essere trasmessi in un proficuo scambio con la “famiglia sportiva”.

La presentazione si è conclusa con uno scambio di doni: il Trofeo Marcialonga in legno delle valli alpine consegnato nelle mani del Presidente Nazionale dell’ANPd’I ed il medaglione associativo dell’ANPd’I al Presidente di Marcialonga.

La “Run Ex Alto Trophy” si correrà il 6 settembre tra Moena e Cavalese e sarà preceduta da un lancio di paracadutisti dell’ANPd’I nello Stadio sportivo di Moena.

L’ULTIMO SALUTO AL CARABINIERE PARACADUTISTA MARCO SCHENETTI

Martedì scorso, è stato dato l’ultimo saluto al Carabiniere Paracadutista Marco Schenetti. La Cerimonia per Marco (57 anni) che lascia la moglie e due Figli ovviamente molto provati, come anche la sorella, ha visto una presenza notevole di ufficiali e sottufficiali dell’Arma, come anche di Paracadutisti della Folgore e del Tuscania. Erano anche schierati i Labari delle Sezioni di Modena, con il Pres. Piccioli, Reggio Emila, con il pres. Mattioli, Bologna col presidente Buratti e Basso Veronese. Presente anche un galiardetto dell’ANIE, con l’ Incursore già presidente di Modena, Paperini e Walter Amatobene , tutti insieme schierati all’uscita al fianco della Bara a urlare il “Presente ” e ” Folgore !!! ” Il Vice.Pres. della sezione di Bologna Marco Cavalli ha recitato la Preghiera del Paracadutista, in maniera coinvolgente.

PRESENTAZIONE DIRETTA TV DELLA “RUN EX ALTO TROPHY” – SALA STAMPA CAMERA DEI DEPUTATI – ROMA 29 LUGLIO.

 

Martedi 29 luglio presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati dalle ore 10.00 alle 11.00 sarà presentata la “Run Ex Alto Trophy” gara promossa dal Centro Sportivo dell’ANPd’I ed inserita nella “Marcialonga Running 2025” grazie alla collaborazione con Marcialonga Coop.  Si alterneranno quali relatori il Presidente di Marcialonga Angelo Corradini,  il Segretario Generale di Marcialonga Davide Stoffie, il Presidente Nazionale dell’ANPd’I Gen.CA(ris) Marco Bertolini, il Segretario Generale dell’ANPd’I Gen.B.(ris) Enrico Pollini, il Direttore del Centro Sportivo par. Nicola Trusiani ed il Vice Direttore del Centro Sportivo William Sanna.

 Sarà possibile seguire  in diretta la presentazione utilizzando il link

https://webtv.camera.it/conferenze_stampa

corrispondente alla webTV della Camera dei Deputati.

La gara  è già stata segnalata su queste pagine alle quali si rimanda per l’approfondimento anche utilizzando il link : 

https://marcialonga.it/marcialonga…/IT_exaltotrophy.php.

 

 

IL PARACADUTISTA SERGIO ARTICO HA EFFETTUATO L’ULTIMO LANCIO

La Sezione Paracadutisti ANPD’I NORD FRIULI piange la scomparsa di Sergio Artico, spentosi il 18 luglio dopo una lunga malattia. Classe 1962, Artico aveva iniziato il suo percorso militare con il 4°/81 per poi prestare servizio nella prestigiosa Brigata Paracadutisti Folgore, presso la Compagnia Genio Pionieri Paracadutisti di Lucca (B.M. 71069).

Entrato a far parte della sezione nel 2010 con la tessera n. 69, Artico si era subito distinto per il suo profondo attaccamento al gruppo, partecipando con entusiasmo a tutte le attività e ricoprendo l’incarico di consigliere dal 2013 al 2015. Ma la sua eredità va oltre l’impegno istituzionale: artista sensibile, aveva lasciato un segno tangibile del suo passaggio dipingendo lo stemma della sezione, oggi esposto nella sede sociale, e avviando quello del nucleo di Udine, opera purtroppo rimasta incompiuta.

Il presidente di sezione Roberto Pecile lo ricorda con commozione: “Persona sincera e leale, con il suo ottimismo e il suo sorriso sornione ha affrontato le difficoltà con grande spirito, forza e orgogliosa dignità, rappresentando la figura ideale del paracadutista. Lascia un doloroso vuoto nei nostri cuori. Oggi piangiamo la perdita di un Uomo, un Fratello, un Paracadutista. Riposa in pace”.

Le parole di Pecile tracciano il ritratto di un uomo che ha vissuto secondo i valori più alti del corpo. 

 

IL SOLDATO DEL TERZO MILLENNIO NELL’ANALISI DEL CAPO DI SME GEN. C.A. CARMINE MASIELLO

Un interessante articolo del generale Masiello sulle sfide da affrontare per dotarci di uno strumento terrestre adeguato agli scenari del futuro. Come sempre, il Capo di SME parla chiaro e senza paura di scandalizzare le anime belle, ma non c’è dubbio che la strada per riparare i danni di decenni di propaganda sulla sostanziale inutilità e immoralità del Soldato e sulla cultura dell’antinfortunistica e delle pari opportunità che ne è derivata sarà ancora lunga. Insomma, nonostante quello che molti pensano la tecnologia è importante, ma l’uomo lo è ancora di più e quest’ultimo deve essere forte, aggressivo e disponibile al sacrificio per la Patria, il che non è scontato nella nostra società. Modestamente, l’ANPDI crede di avere contribuito da sempre a tale selezione, avviando al mestiere delle armi migliaia di giovani che continuano con le stellette sul bavero ad onorare le nostre tradizioni.

Link all’articolo originale:
https://www.corriere.it/opinioni/25_luglio_16/ecco-il-soldato-del-terzo-millennio-1d4b8f86-2bbc-4a99-8302-afa8ddda8xlk.shtml?refresh_ce

 

PRESENTAZIONE DEL LIBRO “CEFALONIA 1941. IL PRIMO LANCIO DI GUERRA DEI PARACADUTISTI ITALIANI”

Lo scorso 18 giugno, a Livorno, nei locali della Camera di Commercio si è tenuta la presentazione del libro “CEFALONIA 1941. Il primo lancio di guerra dei paracadutisti italiani”. Il libro aveva ricevuto il patrocinio dell’ANPd’I con la prefazione del  Presidente Nazionale Gen.CA (ris) Marco Bertolini.
All’evento – patrocinato dal 187^o Reggimento Paracadutisti “Folgore” e dalla Presidenza Nazionale ANPd’I – hanno partecipato i due autori il Prof. Federico Ciavattone ed  il Gen. B. (ris.) Cristiano Maria De Chigi, il Presidente Nazionale ANPd’I, il Comandante della Brigata Paracadutisti “Folgore” Gen. B. Federico Bernacca ed il Comandante del 187° Reggimento Paracadutisti “Folgore” Col. Vincenzo Pinto.
 
Una sala gremita di civili e militari ha seguito costantemente gli interventi lasciandosi trasportare indietro nel tempo, a quel lontano 30 aprile 1941 in cui, per la prima volta, i Paracadutisti italiani eseguivano un lancio di guerra. 

E’ MORTO MARCO BASILIO SCHENETTI

È morto Marco Schenetti. Dopo alcuni giorni trascorsi tra la vita e la morte conseguenti a un importante intervento chirurgico, anche il suo cuore ha smesso di battere. Era uno dei “nostri” anche se la sua strada e quella dell’ANPDI si erano divise alcuni anni fa. Ma resta il ricordo e il rimpianto di un valente paracadutista che dall’ANPDI era poi approdato al 1 reggimento Carabinieri paracadutisti Tuscania, presso il quale ha operato a lungo, sia in Italia che all’estero, come accaduto per molti giovani transitati dalle fila dell’associazione alle forze armate. L’ANPDI si associa al dolore di tutti i paracadutisti e soprattutto a quello della famiglia, in questo momento difficile.

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